L’Europa produrrà batterie ultra performanti e sostenibili per rispondere alla domanda in crescita di 14 volte al 2030. I risultati dell’indagine Protolabs “In Charge”

L’Indagine Protolabs “In Charge” ha intervistato 201 aziende di 7 paesi europei, 30 delle quali italiane, operanti nel settore elettrico, suddivise in aziende produttrici di batterie al Litio, aziende produttrici di componenti per batterie, produttori di sistemi di accumulo diversi dal Litio, produttori di veicoli elettrici e automobili, produttori di sistemi ad energia solare, metà delle quali fatturano più di 200 milioni di Euro all’anno.

L’urgenza è il comun denominatore che emerge dall’indagine: entro il 2030 il 70% delle auto vendute sarà elettrico e questo richiede un nuovo approccio alla produzione per far fronte alla crescente domanda in così poco tempo. Nell’immediato va ripensata la supply chainl’80% degli intervistati dichiara che entro 12 mesi avvicineranno la supply chain agli stabilimenti di produzione per far fronte alla crescente domanda. L’82% dichiara che in meno di un anno presenterà nuove batterie con una tecnologia alternativa agli ioni di Litio. E i tempi potranno essere rispettati perché i 4 quinti degli intervistati si avvarranno o amplieranno la capacità produttiva interna grazie alla manifattura additiva. E per fare tutto questo per più di metà dei rispondenti è necessario il supporto degli Stati attraverso investimenti e defiscalizzazione, come peraltro messo in evidenza dal piano da 2,9 miliardi di euro della Commissione Europea per il sostegno alla ricerca e innovazione nel campo delle batterie.

Ma non solo. L’indagine ha infatti puntato i riflettori sulle capacità proprie dell’industria di crescere in così poco tempo. Sono infatti emersi tre pilastri su cui il settore fonda le basi per lo sviluppo futuro: la consapevolezza di poter attrarre e mantenere talenti – solo il 16% dovrà selezionare una parte del personale al di fuori della EU – la capacità di entrare velocemente in nuovi mercati e disegnare prodotti fortemente innovativi.

A ben guardare, combinando i risultati di quest’indagine alle recenti notizie sull’approvazione e la consegna del piano Next Generation EU da parte della Commissione Europea all’Italia, il futuro che si sta allineando sembra sgombero da nuvole: 220 miliardi di euro disponibili per l’Italia per investimenti nella green economy, nella digitalizzazione dell’industria e nella mobilità elettrica che trovano parte dei settori industriali più coinvolti già pronti a raccogliere la sfida. E un ultimo dato che emerge è particolarmente importante, soprattutto in questo momento dove la carenza di materie prime sta portando i prezzi alle stelle: su questo i due terzi degli intervistati sono d’accordo, vi è l’urgente necessità di riciclare di più, sia per raggiungere prima gli obiettivi di ESG – Environmental, Social, Governance – sia per ottenere materia prima riutilizzabile, in altre epoche destinata alle discariche.

“La pandemia sembra attenuarsi e questo sta portando ad una repentina e crescente domanda globale di materie prime, di semilavorati e trasporti. L’industria delle batterie, oltre a dover far fronte all’immediato, deve crescere in fretta se si vogliono rispettare gli obiettivi al 2025 per cui i rischi legati alla supply chain sono in qualche modo ampliati. L’industria sta trovando alcune soluzioni, tra cui il reshoring di alcune attività, la rilocalizzazione della supply chain, il riciclo di materiali e la manifattura additiva e on demand per rispondere velocemente alle esigenze di flessibilità produttiva e del time to market dei nuovi prodotti”, ha commentato Matteo Carola, Country Manager per l’Italia di Protolabs.

Nonostante le (poche) nuvole all’orizzonte, l’industria dei sistemi di accumulo elettrico in Europa pare sia avviata ad uno sviluppo impressionante, combinato disposto tra la sua capacità di competere e il supporto pubblico ad un mondo più sostenibile.
L’indagine è disponibile in inglese al seguente link: https://ottenere.protolabs.it/batteries/in-charge/

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PROTOLABS Protolabs è il produttore più rapido al mondo di prototipi customizzati e pezzi di serie in volumi ridotti realizzati mediante tecnologie digitali. Protolabs si avvale di sistemi altamente tecnologici impiegando processi avanzati di stampa 3D, lavorazione CNC e stampaggio a iniezione per fabbricare i pezzi in pochi giorni. Il risultato è una rapidità di immissione sul mercato eccezionale a disposizione dei progettisti e degli ingegneri di tutto il mondo.

L’equilibrio dei campioni? Parte tutto dall’alimentazione. Anche nel motociclismo

Scopriamo i fondamentali collegamenti fra allenamento e alimentazione nella preparazione degli sportivi, con un approfondimento su una donna che sta facendo scuola: Kiara Fontanesi

 

(19-07-2021) PARMA – Che il talento e l’allenamento da soli non bastino più per sfondare nello sport è ormai un dato di fatto. Sono sempre di più i fattori che vanno tenuti sotto monitoraggio per crescere nelle prestazioni agonistiche. Scienza e tecnologia sono ormai due costanti fisse nell’agonismo professionistico. Soprattutto negli sport dove tutto si gioca sui centesimi di secondo, come il motociclismo.

Centesimi che si limano… mangiando
Nel complesso mondo del motorsport al talento e alla costanza sono stati affiancati ricerca e medicina. Nella Motor Valley italiana ci sono diverse Academy dove prima della potenza dei motori viene la capacità dei piloti di andare forte. Entrare nello spazio della K8 MX Training Academy di Kiara Fontanesi apre gli occhi davanti a questa nuova generazione di allenamenti. La campionessa di motocross femminile (6 mondiali vinti e 2 europei a squadre per la Nazionale italiana) ha riunito uno staff di professionisti che allena i campioni del futuro in tutte le specialità sportive, oltre che del cross e delle corse su pista. “Abbiamo studiato con i nostri fornitori un percorso dettagliato in ogni singolo aspetto – spiega Kiara – in particolare sull’alimentazione abbiamo raggiunto grandi risultati lavorando sulle intgrazioni naturali, per migliorare brillantezza e crescita dell’attitudine”.   

La condizione fisica che include quella psicologica
Che la condizione fisica sia l’aspetto più importante nella vita del pilota motociclistico è risaputo. Ma negli ultimi anni in questo termine è entrato a far parte anche il miglioramento dell’attitudine mentale all’agonismo della gara. Reattività, riflessi, lucidità, velocità nello scegliere l’azione giusta per arrivare alla vittoria: sono questi parametri psicologici, queste “soft skills” che possono migliorare grazie ad un’alimentazione integrata. “L’alimentazione e l’allenamento cambiano il fisico e la mente degli atleti – continua Kiara – e in K8 non diamo regole ferree, ma percorsi che aiutano a focalizzarsi meglio, ad avere più risorse quando serve. La benzina che mettiamo nel nostro corpo non deve alimentare solo i muscoli, deve allenare anche la mentalità”.   

Come funzionano le diete integrate?
A spiegare meglio come funzionano questi nuovi sistemi di alimentazione sportiva è Francesco Ravasini di AVD Reform: “La nostra azienda è da sempre al fianco di Kiara e siamo orgogliosi che i nostri prodotti vengano usati nell’integrazione alimentare di chi punta a diventare un atleta e un pilota di primissimo piano. Le formulazioni della linea AVD Sport hanno l’obiettivo di migliorare le performance fisiche e mentali dello sportivo sotto stress psicofisico. Le proprietà dei nostri integratori pensati per gli atleti sono verticalizzate su questo. Non sono integratori alimentari per la muscolatura, ma svolgono un sostegno metabolico, favoriscono l’ossigenazione cellulare, il recupero muscolare e ottimizzano la prestazione fisica”.

Questa settimana però torna il momento della pista. Kiara Fontanesi infatti ha terminato la preparazione pre-campionato, e sta per affrontare il mondiale WMx a partire dal weekend di Loket, in Repubblica Ceca.  “L’obiettivo – spiega Kiara – è assolutamente il risultato migliore: vincere il campionato del mondo. Abbiamo sempre corso per questo obiettivo in tutte le gare. Sono molto contenta di come arriveremo alla prima gara del Campionato del mondo –  che si disputa il prossimo 25 di luglio –  perché siamo reduci da una gara di Campionato italiano in cui correva l’avversaria che gioca il titolo del mondiale con me. Io ho vinto tutte e due le manche e ho totalizzato il miglior tempo in qualifica, quindi è stato un ottimo allenamento in vista della prima del mondiale. Arrivo pronta sia mentalmente ma anche fisicamente e anche con la moto. Abbiamo tutto in regola per giocare al meglio il campionato”. Ormai quindi la prestazione si ottiene con un mix complesso di attività, dove l’integrazione alimentare svolge un ruolo importante a fianco dell’allenamento e del talento.

NASCONO I SOCIAL MEDIA MANAGER DELLA CULTURA, UN PROGETTO DELLA PROVINCIA DI PADOVA E FÒREMA

Concluso il corso per i nuovi “promoter digitali” del polo museale padovano. Sinigaglia: “Si rinnova la collaborazione tra Provincia di Padova e Fòrema”

Con il ritorno alla zona gialla in Veneto i musei possono riaprire al pubblico, con le adeguate precauzioni. La Provincia di Padova da tempo ha deciso di spingere nella promozione del polo museale padovano, puntando sulle forme di marketing digitale.

Nasce così il progetto “Mus.Net – MUSeum NETwork – Building Bridges between Cultures” frutto di collaborazione tra la Provincia di Padova e Fòrema, società di Assindustria Venetocentro dedicata alla formazione diretta da Matteo Sinigaglia. Si tratta di un progetto finanziato tramite fondi europei (UE-Creative Europe) per la valorizzazione dei musei sul territorio padovano, un centinaio in tutto. Si rinnova attraverso questo progetto la collaborazione tra Provincia e l’ente di formazione Fòrema, finalizzata alla valorizzazione e promozione del territorio locale, della cultura e del polo museale padovano.

 

“Siamo orgogliosi di aver portato a termine questo corso di formazione che ha messo in relazione un ente pubblico come la Provincia e uno privato come Fòrema per raggiungere un comune obiettivo”, dichiara Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema. “Noi abbiamo messo a disposizione le competenze formative, la Provincia un progetto da implementare. Siamo riusciti a formare delle persone, a proporre delle idee per valorizzare la rete museale padovana che tanto indotto genera sul territorio. Ora si tratta di mettere a terra le competenze e i piani sviluppati. In ogni caso, di questa esperienza rimane il dialogo produttivo tra Provincia di Padova e Fòrema, un modello che auspichiamo prosegua nei prossimi anni”.

 

“Sono particolarmente soddisfatto della sinergia realizzata con Fòrema, – ha dichiarato Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova – perché la formazione è fondamentale e strategica in tutti i settori, soprattutto in questo momento particolarmente difficile. La nostra rete museale è un fiore all’occhiello, sono luoghi da vivere, ricchi di arte, storia e cultura ed è giusto farli conoscere con piani di comunicazione adeguati perché la nostra regione fonda la sua ricchezza in questo grande patrimonio sul quale ruotano il turismo, la ricettività e l’accoglienza. I musei della Provincia sono ben inseriti nel contesto ambientale e storico del territorio e offrono dei momenti di svago in assoluta sicurezza. La ripartenza ci sarà se adesso riusciremo a mantenere viva la vitalità intellettuale e la creatività. Auspico che questo progetto sia solo l’inizio di una collaborazione più continuativa e proficua anche in diversi ambiti, un impegno, una sollecitazione e una responsabilità per non ribadire il presente, ma per costruire il futuro”.

 

Il progetto si è concretizzato in un corso di formazione finalizzato a formare operatori capaci di fare una capillare promozione della rete museale di Padova, attraverso gli strumenti digitali e i social network. I social media manager della cultura e dei musei padovani. L’iniziativa si è sviluppata attraverso un corso intensivo on line di 72 ore nel mese di dicembre 2020 per un totale di 3 settimane di formazione. Vi hanno partecipato persone provenienti da esperienze lavorative diverse, sia di tipo amministrativo che commerciale.

A condurre le lezioni è stato Mauro Mazzetto, esperto nell’ambito della comunicazione, nuovi media e organizzazione aziendale. I partecipanti al corso hanno sperimentato la nuova modalità didattica implementata per l’occasione e definita “learning by doing” (imparare facendo), elaborando un piano attuativo di marketing per i musei padovani.

L’approccio non è stato quello della lezione teorica da parte del docente, quanto quello pratico. Per imparare infatti i discenti sono stati chiamati ad elaborare, con l’assistenza di Mazzetto, un proprio progetto di marketing per il polo museale di Padova. Le linee guida su cui si è sviluppato il progetto sono state presentato durante un incontro avvenuto il 3 dicembre cui ha partecipato Alessandra Tormene della Provincia di Padova.

Il corso si è concluso il 23 dicembre con la presentazione del progetto di marketing elaborato dai partecipanti. Un piano da sviluppare nell’arco di un anno e mezzo attraverso alcuni “Open Day” da realizzarsi presso le sedi museali.

 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

 

IL DOCENTE: MAURO MAZZETTO Mauro Mazzetto, nato a Venezia, è un esperto nell’ambito della comunicazione, nuovi media e organizzazione aziendale. Ha sviluppato e lavorato in progetti sia in ambito strettamente aziendale fino al socio-culturale nonché in ambito tecnico/produttivo e consulenziale/formativo. Esperto di grafica, video, UX/UI design e linguaggi web collabora con molte aziende ed enti per lo sviluppo di progetti che vanno dal design Thinking, lo sviluppo di prodotto e le campagne di marketing attraverso metodologie ispirate al Growth Hacking.

 

FÒREMA Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia: tra il 2017 e il 2019 ha mobilitato oltre 16 milioni di euro per la formazione delle imprese tra Fondimpresa, Fondirigenti, FSE e altri fondi. Solo nel 2019 ha formato 23.000 persone, tra occupati (dagli apprendisti ai manager), soggetti in cerca di lavoro o di ricollocamento (neet, giovani under 30, disoccupati e over 50), personale della pubblica amministrazione e delle scuole. Nel mentre, ha erogato 58.400 ore di formazione a 1.548 aziende, oltre a 50.000 ore di e-learning.

 

LA PESCA ORA E’ UNA MODA, VILLARI LANCIA IL BASS FISHING WORKSHOP

Sport per i vip negli Stati Uniti, pratica in ascesa in Italia. A Vicenza un dj decide di cambiare vita e dedicarsi da professionista alla pesca del Black Bass. Alessandro Villari: “Non uccidiamo i pesci, le go pro in barca per immortalare la giornata: sempre più giovani appassionati, ormai è cool pescare”

 

Il Bass Fishing è una disciplina sportiva che sta spopolando negli Stati Uniti. Attori, giocatori di Nba e di football, ma anche cantanti e vip: tutti si immortalano con la canna da pesca in mano per poi diffondere su Instagram le loro immagini. L’era del pescatore solitario e povero è ormai retaggio del passato, ora andare a caccia della Black Bass è similitudine di amore per la natura (il pesce viene infatti rilasciato vivo in acqua dopo esser stato pescato), ma anche di stile. Chi va in barca ormai cerca l’outfit perfetto, raccontarsi con video e foto sui social è diventata una mania.

A Bassano del Grappa, nel Vicentino, c’è forse il miglior interprete di questa nuova tendenza, a metà tra costume e sport. Si chiama Alessandro Villari, ha 47 anni e due generazioni di appassionati della movida lo conoscono perché è dj molto noto col nome di “Bad Boy”, oltre che titolare del negozio di abbigliamento Tcb e personaggio iconico anche per i suoi tatuaggi. Da trent’anni pratica il Bass Fishing, la sua è una passione naturale. E da qualche anno è tra i pochi professionisti del settore in Italia (sono circa 200), capaci di gareggiare nei tornei nazionali e internazionali e attrarre l’ammirazione delle decine di migliaia di appassionati.

“Quando si pesca all’aria aperta ci si rilassa e si rompono le convenzioni sociali”, spiega il “bassman”, che è stato tra i primi ad organizzare dei “bass fishing workshop” forte della sua esperienza (vanta una media di 250 giorni all’anno in acqua). “Porto le persone sul lago, a bordo di una barca realizzata appositamente. Usiamo esche al 100% artificiali, mulinelli e canne da pesca per tutti. Senza dimenticare la go pro, per riprendere i momenti delle catture”. La sua patria elettiva è il lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, dove le Bass Boat solcano l’acqua a caccia del Black Bass.

Qui e in altri meravigliosi specchi d’acqua – citiamo ad esempio il Lago di Garda – Villari organizza – dei corsi per i ragazzi che vogliono avvicinarsi alla disciplina. Non solo, in collaborazione con la sede del suo Club di Selvazzano, nel Padovano, della MLF (Major League Fishing) ha organizzato raccolte di fondi, senza dimenticare un’asta di beneficenza nella quale, vendendo la propria attrezzatura personale, ha raccolto 6.500 euro per Vicenza for Children. “In un anno, ho portato 350 giovani alla scoperta del Black Bass e di quello che intendiamo noi per pesca sportiva”, racconta ancora Villari. “Da marzo a novembre la stagione è aperta, anche se poi si pesca tutto l’anno, vivere all’aperto è un toccasana per il fisico e per la mente. Organizziamo anche giornate di conservazione ambientale, per raccogliere i rifiuti dai laghi e dai corsi d’acqua.

 

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – IL BASS FISHING

Con il termine “bass fishing” si indica una tecnica di pesca sportiva, effettuata con il solo uso di esche artificiali, sia rigide che in gomma, praticata per insidiare il persico trota, che in inglese è chiamato appunto black bass. Negli Stati Uniti, il persico trota è stato insidiato con esche artificiali già a partire dalla fine del XIX secolo. Dal 1967 Ray Scott, un commerciante d’auto, fonda la B.A.S.S. (Bass Anglers Sportsman Society) e organizza i primi “tournament” di bass fishing, che si svolgono dalla barca e che sono espressamente dedicati alla pesca del persico trota con esche naturali. Da questo momento l’ascesa del bass fishing è inarrestabile, facendo nascere tra l’altro una vera e propria industria dedicata, dalla produzione di imbarcazioni specifiche (le cosiddette Bass Boat) a quella dei vari componenti dell’attrezzatura: canne, mulinelli, fili, esche, ecoscandagli, motori elettrici. Una grande rivoluzione nell’attrezzatura consiste nella comparsa delle cosiddette soft baits, ovvero esche in gomma, che dal punto di vista tecnico hanno permesso di pescare in posti (o “spot” come si dice nel gergo del bass fishing) altrimenti irraggiungibili con le classiche esche dotate di ancorette quali hardbait e cucchiaini rotanti e ondulanti. Oggi questa tecnica di pesca è considerata uno sport a tutti gli effetti, tanto che esistono in tutto il mondo diversi tornei di bass fishing, alcuni dei quali anche molto prestigiosi e con premi da capogiro (nel bassmaster classic, che si svolge negli Stati Uniti d’America, il primo premio ammonta a diverse centinaia di migliaia di dollari). Il bass fishing può essere praticato sia da riva, che da natante, dotato di motore elettrico, a scoppio, o nel caso delle bassboat, da entrambi. In tempi recenti sta prendendo molto piede tra gli appassionati anche il famoso belly boat, che in italiano viene chiamato “ciambella”, una sorta di poltrona, che ai lati è dotata di due camere d’aria, mentre fra queste ultime si trova la seduta dove il pescatore si posiziona per pescare.

 

REMOTE WORKING E DONNE NELL’ERA DIGITAL, IL COVID NON FERMA LA FORMAZIONE DI FÒREMA A PADOVA

Il lavoro nell’epoca della pandemia è al centro di tre incontri formativi. Il 23 ottobre in cattedra i casi di Corvallis, Xylem e Crispy Bacon per spiegare com’è cambiato il modello di azienda veneta in smart working. Il 29 ottobre a relazionare il campione del rugby Mauro Bergamasco. Il 3 novembre si parla del ruolo delle donne nel mondo del lavoro digitale con Paolo Gubitta

 

Le restrizioni del Covid non fermano la formazione di Fòrema a Padova. Nei prossimi giorni sono fissati tre importanti appuntamenti, che alla luce delle recenti normative saranno tutti gestiti come webinar on line per garantire la sicurezza di relatori e ospiti.

Il primo, “Smart working let’s do it”, è programmato per il 23 ottobre. Nel pieno della pandemia di questa primavera, le aziende hanno dovuto accelerare sul fronte dell’introduzione di modalità di lavoro agile. Fòrema ha riflettuto attorno al tema col progetto “Smart organization per donne, senior e talenti in azienda”, realizzato grazie al contributo della Regione Veneto e al finanziamento del Fondo Sociale Europeo.

“Smart working, work-life balance, nuovi modelli organizzativi, lavoro agile, persone flessibili e competenze dinamiche: sono questi i driver che le aziende oggi devono affrontare con dedizione, il ruolo della struttura HR è sempre più importante”, spiega il direttore di Fòrema, Matteo Sinigaglia. “La nostra idea è quella di supportare l’ufficio hr coinvolgendo donne, lavoratori senior e i cosiddetti millennials a sviluppare le competenze necessarie a queste nuove grandi sfide”.

A guidare la giornata e il racconto degli imprenditori ci sarà Luca Giuman, membro del comitato scientifico Digital Meet, presidente del Cda di Datasoil. In particolare, saranno spiegate le esperienze di tre aziende che durante il lockdown hanno reinventato il loro approccio al lavoro: Corvallis col direttore Daniele Melato è riuscita ad organizzare il “remote working” per circa 1.600 dipendenti, dotando i lavoratori di sistemi all’avanguardia per la gestione dei flussi di lavoro in remoto. Ma ci sarà anche Marco Volpe, co-founder di Crispy Bacon, software house che ha trasformato il suo modello organizzativo completamente in modalità smart ed infine Melissa Sanvido, hr business partner per Xylem, che ha avviato il progetto di smart working, prima dell’emergenza Covid intendendolo come driver per un cambiamento culturale per le persone e per il proprio business.

 

Il 29 ottobre sale in cattedra il campione del rugby Mauro Bergamasco, oggi coach e trainer esperienziale, che parlerà ad una cinquantina di persone per accompagnarle in un percorso di rivisitazione delle competenze più richieste nel mondo del lavoro attuale e del prossimo futuro. Le tecnologie digitali oggi pervadono tanto la vita quotidiana che quella professionale e, benché sembri un passaggio semplice, non lo è: impone infatti cambiamenti nella routine lavorativa delle persone. Per questo Bergamasco insieme ai partecipanti trascorrerà una giornata formativa. “L’obiettivo è quello andare alla ricerca del proprio talento e della propria capacità di adattarsi ai cambiamenti, per questo il percorso di formazione ci condurrà ad una maggiore consapevolezza di sé e dei propri punti di forza”, spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema.

 

Infine, il 3 novembre è in agenda un focus sul ruolo della donna nelle aziende che sempre più si stanno convertendo al digitale: la conciliazione dei tempi tra impegni famigliari e aziendali è la nuova frontiera dello smart working. A tenere le redini del workshop di quattro ore dal titolo “Digital skills for hybrid job” sarà Paolo Gubitta, professore di business organisation e family business dell’Università di Padova. “Il nostro obiettivo è favorire le opportunità di inserimento delle donne all’interno del mondo del lavoro attraverso percorsi di ibridazione delle competenze e trasferimento delle digital skills”, conclude Baldo. “Le attività previste dal progetto affrontano sia tematiche inerenti a figure professionali specifiche, quali il digital HR manager, il controller di gestione 4.0 e l’e-commerce manager, sia tematiche relative a competenze informatico-digitali. Inoltre, sarà possibile accedere ad un percorso di coaching di gruppo”.

 

 

FÒREMA Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro Servizi (la nuova holding delle partecipazioni di Assindustria Venetocentro), oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia: tra il 2017 e il 2019 ha mobilitato oltre 16 milioni di euro per la formazione delle imprese tra Fondimpresa, Fondirigenti, FSE e altri fondi. Solo nel 2019 ha formato 23.000 persone, tra occupati (dagli apprendisti ai manager), soggetti in cerca di lavoro o di ricollocamento (neet, giovani under 30, disoccupati e over 50), personale della pubblica amministrazione e delle scuole. Nel mentre, ha erogato 58.400 ore di formazione a 1.548 aziende, oltre a 50.000 ore di e-learning.

DESIGN GREEN, A BASSANO I GURU DELLA PROGETTAZIONE DI E-BIKE E SCOOTER ELETTRICI

Lo studio Zetaproject.net si specializza nella scelta di materiali ecologici e nelle forme “naturali” grazie alla progettazione avanzata in 3D. I titolari: “Richieste di mezzi green, boom dopo il Covid”

 

L’ecosostenibilità e il rispetto dell’ambiente sono ormai prioritari in tutti i settori. Anche nel mondo della progettazione meccanica, ormai, la sensibilità green è premiante. E a Bassano del Grappa, nel Vicentino, è nato uno studio di progettazione che si sta distinguendo a livello nazionale per i propri progetti di green design collegati alla mobilità sostenibile. A fondare la società due creativi della progettazione, Mirko Zen e Andrea Costi che hanno fuso le loro competenze dopo 25 anni di carriera professionale, li unisce la passione e l’esperienza nella progettazione e grafica 3D.

Più di tre anni fa hanno deciso di aprire lo studio Zetaproject.net a Bassano del Grappa, che ha come fiore all’occhiello il design green. Tra le progettazioni realizzate, da citare uno scooter elettrico attualmente in commercio e un monopattino, ma anche biciclette elettriche tra le più innovative: le aziende che lavorano nel settore della mobilità sostenibile ormai li considerano dei guru del settore.

“Siamo tra i pochi studi che hanno un know how decennale nella progettazione 3D e una specifica sensibilità per il green nel design”, spiegano Zen e Costi. “Proponiamo materiali ecologici, come delle innovative plastiche eco-sostenibili. E sappiamo fondere e unire il metallo con le plastiche in forme armoniose, che si ispirano al mondo naturale per la raffinatezza dello stile. Chi si muove su e-bike o su monopattino vuole l’eccellenza nel proprio prodott.o, che è uno stile di vita. E noi sappiamo darglielo grazie alla modellazione avanzata in tre dimensioni”.

Il modello di business e creatività che hanno messo in piedi funziona, complici anche le richieste in aumento dopo il Covid e con la rinnovata voglia di vita all’aria aperta. In alcuni casi lo studio consegna “chiavi in mano” il prodotto grazie alla collaborazione con partner terzi capaci di dar forma concreta ai loro progetti.

E se questo è il settore dove nel futuro Zetaproject.net vuole crescere maggiormente, va detto che nel curriculum di Zen e Costi ci sono progettazioni meccaniche in quasi tutti i settori: dai forni per ceramica alle macchine fusorie per metalli preziosi in pressione controllata, attrezzature e macchine per l’asservimento presse, presse multitesta interfacciate alle macchine anche con l’ausilio di robot antropomorfi, macchine surgelatrici di grandi dimensioni, macchine automatiche e pick and place, dosatrici per il packaging, lavatrici industriali ad ultrasuoni, purificatori d’aria, distributori automatici, macchine ad uso alimentare e per la marcatura laser, attrezzature per l’assemblaggio in produzione di piccolissime, medie e grandi dimensioni lavorando in piena sicurezza rispettando in pieno i dettami della lean production.

DONATELLA, LA COACH DELLA PELLE CHE INVENTO’ IL PRIMO RITUALE AL MONDO ALLA POLVERE DI DIAMANTE

L’alchimista bresciana della skincare presenta il rivoluzionario trattamento anti-age che fa brillare il volto. È la sua ultima ricetta, arriva dopo decenni di studi. Tutto è iniziato con un’acne adolescenziale, adesso gestisce la beauty routine dei vip

La storia professionale di Donatella Colangelo inizia con un’acne virale. Aveva 16 anni quando il suo viso si deturpò. Lei provò di tutto: creme, consulti, trattamenti. Ma nulla le risolveva il problema, che di tanto in tanto persino peggiorava. Solo a 26 anni è riuscita a trovare la soluzione: da sola, da autodidatta. “A forza di studiare sui manuali le ricette per comporre le creme, sono riuscita a trovare quella che faceva al caso mio: la bava di lumaca purissima al cento per cento”, spiega la lady del beauty, che oggi ha 42 anni e che nel 2015 ha fondato Seticrei, azienda che opera nella cosmesi naturale di lusso. “Non me ne ero ancora resa conto. Ma dalla mia esigenza personale era ormai nata una passione, e dalla passione a poco a poco stava per nascere il mio destino professionale”.

Mentre Donatella studiava (negli anni, ha anche portato a termine il master in scienze e tecnologie cosmetiche dall’Università di Ferrara) la sua vita era ritmata prima dal lavoro in banca e poi dalla collaborazione con lo studio di commercialisti dei genitori. Fino a quando, dopo aver instaurato delle collaborazioni con dei piccoli laboratori cosmetici artigianali, decise di proporre al mondo le proprie ricette, fondando l’azienda che ha sede a Castelletto di Leno, in provincia di Brescia. Oggi Seticrei è specializzata nella realizzazione di linee di cosmetici naturali per tutti i tipi di pelle. Spiega Donatella: “Ogni mia ricetta è “dermofila”: asseconda l’andamento della pelle, organo vivente a volte trascurato”.

Alla base di Seticrei oggi c’è il concetto di rinascita. Ogni giorno ci si può ricreare, ricostruirsi. E Donatella è un coach della pelle, guru della bellezza. “Il mio lavoro si concentra sulla realizzazione di veri e propri rituali di bellezza”, così lei spiega la sua filosofia basata sull’educazione cosmetica rivolta al cliente. “Il mio obiettivo principale non è solamente migliorare l’aspetto e la salute della pelle, ma sensibilizzare le mie clienti alla conoscenza dei prodotti cosmetici, insegnare loro a leggere le etichette. Abbiamo anche fondato una Academy, per noi è fondamentale che siano noti gli elementi che vanno a comporre il prodotto. Alla base di tutto c’è l’Inci, l’International nomenclature of cosmetic ingredients, una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti presenti all’interno di un prodotto cosmetico”.

Un percorso formativo, questo, che affascina chi la incontra. E che viene oggi proposto anche in centri estetici esclusivi di Brescia, Milano e Montecarlo. Nel corso degli anni, molti vip del mondo dello spettacolo si sono affidati a lei: sulla sua pagina Instagram ci sono alcuni dei loro volti. Attori e presentatori televisivi che si sono rivolti a Seticrei solo tramite passaparola, per provare trattamenti esclusivi.

Come ad esempio l’unico rituale da cabina al mondo che utilizza polvere di diamante nebulizzata, che poi viene massaggiata direttamente sul viso. Esistono peraltro creme al diamante, ma è la prima volta che la polvere di diamante naturale viene usata pura in un trattamento estetico, un’innovazione assoluta che ha un ruolo di anti-age per la pelle e dona anche una preziosa brillantezza al volto.

Il diamante è infatti minerale perfetto per la salute e la gioventù della pelle: le restituisce un aspetto giovanile mediante l’attivazione di naturali processi anti-invecchiamento. Inoltre, la protegge dagli effetti nocivi del sole e dell’inquinamento. Non solo: i diamanti vengono impiegati anche per la loro struttura fisica. Sotto forma di microcristalli o microparticelle di diversa taglia, sono elementi essenziali per rinnovare l’epidermide e rimuovere le impurità che la intossicano.

“Andiamo a nutrire la pelle con oligoelementi che attivano le reazioni chimiche vitali delle cellule, intervenendo nella microcircolazione epidermica”, conclude Donatella. “Abbiamo aggiunto i peptidi, aminoacidi utilizzati per la loro efficacia anti-aging. Sono sostanze “messaggere”: sull’epidermide si trovano delle strutture composte da zucchero, polisaccaridi, che hanno la funzione di ricettori. Questi recettori captano le sostanze messaggere generate dai peptidi e lo trasmettono al nucleo della cellula, che genera una pelle più sana e luminosa. Siamo orgogliosi di questa linea, è meraviglioso vedere la luce che crea sui volti di chi la usa”.

SCHEDA – IL RITUALE DA CABINA ALLA POLVERE DI DIAMANTE
Per ottenere i benefici derivanti dalla polvere nebulizzata di diamante naturale sulla pelle, Seticrei ha creato un rituale da cabina, unico a livello mondiale, che prevede il massaggio del viso. Eccolo:

Inumidire il viso con acqua tiepida
Detergere a fondo la pelle con LATTE DETERGENTE AL CAVIALE
Risciacquare il latte detergente con acqua tiepida
Sulla pelle umida ma non bagnata procedere con:
GOMMAGE VISO, se la pelle si presenta impura, con grana spessa;
LEVIGANTE VISO DELICATO, se la pelle si presenta secca o sensibile;
Risciacquare il viso dal GOMMAGE o LEVIGANTE VISO DELICATO
Preparare l’ALGINATO da stendere sul viso utilizzando le seguenti dosi: 3-4 cucchiaini di polvere con 15 ml di soluzione da mescolare insieme
Lasciare in posa l’alginato 30/40 minuti, dopo 15 minuti la cliente inizia a sentire la pelle che tira e poi sempre di più
Rimuovere l’alginato con acqua tiepida
Asciugare perfettamente il viso
Prendere l’OLIO AL CAVIALE e mescolare la polvere di diamante naturale insieme all’olio e procedere con un massaggio che coinvolga il decoltè, zona cervicale e viso.
Prendere la POLVERE DI DIAMANTI NATURALI (flacone da 5 ml) e cospargere il viso di polvere
Il massaggio dovrà durare almeno 15/20 minuti
A massaggio terminato cospargere nuovamente il viso con il FINISH DIAMOND picchiettando
A massaggio terminato mettere il SIERO DIAMOND da cabina su tutto il viso, che va agitato prima di essere utilizzato

 

ECOMM FASHION 2020: A RISCHIO CHIUSURA 17.000 NEGOZI

È in corso su e-comm.events la prima digital convention nazionale interamente dedicata al mondo della moda italiana dove si è da poco conclusa l’Assemblea Plenaria con la partecipazione dei Presidenti di Assocalzaturifici e Federpreziosi oltre al Segretario Generale di Federazione Moda Italiana. Tre negozi su quattro stanno registrando fatturati in calo.

Si è aperta stamattina la digital convention ECOMM FASHION, gli “Stati Generali” della moda italiana, che radunerà nel corso dell’intera giornata molti top player del settore per fare il punto della situazione in un momento di grandi cambiamenti. “È cambiato tutto dopo il COVID, e oggi assistiamo ad uno smarrimento senza precedenti per il nostro settore. Riteniamo quindi che proprio in questo momento ci sia bisogno di unione, e che ci sia bisogno anche di traghettare un cambiamento. Una vera e propria rivoluzione. E la rivoluzione passa attraverso tecnologie, passa attraverso informazioni ma passa soprattutto attraverso un cambio di mentalità”, apre così l’Assemblea Plenaria Bassel Bakdounes, Ceo di Velvet Media, holding veneta organizzatrice dell’evento digitale.

Durante l’Assemblea Plenaria appena conclusa, ove sono intervenuti i principali esponenti delle associazioni di settore, Massimo Torti, Segretario Generale della Federazione Moda Italia, ha segnalato nuovi dati elaborati dal proprio centro-studi inerenti il segmento moda. Dei 115.000 punti vendita in Italia, pari ad una forza lavoro di circa 313.000 addetti, dopo il 18 maggio, data di fine lockdown, hanno riaperto il 94% di cui il 76% hanno fatto registrare forti cali di fatturato, soprattutto nelle grandi città e nei centri storici privi di turismo. Da qui le stime, che prevedono perdite di circa 15 miliardi di consumi con il rischio di chiusura di 17.000 punti vendita e di conseguenza perdita di 35.000 posti di lavoro. Altrettanto significativa la percentuale di digitalizzazione dei punti vendita, a chiusura del 2019 solo il 36,2% dei punti vendita aveva già un sito web mentre il 67,1% utilizzava almeno i social network. “I confini tra fisico e virtuale si attenuano. Il negozio fisico non è destinato a tramontare ma ad evolversi. Evoluzione è il concetto chiave.” sottolinea Torti.

Un quadro altrettanto complesso quello presentato in anteprima da Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici. Dall’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda e presentata in anteprima ad Ecomm emerge un quadro difficile. Nel primo trimestre del 2020 le imprese del comparto calzaturiero hanno accusato una flessione media del fatturato pari al -38,4%, con una perdita complessiva stimata in 1,7 miliardi di euro. Nel dettaglio il 60% delle aziende calzaturiere a campione ha registrato, nei primi tre mesi 2020, un calo del fatturato compreso tra il -20% e il -50% rispetto all’analogo periodo 2019; un ulteriore 20% degli interpellati ha rilevato una contrazione superiore al -50%.  Se guardiamo alla raccolta ordini le prospettive non sono migliori: il 46% delle aziende intervistate ha indicato un calo tendenziale nel primo trimestre compreso tra il -20% e il -50%; il 37% ha subìto un arretramento superiore al -50% con un decremento medio degli ordinativi pari al -46,2%. Spiega Badon: “Ci troviamo chiaramente di fronte a sfide impegnative e definitive nella loro capacità di plasmare l’industria e il mercato. I fattori del cambiamento che ciascuno di noi stava affrontando negli ultimi anni – l’esplosione dei canali digitali di vendita, accelerazione e disintermediazione nei processi di acquisto e progressiva selezione della distribuzione tradizionale multimarca – sono diventati in pochi mesi la condizione normale in cui operano gli imprenditori.”

Infine Steven Tranquilli, Direttore di Federpreziosi, conferma che anche un settore tendenzialmente conservatore come quello dei preziosi sta avviando l’integrazione tra canali tradizionali di vendita e mondo digitale. Sebbene con un po’ più di ritardo nella trasformazione, i dati segnalano che il 48,1% delle gioiellerie ha sia un sito web che un profilo sui social network, di cui il 22,6% ha soltanto profilo social mentre il 29,3% non ha alcuna strategia di comunicazione.

ECOMM FASHION 2020 7 LUGLIO 2020 – GLI “STATI GENERALI” DELLA MODA ITALIANA

Il futuro del retail, la rivoluzione digitale e l’evoluzione della sostenibilità sono i principali temi affrontati da Ecomm Fashion 2020, prima digital convention organizzata da Velvet Media che riunirà, in un luogo d’incontro virtuale, molti dei principali player del settore per segnare un punto di svolta nella ricostruzione del sistema moda Italia partendo dal dibattito e dal confronto sugli epocali cambiamenti in atto.

 

L’industria della moda italiana è stata tra le più colpite dalla pandemia ed il lungo lockdown dovuto a Covid 19 ha generato fortissimi disagi a tutta la filiera. Dallo stop alle fabbriche, al crollo delle vendite dei canali retail fisici passando per il blocco alle esportazioni oltre i confini. Il risultato di questa crisi globale ha fatto registrare nel mercato moda Italia rilevanti segni negativi a chiusura del primo trimestre 2020. Tuttavia, un incoraggiante segnale positivo è stato registrato dai canali retail digitali, a testimonianza della necessaria accelerazione nella trasformazione digitale delle aziende che porterà a nuovi target di riferimento ed a nuovi stili di vita. Di assoluto rilievo il riferimento alla Generazione Z, tra i principali fruitori dei canali digitali come e-commerce e social media, che manifesta sempre con più convinzione la necessità di stili di vita che diano più importanza a scelte sostenibili, moderate e consapevoli.

Prende spunto da questo scenario l’esigenza di convocare una sorta di “Stati Generali” della moda italiana in un evento digitale come Ecomm Fashion 2020 programmato per il prossimo 7 luglio e organizzato da Velvet Media, holding veneta del marketing e della vendita online.

Bassel Bakdounes, ceo di Velvet Media e promotore della convention digitale, spiega: “La digitalizzazione nel settore della moda ha subito una accelerazione di dieci anni in poche settimane. Per rispondere a questo cambiamento radicale, le aziende oggi devono evolvere il proprio modo di fare business. Attraverso questi “Stati Generali” vogliamo fornire alle realtà del fashion le informazioni, le competenze e gli strumenti più innovativi per affrontare il contesto attuale e mettere fine all’apocalisse del retail”.

Federazione Moda Italia, Assocalzaturifici, Federpreziosi, Polimoda, Università Bocconi di Milano, Facebook, Alibaba, Digital Media Research, Bain & Company Italia, Launchmetrics, sono solo alcuni dei protagonisti che, insieme ad oltre 70 speaker, si alterneranno in 2 assemblee plenarie, 48 workshop e 6 talks nella giornata del 7 luglio 2020 dalle 9.30 alle 19 sulla piattaforma https://e-comm.events .

Un dialogo diretto e mirato tra Imprenditori, Manager, Istituzioni e Opinion Leader per presentare numeri, iniziative, progetti e strumenti per comprendere, affrontare e gestire al meglio i nuovi scenari che caratterizzeranno il sistema moda italiano e internazionale in diverse “stanze virtuali” tra cui una virtual room plenaria, 8 meeting room dedicate a workshop tematici, 3 sale talk ed un Expo con oltre 50 stand virtuali in cui programmare video incontri B2B.

Addetti ai lavori, stampa e tutti gli utenti interessati potranno liberamente registrarsi al link https://ecomm.events per partecipare al dibattito su novità, considerazioni e strategie inerenti il panorama moda Italia con la possibilità di intervenire e porre domande nelle stanze appositamente adibite.

LA SVOLTA GREEN DI BASPED, CONSEGNE IN BICI E COL TRENINO ELETTRICO

La divisione di Bracchi Group dedicata all’express delivery lancia la propria rivoluzione ambientalista. Ottocentomila spedizioni all’anno, le sfide delle consegne con le bici in Nord Europa e col treno elettrico sulle Alpi, ma anche attività di waste recovery in Germania e Francia. Lamberto Facchinelli, sales manager: “La fase di lockdown ha spinto Bracchi Group a fare nuovi passi avanti su digitalizzazione e innovazione tecnologica”

La crisi del Covid ha accelerato le innovazioni nel settore della logistica e dei trasporti. I trend sono chiari: trasporti sempre più green e veloci grazie alla digitalizzazione dei processi. Ma anche una nuova sensibilità per raggiungere con mezzi alternativi le città o i luoghi più isolati. Basped, la divisione di Bracchi Group dedicata all’express delivery, durante il lockdown ha sviluppato dei nuovi servizi, destinati a cambiare il modello con cui gli artigiani del made in Italy (ma non solo) spediranno i propri prodotti. Qualche esempio? Le consegne in bicicletta nelle boutique delle capitali scandinave o i trasporti con treni elettrici nelle località alpine, che arrivano dopo le consegne invernali di oggetti di valore negli chalet con il gatto delle nevi e le motoslitte.

Basped ha sposato sempre più la filosofia green, anche grazie a nuove sfide, come quella proposta da un importante brand internazionale, che aveva bisogno di consegne in centri storici interdetti al traffico. Sposando la dottrina ambientalista ben radicata in paesi come Svezia, Danimarca e Norvegia, Basped ha deciso di avvalersi di un network di biker per distribuire capillarmente nei centri cittadini di Oslo, Stoccolma e Copenaghen.  “La componente tecnologica e digitale, l’elevata flessibilità operativa nel soddisfare i clienti, la qualità delle persone – commenta Cristiano Pellizzari, customer service and network manager – rappresentano elementi indispensabili per essere competitivi e vincenti sul mercato”

Peraltro, va detto che tra gli oltre 800.000 pacchi movimentati ogni anno da Basped non mancano consegne che sono vere e proprie sfide. Ad esempio, per rifornire i negozi di Zermatt, nelle Alpi svizzere, i colli viaggiano su mezzi elettrici, a partire da un futuristico trenino. Ma le iniziative green non si limitano all’utilizzo di bici e mezzi elettrici per il trasporto urbano o al privilegiare il trasporto su rotaia quando possibile. Si va dalla flotta di mezzi di proprietà ad alta classificazione Euro 5 o 6 per i trasporti su strada, all’utilizzo di software e tecnologie che ottimizzano tutta la catena di supply chain e riducono gli sprechi. E ancora, razionalizzazione del packaging e riduzione dell’impatto ambientale dei magazzini. Molto importanti anche le iniziative di waste recovery, ovvero il recupero dei materiali di imballo, un servizio effettuato in modo efficace anche in Germania e nell’area metropolitana di Parigi.

Bracchi Group inoltre lavora in ottica green anche dal punto di vista energetico: i magazzini di Fara Gera d’Adda, nel Bergamasco, sono dotati di impianti fotovoltaici e le luci dei magazzini sono tutte al led con un risparmio medio del 65%: nel 2019 il consumo è passato da quasi settantamila Kw mensili a poco più di ventimila Kw. Poi ci sono carrelli elevatori e transpallet dotati di una nuova tecnologia di batterie che usano le ricariche a gas (quindi atossici), scelta adottata ad esempio nella struttura di Bassano del Grappa, nel Vicentino.

“Le parole chiave per la ripartenza sono due: green e digitale”, spiega Lamberto Facchinelli, sales manager di Basped: “La fase di lockdown ha spinto Bracchi Group a fare nuovi passi avanti in termini di digitalizzazione e innovazione tecnologica. Da sempre investiamo molto nell’ambito IT e questo garantisce al nostro customer service visibilità, tracciabilità, tempestività e disponibilità di informazione per i nostri clienti”.

Infatti, proprio in ambito digital la gestione dei servizi per l’ecommerce ha registrato durante l’emergenza una impennata. Basped ha quindi ampliato e diversificato il proprio pacchetto di servizi offerti per l’ecommerce. Questo grazie anche a una sempre maggiore sinergia con Truckpooling, lo strumento di Bracchi Group pensato per supportare le aziende nella creazione, tracciamento e gestione delle spedizioni scegliendo la migliore soluzione in termini di costo-servizio.

LA STORIA DI BRACCHI GROUP Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Dopo esser stata acquisita nel 1968 da Tranquillo Annoni, l’azienda ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi nei Paesi dell’Est Europa. Alla fine degli anni Ottanta Bracchi inizia ad investire nella sua flotta mezzi per imporsi nel settore dei macchinari agricoli. Negli anni Novanta sono stati avviati i primi progetti di logistica integrata e di outsourcing per clienti strategici. Nel 1994 Bracchi stabilisce i suoi headquarters a Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo). In seguito, l’azienda investirà nella costruzione di nuovi magazzini in tutta Europa per espandere il proprio network e nel trasporto internazionale, introducendo servizi di trasporto marittimo e aereo. Nel 1997 viene fondata a Lublin, in Polonia, la prima filiale estera di Bracchi, B.P. Transports, destinata a seguire il traffico da e per l’Est Europa. Nel 2009 la struttura logistica della sede di Fara Gera d’Adda viene potenziata con un nuovo magazzino di 20.000 metri quadri e un nuovo allestimento dedicati ad un cliente che ha scelto Bracchi come partner logistico da oltre 30 anni. Nel 2010 e nel 2012 vengono inaugurati i due poli logistici di Levice e Dunajska Streda in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa. Nel 2015 nasce ad Ettenheim Bracchi Deutschland, la filiale tedesca di Bracchi: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Nel 2017 parte il progetto per un nuovo polo logistico hi-tech nel parco industriale di Kostolné Kračany, ancora in Slovacchia. Grazie ad una superficie di 65.000 metri quadri, offre servizi di logistica standard e integrata a diversi clienti. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa (nel Vicentino) formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Logistic Net, Il Corriere, Basped e Bas Express condividono con Bracchi un approccio orientato al cliente e una forte attitudine all’innovazione. Grazie a questa acquisizione il Gruppo Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e a nuove aree geografiche.