LOGISTICA GREEN, BRACCHI INAUGURA IL NUOVO HUB NEL BRESCIANO

Ventimila metri quadri che ospiteranno prodotti industriali e del design in uno spazio certificato Leed Gold. Il colosso della logistica di Bergamo amplia il proprio perimetro d’azione. L’amministratore delegato, Umberto Ferretti: “La crescita di Bracchi prosegue in chiave sostenibile”

 

Bracchi aumenta il proprio perimetro di azione con l’inaugurazione di un nuovo hub logistico a Castrezzato, nel Bresciano. Il nuovo spazio si svilupperà su 20.000 metri quadri di superficie coperta (in Via Valenca, Polo EST. 35, a meno di un chilometro dallo svincolo di Castrezzato dell’A35), ed è stato progettato secondo elevati standard tecnologici e ambientali. 

L’allestimento del magazzino ha comportato un investimento superiore al milione di euro per Bracchi, per uno spazio che in questa prima fase darà lavoro a circa trenta persone. Il polo offre spazi uffici, ampie aree verdi, numerosi parcheggi e baie di carico e sarà dedicato ad incontrare la crescente domanda dei settori industriale, del design e del lifestyle. Lo spazio logistico è circondato da un’area verde di quasi sessantamila metri quadrati. 

È interessante in particolare la vocazione green ed ecosostenibile del progetto. La struttura, che Bracchi occuperà circa per metà degli spazi, ha infatti ottenuto la certificazione “Leed Gold”, un programma di certificazione volontario che premia un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito. Il sistema di certificazione “Leed Gold” è stato sviluppato dalla U.S. Green Building Council (USGBC), di fatto è il nuovo standard mondiale per le costruzioni eco-compatibili (viene oggi applicato in 40 paesi diversi) e consente di esaltare le caratteristiche green degli immobili.

L’amministratore delegato di Bracchi, Umberto Ferretti, commenta così l’inaugurazione. “Questo nuovo polo logistico di avanguardia ha l’obiettivo di consolidare la nostra posizione di partner strategici al fianco di aziende nostre clienti che sono leader dei propri settori di riferimento”, dichiara. “Una grande area logistica, immersa nel verde, con accesso velocissimo all’autostrada. Un magazzino innovativo anche per le soluzioni tecnologiche e di risparmio energetico che testimonia il grande impegno di Bracchi sui temi dello sviluppo sostenibile. Quest’area sarà strategica per lo sviluppo di Bracchi”.

All’evento inaugurale hanno presenziato le autorità istituzionali, i top client di Bracchi, il presidente del fondo IGI Private Equity Matteo Cirla, tutto il Cda e il management di Bracchi guidato dall’ad Umberto Ferretti.

L’operazione segna un nuovo traguardo nel percorso di crescita di Bracchi, che nel 2021 ha registrato un fatturato di 158 milioni di euro (nel 2020 il fatturato è stato di 142 milioni). Un nuovo importante snodo logistico nella mappa di Bracchi, che conta sedi in Italia, Germania, Polonia e Slovacchia. Un hub strategicamente locato lungo l’autostrada A35 BreBeMi, una delle principali arterie stradali del Nord Italia e in particolare dell’area “Greater Milan”. 

 

SCHEDA AZIENDALE – BRACCHI

Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Negli anni ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi, con l’ampliamento del proprio network logistico e i primi investimenti nel trasporto marittimo e aereo, in Europa e nel mondo. L’espansione della propria flotta mezzi ed i progetti di logistica integrata e in outsourcing hanno permesso all’azienda di imporsi in settori di nicchia altamente strategici, in cui è leader europeo da oltre 40 anni. All’headquarter di Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo), dove vengono coordinate tutte le operazioni a livello nazionale ed europeo, si sono presto aggiunte le filiali estere di Bracchi con sede a Lublin in Polonia, Levice e Kostolné Kračany in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa, e di Ettenheim in Germania: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa, nel Vicentino, formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Nel 2020 è la volta di Peterlini, azienda con sede in provincia di Parma specializzata nel trasporto tecnico eccezionale fino a 100 tonnellate. Grazie a queste acquisizioni Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e aree geografiche, operando nei settori industriale, agricolo, ascensoristico, chimico e della cosmesi, fashion, food & beverage, e-commerce, retail & Gdo. Oggi Bracchi lavora su undici poli logistici e sette filiali regionali per un totale di 300.000 metri quadri di magazzini complessivi, gli occupati sono circa 650 presenti nei diversi stabilimenti. Nel 2021 il gruppo ha chiuso con vendite sopra i 158 milioni di euro, in crescita sui 142 milioni del 2020. Per ulteriori informazioni: www.bracchi.it.

AL VIA IL MESE DELLA PREVENZIONE ANDI: 200 DENTISTI TREVIGIANI EFFETTUANO VISITE PREVENTIVE NEL MESE DI OTTOBRE

Si tratta della 42esima edizione del “Mese della Prevenzione Dentale”. Sarà possibile prenotare una visita preventiva e valutare il proprio stato di salute orale presso 200 dentisti aderenti, distribuiti su tutto il territorio provinciale. Dario Danella, Presidente ANDI Treviso: “La prevenzione è al centro dell’operato del proprio dentista di fiducia”.

 

TREVISO. Torna ad ottobre il “Mese della Prevenzione Dentale” promosso dall’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) in partnership con MENTADENT. Si tratta dell’unico progetto di prevenzione odontoiatrica attivo su tutto il territorio nazionale fin dal 1980. Denominatore comune indiscusso di questa 42° edizione la relazione tra il Dentista di famiglia e il paziente, che parte proprio da un’attenta attività di prevenzione.

In provincia di Treviso sono oltre 200 i dentisti associati ANDI Treviso aderenti all’iniziativa. Presso questi dentisti, i pazienti potranno prenotare una visita preventiva e valutare il proprio stato di salute orale. A seguito del controllo, riceveranno anche un kit per la salute dentale, contenente uno spazzolino, del dentifricio, filo interdentale, il tutto in una box messa a disposizione da MENTADENT.

Lo scopo dell’iniziativa è sottolineare ancora una volta l’importanza della prevenzione. Fare almeno una volta l’anno un controllo generale dal proprio dentista di fiducia è davvero importante – spiega Dario Danella, presidente ANDI Treviso – al fine di mantenere la propria bocca in un buono stato di salute. Non solo per individuare ed eventualmente curare tempestivamente patologie quali carie, parodontiti o altre problematiche del cavo orale. Ma anche per verificare le condizioni di lavori fatti in precedenza quali otturazioni, protesi ed impianti la cui trascuratezza è spesso la causa di gravi problemi. Oltre 200 dentisti associati ANDI Treviso si sono messi quindi a disposizione a titolo volontario per effettuare un controllo a chi lo volesse. Invitiamo dunque i cittadini a non perdere questa importante occasione e fissare un appuntamento per un controllo nel mese di ottobre”.

L’iniziativa coinvolge a livello nazionale e a titolo volontario oltre 10.000 dentisti ANDI. Al termine della visita, ogni singolo individuo riceverà oltre al kit anche utili consigli personalizzati, relativi alla sua salute orale.

Per trovare il dentista aderente più vicino è possibile contattare il numero verde Mentadent 800.800.121 o cercare nei siti di ANDI (www.andi.it) o di MENTADENT (www.mentadent.it) un Dentista ANDI aderente all’iniziativa.

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

ANDI Treviso È la sezione provinciale di ANDI, acronimo di Associazione Nazionale Dentisti Italiani, un sindacato di categoria che accoglie a livello nazionale oltre 26.000 dentisti associati, svolgendo non solo attività prettamente sindacali, ma anche culturali, scientifiche e sociali. Fondata nel 1946 con l’intento di rappresentare i dentisti italiani nel dialogo con organismi nazionali ed internazionali, ANDI è cresciuta sino a diventare l’associazione di categoria più rappresentativa d’Italia. Oggi ANDI si pone quale punto di riferimento ed interlocutore principale per quanti operano, sia direttamente che indirettamente, nell’universo dentale, concretizzando relazioni e vie di comunicazione privilegiate con istituzioni, produttori e utilizzatori, media e opinione pubblica. Le attività svolte da ANDI muovono da una solida base valoriale fondata sul benessere e sull’importanza della salute della persona. In provincia di Treviso sono 508 i dentisti associati ANDI, che si occupano non solo del sorriso dei propri pazienti, ma lavorano anche per tutta la loro vita professionale, per diventare un punto di riferimento costante nel tempo per i loro paziente. Con lo scopo di soddisfare i bisogni di tutte le persone che ogni giorno si rivolgono loro, dando risposte efficaci all’esigenza di benessere della comunità. Costante inoltre è l’impegno degli associati nel territorio al fine di sviluppare un rapporto umano e fiduciario tra il medico e il paziente con un servizio di cure al cittadino che sia completo, aggiornato e sicuro, perché basato sulla presa in carico complessiva della persona e il mantenimento della salute del cavo orale nel tempo. La sezione trevigiana ha una sede fisica in via Bressa a Treviso ed un sito internet www.andi-treviso.it

AL VIA LA QUARTA EDIZIONE DEL SALONE DEL 3D

3DZ ospita l’evento di riferimento nazionale della stampa 3D nel nuovissimo showroom 4.0 di Castelfranco Veneto (TV). Presenti i più importanti brand mondiali del settore stampa 3D. Gianfranco Caufin: “Vogliamo far conoscere alle imprese i vantaggi di questa tecnologia”.

 

Castelfranco Veneto capitale italiana della stampa 3D. Giovedì 29 settembre la città murata ospita la quarta edizione del “Salone del 3D”. L’evento annuale dedicato alle ultime novità del mondo stampa 3D. Si svolgerà nel nuovo Showroom 3DZ situato a Castelfranco Veneto (TV) in via dei Pini, 32. 

Si tratta di un appuntamento di riferimento ormai nel panorama italiano ed internazionale della stampa 3D. L’opportunità per gli operatori del settore e per le imprese interessate di vedere esempi concreti di prototipazione, attrezzaggio rapido, produzione di parti finali e scansioni. Saranno presenti i prodotti dei più grandi brand mondiali di scanner e stampanti 3D tra cui 3D Systems, Markforged, Formlabs, Nexa 3D & Artec 3D. Grandissima novità di questa edizione la presenza della FUSE 1+ 30W di Formlabs, uno degli strumenti più innovativi e veloci attualmente disponibili sul mercato. 

Durante la giornata sono previsti una decina di speech di esperti dedicati a tematiche di settore. Ad esempio su incentivi fiscali e industria 4.0 in riferimento al mondo della stampa 3D, oltre a diverse testimonianze di aziende del territorio che racconteranno come hanno introdotto la stampa 3D e i vantaggi connessi a questa nuova modalità realizzativa. Durante il pomeriggio sarà aperto al pubblico il nuovo showroom, centro di eccellenza sulla stampa 3D. L’evento è gratuito, ma riservato ad aziende. E’ obbligatoria la prenotazione sul sito 3DZ.it

3DZ spa è un’azienda italiana tra i principali distributori europei di stampanti 3D con sede centrale a Castelfranco Veneto (TV) ed altre sedi italiane ad Alessandria, Brescia, Arezzo, Roma. Il 2021 ha visto la riorganizzazione dell’assetto aziendale, con la fusione di tutte le succursali italiane in un’unica spa. Nell’headquarter di Castelfranco Veneto è stato inoltre realizzato un nuovo laboratorio digitale e lo showroom 4.0, dove è possibile toccare con mano le migliori tecnologie di stampa e scansione 3D con oltre 25 stampanti presenti.

“Con questa iniziativa vogliamo dare la possibilità alle aziende di scoprire da vicino i vantaggi della stampa 3D – spiega Gianfranco Caufin, Area Manager di 3DZ – e di ascoltare le testimonianze di chi ha già adottato la manifattura additiva per innovare la propria realtà produttiva”. 

L’evento è inoltre tappa dell’ADDITIVE TOUR 2022 di 3DZ. Un roadshow a tappe in giro per l’Italia finalizzato ad avvicinare le aziende ai macchinari più evoluti e alla miglior tecnologia 3D. Altre tappe saranno Roma 26 ottobre, Firenze 10 novembre, Brescia 24 novembre, località vicine alle sedi locali di 3DZ. Vi saranno inoltre altri eventi mirati dedicati ai clienti 3DZ con lo scopo di aiutarli a sfruttare meglio tutto il potenziale della stampante 3D in loro possesso o del loro scanner 3D, per un totale tra metà settembre e novembre di 15 eventi.

Per maggiori informazioni visitare il sito 3dz.it

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO – 3DZ 

3DZ spa ha sede centrale a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, ed altre sedi staccate ad Alessandria, Brescia, Arezzo, Roma. Fondata nel 2011, l’azienda è specializzata nella consulenza sull’adozione della stampa 3D nelle imprese e nella vendita dei più prestigiosi brand mondiali di stampanti e scanner 3D. Una realtà che ha raggiunto una dimensione globale con l’apertura di 13 filiali tra Italia, Europa e Middle East, capace di servire 2.700 clienti con oltre 2.000 stampanti 3D installate, oltre a scanner e software 3D. Si tratta di prodotti molto tecnici, per questo il gruppo, che oggi si basa su un centinaio di dipendenti, ha come fiore all’occhiello la professionalità dei suoi 33 tecnici specializzati nella gestione di stampanti 3D che operano nel territorio e nei più svariati settori: industriale, meccanico, aerospaziale, automotive, beni culturali, formazione, dentale, medicale e gioielleria. L’headquarter si sviluppa su due piani dove le ultime tecnologie in ambito di stampanti 3D sono ospitate su 2.500 metri quadri, una sorta di enorme laboratorio digitale e showroom, dove si possono vedere all’opera le ultime stampanti 3D prodotte nel mondo, da quelle di dimensioni desktop a quelle che hanno quasi le misure di un’automobile; e poi spazi espositivi di pezzi realizzati che rendono lo showroom una sorta di expo delle novità su tutti i miracoli della fabbricazione additiva. Le stampanti 3DZ sono certificate 4.0; 3DZ offre un percorso di digitalizzazione 4.0 aiutando le aziende ad introdurre la stampa 3D all’interno del proprio processo produttivo e di ricerca e sviluppo.

 

SCHEDA TECNICA – FUSE 1+ 30W di Formlabs

La stampante 3D a polvere con il miglior rapporto tra qualità, prezzo e velocità. Progettata per massimizzare il rendimento e ridurre al minimo gli sprechi, la nuova Fuse 1+ 30W è la stampante 3D a tecnologia SLS compatta e con potenza industriale. Con una velocità senza precedenti e una gamma completa di materiali per la prototipazione rapida e la produzione in-house. Oltre a un sistema efficace per il contenimento della polvere e all’impostazione semplificata, la Fuse 1+ 30W è dotata di un potente laser da 30 W che permette di realizzare prototipi e parti finali in una sola giornata di lavoro, e consente agli utenti di creare nuove applicazioni con materiali ad alte prestazioni come il Nylon 11 CF Powder, il primo materiale rinforzato in fibra di carbonio lanciato da Formlabs. Uno strumento in grado di produrre prototipi funzionali in giornata o centinaia di parti per uso finale a settimana. La nuova Fuse 1+ 30W permette di ottenere un workflow più uniforme, con una riduzione dei tempi di realizzazione e un aumento dell’efficienza.

GLI INGEGNERI FORENSI IN SOCCORSO DEI TRIBUNALI, LA PROPOSTA LANCIATA A TREVISO

Quarta edizione di Treviso Forensic, protagonisti tecnici e Ctu dei tribunali: centinaia i professionisti collegati da tutta Italia. Al centro dell’attenzione una nuova professione, quella dell’ingegnere forense. La presidente dell’Ordine trevigiano, Eva Gatto. “Fondamentale un approccio multidisciplinare ai temi della giustizia”. Il premio “TVF 2022 Award” assegnato a Massimiliano Lega dell’università Parthenope di Napoli

 

L’ingegnere forense è quel professionista che applica i metodi scientifici ai problemi tecnici che si vivono nei tribunali. Tecnica e diritto si fondono e permettono di chiarire eventuali responsabilità civili o penali con chiarezza. Ebbene, questa è una professione del tutto nuova, che proviene dai paesi anglosassoni e che è arrivata in Italia da qualche anno, ma si sta diffondendo solo adesso, al contrario di quella “medica” che si è ben imposta negli anni passati. 

L’ingegnere forense indaga sulle cause e sulle responsabilità operando come consulente tecnico o perito (può essere nominato dalle parti o dal giudice), in un procedimento giudiziario. Le sue competenze sono collegate alle analisi delle motivazioni per cui ci sono un difetto, un danno o un guasto verificatosi per qualunque tipo di costruzione o di prodotto. Si passa dal settore civile (rivolto ai dissesti, ai crolli, all’estimo, all’edilizia), a quello ambientale e industriale in ambito meccanico, chimico ed elettrico. 

Il capoluogo della Marca Trevigiana è salito recentemente all’attenzione degli addetti ai lavori a livello nazionale per la quarta edizione di Treviso Forensic, seminario tecnico di Ingegneria Forense rivolto a tecnici, avvocati, magistrati che operano nel ramo delle scienze tecniche applicate al contesto forense. Durante l’evento è stato assegnato anche il premio Forensic a Massimiliano Lega, dell’università Parthenope di Napoli.

“La figura del tecnico forense non è ancora molto nota. Facendo sintesi si può dire che è un professionista che fornisce risposte scientifiche a problemi di carattere legale e il nostro progetto è quello di creare eventi formativi e occasioni d’incontro tra quanti operano in ambito giudiziario: tecnici, avvocati, magistrati. La materia infatti è molto complessa e serve per questo in approccio multidisciplinare e interdisciplinare”, spiega Eva Gatto, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Treviso. “E’ fondamentale promuove la condivisione dei  metodi scientifici dell’ingegneria per l’analisi di problematiche tecniche all’interno di procedimenti penali, civili ed amministrativi, auspicando con questo di poter contribuire a una migliore amministrazione della giustizia e ad una più diffusa legalità”.

 “Tra presenze e collegamenti in remoto, centinaia di professionisti si sono confrontati per cercare di aiutare i tribunali nelle vertenze più complesse”, aggiunge Gatto. “Abbiamo approfondito temi connessi al settore civile e strutturale, ambiente, acustica, estimo, sicurezza e antincendio, edilizia e urbanistica, impiantistica e informatica. Siamo i primi in Italia ad aver approfondito a questo livello il tema”.

“Molti sono stati gli argomenti di discussione, ma ho riscontrato – spiega Pivato Alberto, segretario scientifico dell’evento – un filo conduttore che li ha uniti ovvero la relazione tra scienza e diritto, tra regola tecnica e regola giuridica. Una relazione complessa e difficile, ma parafrasando all’inverso il Manzoni “questo matrimonio s’ha da fare” perché il fine comune è garantire una migliore giustizia. Mi piace, pertanto, pensare che Treviso Forensic possa essere considerato quale un consulente matrimoniale che cerca di far dialogare i due partner, la scienza e il diritto,  che spesso parlano con linguaggi differenti”.

Entrando nel dettaglio dei temi trattati, Maria Cristina Lavagnolo (Dipartimento ICEA – Università di Padova) ha parlato di economia circolare e dello sviluppo del diritto affrontando i nodi e le fattispecie di controversie legati soprattutto al ciclo dei rifiuti con un occhio di riguardo verso il preoccupante fenomeno delle ecomafie e dei reati ad esso ascrivibili. Focus anche sulla cosiddetta “Giustizia climatica” grazie all’intervento del professor Alberto Pivato (Dipartimento ICEA – Università di Padova). Di “Gestione delle acque e relativi contenziosi” ha parlato invece Andrea Marion (Dipartimento di ingegneria industriale – Università di Padova) analizzando l’interpretazione dei fenomeni naturali e dei loro effetti sulle strutture.

Altro filone è stato quello dell’aggiornamento delle linee guida del CSM in materia di buone prassi nel settore delle esecuzioni immobiliari, ma anche di ingegneria forense applicata all’antincendio con esempi di simulazioni modellistiche per prevenire le cause di esplosioni e incendi, appunto, con gli interventi di esperti, tra i quali Loris Munaro (Direttore interregionale VVF, Veneto e Trentino Alto Adige), Michele Mazzaro, Pierpaolo Gentile e Armando De Rosa della Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica del Corpo Nazionale VVF (Roma), e il Comandante dei Vigili del Fuoco di Treviso, Giuseppe Costa. 

Interessante anche il segmento dedicato alla digital forensic insieme a Paolo Reale, che ha spiegato come avviene la “captazione tramite trojan” (il “captatore informatico” è un malware che viene inoculato nello smartphone o nel pc della persona sottoposta alle indagini garantendo alle autorità il controllo da remoto del dispositivo. Intervento anche del prof. Bruno Barel che ha trattato del rapporto tra regola giuridica e regola tecnica; ma sono state analizzate anche i temi dell’edilizia e, nello specifico, delle dispute concernenti i bonus edilizi, una delle tematiche di punta del seminario per l’importanza economica dell’argomento e in prospettiva per le potenziali dispute future. Ma si è discusso anche della sicurezza in ambiente di lavoro con il prof. Giuseppe Maschio e di sicurezza stradale con l’ing. Fabrizio Mario Vinardi. 

L’evento è stato organizzato da Associazione e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Treviso, con il patrocinio scientifico dell’Università degli Studi di Padova, dell’Università di Genova e dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Tra i promotori, oltre al Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), al Consiglio Nazionale Forense (CNF), alla Federazione Ordine Ingegneri del Veneto (FOIV), anche, Assindustria Veneto Centro, la Consulta e Ordini e Collegi della provincia di Treviso, l’Associazione Nazionale Giuristi Informatici e Forensi (ANGIF), Assoamianto, il Centro di Studi per l’Economia Circolare (CEWMS) e l’Associazione Alumni dell’Università degli Studi di Padova. Con il patrocinio della Città di Treviso e della Provincia di Treviso. 

 

TERMOARREDO GREEN, MAARMO AL CERSAIE: RICICLO DI MATERIALI DI SCARTO E RISPARMIO ENERGETICO

Dal 26 al 30 settembre Maarmo sarà presente al Cersaie. L’azienda friulana è specializzata nei termoarredi completamente riciclabili: nascono dalla polvere di marmo scartata dalla produzione e le vernici sono solo a base d’acqua. Il responsabile divulgazione di Maarmo, Gianpaolo Pezzato: “I nostri processi produttivi sono eseguiti a basse temperature, le quantità di energia usate sono minime”. In fiera la presentazione in anteprima delle ultime novità e modelli

 

Torna dal 26 al 30 settembre a Bologna il Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, uno degli appuntamenti internazionali più importanti per chi si occupa di design, ceramiche e di arredo del bagno che, nell’ultima edizione, ha visto la partecipazione di oltre 62.000 visitatori provenienti da tutto il mondo. In fiera sarà presente anche Maarmo allo Stand 4 (Mall 29-30). L’azienda friulana metterà in mostra i propri prodotti (citiamo il Veneziaa, il Toscana e il Perfetto in tutte le loro varianti di colore e forme). Nell’occasione del Cersaie, sarà presentata anche una novità assoluta, un nuovo modello forgiato dall’expertise del reparto R&D.

“Il design e il rispetto per l’ambiente dei nostri termoarredi sono per noi valori indissolubili volti a garantire comfort e benessere all’interno non solo degli spazi abitativi ma anche di ogni ufficio e locale commerciale”, spiega per l’azienda il responsabile della divulgazione, Gianpaolo Pezzato. “Tutto ciò grazie ad una tecnologia radiante sostenibile e brevettata che diffonde il calore per irraggiamento, col così detto “effetto pietra”, distribuendolo in modo uniforme e dolcemente e limitando la circolazione della polvere e dei batteri”.

Maarmo infatti come materia prima riutilizza e ricicla gli scarti della lavorazione del marmo, recuperati grazie ad un certosino lavoro di selezione nelle cave dell’area veronese. La formula, sviluppata e perfezionata con pazienza nel reparto di Ricerca e Sviluppo di Vittorio Veneto, nel Trevigiano, ha permesso di generare una linea di termoarredi di design, che non necessita di una fase di cottura, ma di una dolce fase di stagionatura, che dura dalle quarantotto alle settantadue ore. Si passa poi alla verniciatura, realizzata esclusivamente con vernici a base d’acqua, e all’imballaggio, composto di materiali provenienti da cartone riciclato e certificato. 

“Tutti i prodotti, sia la versione elettrica che idronica, a fine vita, una volta tolti gli elementi strutturali riscaldanti, come il rame o le resistenze elettriche, possono essere rimacinati per rientrare nel ciclo produttivo”, spiega ancora Pezzato. “In questo senso Maarmo agisce creando flussi circolari di materia, capaci così di rigenerarsi. Inoltre, essendo tutti i processi produttivi eseguiti a basse temperature, le quantità di energia usate sono minime. Per chiudere il ciclo green, sono state implementate due iniziative per abbattere l’impatto ambientale: durante l’evento fieristico non verranno utilizzati cataloghi cartacei, bensì un QR Code unico che rispetti l’ambiente. Inoltre, grazie alla partnership con l’amministrazione comunale di Chions, per ogni radiatore venduto piantiamo un albero all’interno del parco su cui si affaccia la nostra factory. Così la terra può respirare meglio grazie a noi”. 

Un paradigma produttivo ed ecosostenibile unico nel suo genere, che adesso si sta imponendo all’attenzione dei mercati. Dopo una fase iniziale di studio, lo scorso anno c’è stato  il rafforzamento della compagine societaria, con l’ingresso di nuovi imprenditori sia dell’area pordenonese (Alain Bottos, Stefano Mascarin e Andrea Del Ben), che dell’area trevigiana (Marco Caliandro e Gianpaolo Pezzato), per sostenere il progetto di crescita e sviluppo in Italia e nei mercati esteri. Superata la fase di start up, grazie al supporto ed al know how apportato dai nuovi partner, la produzione di Maarmo si sposta, attraverso un’operazione di riqualificazione di un vecchio spazio produttivo abbandonato di quasi duemilacinquecento metri quadrati a Villotta di Chions, nel Pordenonese, circondato dai vitigni di Prosecco e gli aironi ed i cigni del Parco del Cornia. 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

 

LA STORIA DI MAARMO Maarmo nasce nel 2017 e realizza termoarredi e scaldasalviette con processi produttivi improntati a riciclo e sostenibilità. La sede produttiva dell’impresa da settembre 2021 si trova a Villotta di Chions (PN). Una divisione ricerca e sviluppo opera a Vittorio Veneto (TV). Il 2021 ha visto il rafforzamento della compagine societaria, con l’ingresso di nuovi imprenditori sia dell’area pordenonese (Alain Bottos, Stefano Mascarin e Andrea Del Ben), che dell’area trevigiana (Marco Caliandro e Gianpaolo Pezzato), per sostenere il progetto di crescita e sviluppo in Italia e nei mercati esteri. Ad oggi l’azienda impiega 7 persone, oltre ad alcuni fornitori artigiani esterni, ed ha avviato collaborazioni con architetti e designer di tutta la Penisola. Maarmo punta sulla sostenibilità come valore fondante dell’intera attività produttiva. La materia prima utilizzata per i radiatori è ricavata infatti dagli scarti di marmo. Tutti i termoarredi, sia la versione elettrica che idronica, a fine vita, una volta tolti gli elementi strutturali riscaldanti (ad esempio il rame o le resistenze elettriche) possono essere rimacinati per rientrare nel ciclo produttivo. In questo senso Maarmo agisce creando flussi circolari di materia, capaci di rigenerarsi. Inoltre, essendo tutti i processi produttivi eseguiti a basse temperature, le quantità di energia usate sono minime. Per chiudere il ciclo green, per ogni radiatore venduto l’azienda pianta un albero. Per maggior informazioni www.maarmo.com

 

IL PROCESSO PRODUTTIVO DI MAARMO Maarmo come materia prima riutilizza e ricicla gli scarti della lavorazione del marmo, recuperati grazie ad un certosino lavoro di selezione nelle cave dell’area veronese. La formula ha permesso di generare una linea di termoarredi di design, che non necessita di una fase di cottura, ma di una dolce fase di stagionatura, che dura dalle quarantotto alle settantadue ore. Si passa poi alla verniciatura, realizzata esclusivamente con vernici a base d’acqua. Il processo produttivo parte dalle polveri di marmo di scarto. Vengono lavorate come fossero farine di grano. All’interno di grandi impastatrici, vengono miscelate ad acqua e altri additivi naturali. Ne deriva un prodotto semiliquido somigliante a yogurt. Questo viene steso manualmente su dei pannelli e all’interno di esso vengono posate le canalette per il passaggio dell’acqua calda (termoarredo idronico) oppure le resistenze elettriche (termoarredo elettrico). Una volta composto, il termoarredo viene fatto stagionare per 2 o 3 giorni, per una completa solidificazione del materiale. Non avviene nessuna fase di cottura dunque, ma solo una lenta stagionatura in un’apposita stanza mantenuta a temperatura costante durante l’inverno. D’estate invece la stagionatura avviene all’aria aperta, senza alcun dispendio energetico. Una volta stagionato, il termoarredo viene poi verniciato utilizzando esclusivamente vernici a base d’acqua ed è così pronto per la consegna al cliente. Materia prima riciclata, basso utilizzo di energia e componenti naturali: sono questi gli elementi “green” che contraddistinguono la produzione di questi termoarredi.

CYBERSECURITY, UN CORSO CERTIFICATO FÒREMA PER DIFENDERSI DAGLI HACKER

Partirà il prossimo 14 settembre il nuovo ciclo di webinar Cyber Security Program Certificate, completamente gratuito, organizzato dall’ente di formazione di Assindustria Veneto Centro per fornire alle aziende strumenti di difesa efficaci contro gli attacchi informatici. Al termine degli incontri, ai partecipanti verrà rilasciato un attestato, previo superamento di un test. 

“Siamo ormai vittime quotidiane dei cyber criminali, quindi dobbiamo aiutare gli imprenditori a difendersi con strumenti adeguati”, dice Enrico Del sole, Presidente di Forema. 

 

I webinar tratteranno la gestione del rischio cyber e l’impatto che un attacco può generare sul business dell’azienda; come organizzare un sistema di difesa proattivo; i metodi per fronteggiare il rischio derivante dal «fattore umano», basati sulle più evolute tecniche di «social engineering». Il ciclo di eventi formativi, tutti gratuiti e online, si concluderà il 9 Novembre. 

“Saper affrontare le sfide della pirateria informatica ormai è un dovere per ogni azienda, sia per tutelare i propri interessi che per difendere la privacy dei clienti e fornitori”, chiosa Matteo Sinigaglia, direttore generale di Forema. 

 

I casi di cyber attack stanno crescendo costantemente dal 2017. Secondo il rapporto Gang Ransomware Q2, redatto dal SOC e Threat Intelligence team di Swascan e riportato dal sito “Corrierecomunicazioni.it”, l’Italia risulta il quarto paese tra i più bersagliati al mondo. 

 

“Ma il dato più significativo è un incremento importante delle piccole e medie imprese coinvolte: il 72% delle aziende vittime di esfiltrazioni di dati accompagnate a richiesta di riscatto hanno un fatturato inferiore ai 250 milioni di dollari”, osserva Pierguido Iezzi, CEO di Swascan. “Tra le tecniche di attacco una delle più diffuse è il ransomware, un’incursione informatica malevola che per cessare chiede in genere un’importante contropartita in Bitcoin. Citando il rapporto State of Ransomware 2022 di Sophos, riportato dal sito “Cybersecurity360”, il ransomware colpisce quasi sette aziende su dieci facendo pagare loro, per il recupero dei dati, un riscatto medio a sei e alcune volte a sette cifre”.

 

“Ormai non è più discutibile il quando verremo attaccati”, chiude Pietro Orciuolo, Chief Digital Officer di Corvallis “possiamo solo lavorare sul come, e difenderci di conseguenza. Il perimetro aziendale non è più limitato al luogo di lavoro ma vanno considerate tutte le centinaia di interazioni che il dipendente effettua con entità esterne attraverso soluzioni cloud: per farla semplice, possiamo essere attaccati ovunque e sempre, senza limiti spazio-fisici. Le soluzioni ci sono, ma manca la consapevolezza del pericolo. In gioco c’è l’impatto economico che un attacco potrebbe avere sulla nostra azienda, le ricadute sul territorio e il danno reputazionale, troppo spesso messo all’ultimo posto ma purtroppo il più difficile da recuperare”.

 

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: IL CORSO

 

Mercoledì 14 settembre | 17:00 – 18:00

Cyber attacco alla tua azienda: la domanda non è “se” ma “quando”. Analizza il tuo livello di protezione con i migliori analisti sul mercato

Nel primo incontro tratteremo la gestione del rischio cyber e l’impatto che un attacco può generare sul business dell’Azienda.

Nello specifico analizzeremo:

  • Il rischio cyber rispetto agli altri rischi di tipo globale
  • La probabilità di accadimento e l’impatto di un attacco
  • Come valutare il livello di protezione della propria Azienda
  • Il caso Ulss 6 di Padova

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Mercoledì 28 settembre | 17:00 – 18:00

Difesa cyber vs. minaccia hacker. Sei pronto? Implementa le tue difese per fronteggiare un’offensiva inaspettata in modo semplice

Nel secondo meeting il focus sarà incentrato su come organizzare all’interno dell’Azienda un sistema di difesa proattivo.  

Vedremo assieme:

  • Come organizzare un servizio di CSDC (Cyber Security Defence Center) a protezione della propria Azienda
  • Le modalità per accrescere il livello di resilienza e di protezione del core business aziendale
  • Il caso Luxottica

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Mercoledì 12 ottobre | 17:00 – 18:00

Quanto potrebbe costare alla tua azienda un errore di un tuo dipendente: il rischio del fattore umano nella cyber security

Nel terzo appuntamento capiremo come fronteggiare il rischio derivante dal «fattore umano» e basato su tecniche di «social engineering»

Nel dettaglio scopriremo:

  • Come comprendere le tecniche che sfruttano i comportamenti umani per portare gli attacchi
  • In che modo progettare un piano di formazione / awareness a tutti i livelli (Top Manager, Middle Manager, tutti gli addetti)
  • Il caso Tecnimont

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Mercoledì 9 novembre | 17:00 – 18:00

La gestione di un attacco cyber. I 5 passaggi chiave per non perdere risorse e reputazione in maniera irreparabile

Nel quarto ed ultimo webinar capiremo come rispondere ad un attacco cyber e come gestire una crisi informatica all’interno dell’Azienda.

Studieremo dunque:

  • Come organizzarsi per rispondere ad un attacco
  • Le modalità per disporre di un servizio di IRT (Incident Response Team) per la propria Azienda
  • Il caso Regione Lazio

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

FÒREMA – Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. La formazione coinvolge migliaia di aziende e decine di migliaia di persone ogni anno. Questi i numeri del 2021: 38.397 ore erogate tra formazione e consulenza (+12% su 2020), 24.314 persone formate (+14% su 2020) e 100.005 ore di attività di e-learning e webinar (+37% su 2020). Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, nel 2021 ha fatturato 7 milioni di euro (+12% sul 2020); occupa 45 persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio di amministrazione è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Giada Marafon, responsabile progetti a mercato, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole. 

 

 

 

PADOVA, SCRINIUM RIPRODUCE (E RESTAURA) LA BOLLA CHE RESE SANTO ANTONIO

Realizzata la replica fedele dell’opera di Papa Gregorio IX grazie alla tecnologia 3D, prevista un’edizione limitata da 399 copie. La riproduzione numero uno sarà donata a Papa Francesco. La presentazione dell’opera al seminario Maggiore di Padova, l’operazione certificata dalla Veneranda Arca del Santo. Il presidente di Scrinium, Ferdinando Santoro: “Durante il restauro riportati alla luce i danni fatti dagli archivisti nel corso dei secoli”

 

Nel triennio 2020-2022 ricorre l’ottavo centenario di alcuni importanti avvenimenti legati alla vita di sant’Antonio di Padova: la svolta di Antonio da monaco agostiniano a frate francescano, il naufragio e l’approdo alle coste della Sicilia, l’incontro con Francesco d’Assisi durante il Capitolo delle Stuoie.  

In coincidenza con questo anniversario la casa editrice veneziana Scrinium, nota a livello mondiale per i restauri conservativi e la riproposizione di opere storiche, in collaborazione con il Centro Studi Antoniani e la Veneranda Arca di Sant’Antonio ha deciso di presentare la prima riproduzione scientifica della Bolla originale della canonizzazione di Antonio di Padova. 

L’evento di presentazione si è celebrato venerdì 9 settembre 2022 al  teatro del Seminario Maggiore di Padova, il restauro e la riproduzione sono stati presentati dal professor Andrea Tilatti, docente di Storia medievale dell’università di Udine, il professor Marco Bartoli dell’Università LUMSA di Roma e Monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento. A moderare gli interventi Sabina Fadel, caporedattrice del Messaggero di Sant’Antonio.

Per i presenti, è stata un’occasione per studiare il reperto manoscritto, recante sigillo papale in piombo, quel documento con il quale papa Gregorio IX, ad appena undici mesi dalla morte del frate portoghese e in risposta ad una vera e propria mozione di popolo, lo proclamò Santo con formule di speciale giubilo ed espressioni di profonda devozione e ammirazione. 

La lettura della pergamena è da oggi resa possibile grazie all’indagine paleografica svolta dal professor Attilio Bartoli Langeli sul testo in latino ma anche al lavoro di restauro preliminare affidato al Laboratorio dell’Abbazia di Praglia, che Scrinium ha promosso e finanziato. 

“Vi si ritrova tutta l’atmosfera di quei giorni e la straordinaria devozione del popolo di Padova”, spiega il presidente di Scrinium, Ferdinando Santoro. “Si fa riferimento alla supplica dello stesso Vescovo, del podestà e del Comune, mentre nella solennità del tono e nella complessa articolazione retorica si coglie la larga fama, diffusa ben oltre la città padovana, di cui il Frate da tempo già godeva per i numerosi prodigi compiuti. E noi siamo orgogliosi di consegnare alla lettura e all’ammirazione dei nostri lettori un così prezioso documento proprio in coincidenza con questo significativo anniversario”. 

Operando sull’originale con avanzate tecnologie di ripresa tridimensionale, Scrinium ha realizzato una replica di assoluta fedeltà scientifica sfruttando le informazioni sulle caratteristiche materiali della pergamena  e del sigillo ottenute in fase di restauro, e riferendosi allo studio paleografico che ha permesso di registrare ogni dettaglio del reperto, compresi i segni delle manomissioni operate dagli archivisti nel corso dei secoli, il sistema di appensione del sigillo, le cuciture e le varie piegature subite. L’intera operazione ha infine ricevuto la certificazione ufficiale da parte del Collegio di Presidenza della Veneranda Arca del Santo. 

Nel corso della presentazione, Scrinium ha inoltre annunciato in anteprima un innovativo ed esclusivo progetto di integrazione della tecnologia blockchain nell’ambito della propria tradizionale attività di recupero e divulgazione del patrimonio documentario.

Il Centro Studi Antoniani, istituzione che dal 1959 svolge attività di raccolta e ricerca scientifica del materiale documentario per conto della Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova, ha quindi curato il volume di studi che, insieme alla riproduzione in facsimile della Bolla di canonizzazione, compone ciascuno dei 399 esemplari della tiratura limitata mondiale dell’opera Sacra Vestigia – Antonio di Padova. Vi hanno contribuito quattordici esperti di fama internazionale, coordinati da padre Luciano Bertazzo, direttore del Centro.  

Come è nella ultraventennale tradizione di Scrinium, l’opera Sacra Vestigia – Antonio di Padova esce in una tiratura limitata di 399 esemplari caratterizzati da una veste di grande pregio e raffinatezza, oltre che da elementi di personalizzazione che ne fanno degli autentici pezzi unici. Ogni esemplare è infatti realizzato singolarmente e con lavorazioni interamente artigianali, decorazioni artistiche d’autore e impiego di materiali altamente selezionati.

Una serie speciale dell’opera, costituita da soli 36 esemplari in numeri romani, è stata appositamente riservata ai primi sottoscrittori del Progetto, sostenitori di Scrinium e membri attivi del Comitato di Patronage dell’azienda. L’elegante confezione di questa versione esclusiva, dedicata a papa Francesco al quale andrà in dono il numero I, presenta distintivi elementi di creatività artistica ispirati dal sentimento di riconoscenza e devozione verso il Santo Padre.

 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

 

SCRINIUM

Nel corso della storia sono stati stampati milioni di libri, ma pochissimi sono architravi culturali sui quali si basa la nostra civiltà. Queste “carte” che travalicano il tempo sono difese in preziosi caveau dove solo pochissime mani elette, quelle dei conservatori e di una selezionatissima schiera di intellettuali, possono ancora sfogliarle. Per questo, nel 2000, è nata Scrinium, organizzazione culturale che oggi ha sede in una villa che si affaccia sul Terraglio, a Mestre. Il presidente è Ferdinando Santoro, titolare di un mandato fiduciario esclusivo, conferito dalla Prefettura dell’Archivio Pontificio, per la realizzazione, la diffusione e la promozione internazionale dei documenti custoditi all’interno dell’Archivio Segreto Vaticano. Ma non solo. Scrinium è stata scelta anche dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dal Sacro Convento di San Francesco in Assisi per la riproduzione scientifica di preziosissimi manoscritti. 

 

IL PROGETTO SACRA VESTIGIA 

Il progetto Sacra Vestigia, dedicato al recupero, allo studio e alla divulgazione di rarissime reliquie documentarie, antichi reperti manoscritti intimamente legati alla vita e alla predicazione dei grandi Santi della Cristianità, fu inaugurato da Scrinium nel 2013 con la prima, edizione degli unici scritti autografi superstiti di san Francesco e della Regola Bollata, realizzata da Scrinium con il Sacro Convento di San Francesco in Assisi, l’Arcidiocesi di Spoleto – Norcia e la Società Internazionale di Studi Francescani. Tra gli i reperti che Scrinium ha riportato alla luce, vanno poi citati la bolla “Antiquorum habet fidem” per l’indizione del primo giubileo con Bonifacio VIII, le pergamene degli atti integrali del processo ai Cavalieri Templari (1308), la supplica dei pari d’Inghilterra a Papa Clemente VII con richiesta di annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Caterina d’Aragona (1530), ma persino gli unici scritti autografi superstiti di San Francesco. Fino al testamento di Marco Polo del 1324, lavoro, realizzato in collaborazione col Ministero dei Beni Culturali e la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.

 

L’EVENTO DI FÒREMA: IL SENSO DI APPARTENENZA PRENDE IL VOLO CON RIRI

Evento formativo il 9 settembre nel Vicentino. Trecento tra i dipendenti dell’azienda specializzata in accessori metallici realizzeranno aerei di cartone. Il presidente di Fòrema, Enrico Del Sole: “La creazione dell’identità e dei valori aziendali è fondamentale”

 

La location scelta è quella di una antica cascina veneta, a Grisignano di Zocco, nel Vicentino: l’Antica Cascina dal Pozzo. Qui il 9 settembre si radunano 300 dipendenti dell’azienda Riri. Dai manager agli account, persone provenienti da tutti i loro stabilimenti, si incontrano per una giornata di team building sul “senso di appartenenza”. Organizza l’appuntamento formativo Fòrema, ente padovano di Assoindustria Venetocentro specializzato nella formazione. 

Una giornata che di sicuro non segue la routine. Per gestire il gruppo, si inizia con un “world cafè”, una procedura di dialogo a piccoli gruppi, gestita come fosse una pausa caffè, basata su domande, dialoghi e una veloce sintesi finale. 

Subito dopo si entra nel vivo della giornata utilizzando la metafora del volo. L’Antica Cascina dal Pozzo diventa così un vero e proprio aeroporto, dove una dozzina di “gate” si trasformano in spazi formativi per i gruppi che si improvviseranno costruttori di veri e propri modelli di aerei artigianali, tutti in cartone, ma capaci di volare. 

“Le attività formative ludico-esperienziali si ispireranno al tema del volo”, spiega Michele Perini, Group Hr Manager di Riri. “Lo scopo è quello di far lavorare insieme tutte le 300 persone attraverso giochi e metafore in grado di farli collaborare, comunicare e relazionarsi in modo virtuoso. Ringraziamo Fòrema per l’opportunità e per la proposta formativa”. 

Enrico Del Sole, presidente di Fòrema, commenta così l’iniziativa. “La creazione dell’identità e dei valori aziendali è fondamentale”, dice. “Attività come questa sono propedeutiche a realizzare un clima di lavoro collaborativo in azienda e rappresentano anche strategie di formazione innovativa. Il senso di appartenenza all’azienda e ad un quadro di valori condivisi è molto importante per affrontare le sfide del mondo del business”.

Peraltro, è il terzo anno consecutivo che Riri si affida a Fòrema per l’evento formativo aziendale annuale.  Fòrema è nota per le sessioni di formazione particolari, come ad esempio alcune realizzate allo stadio Colbachini con campioni dello sport capaci di ispirare spirito di squadra, desiderio di vittoria e appartenenza nei team aziendali.  

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

FÒREMA – Nata a Padova nel 1983 in seno all’Associazione degli Industriali con l’obiettivo di formare i propri associati, dal 2012 ha iniziato a concentrarsi nella formazione esperienziale applicata allo sviluppo delle persone e alla lean production. Dopo la separazione da Niuko (la Srl costituita nel 2014 da Confindustria Padova e Confindustria Vicenza), completata nel 2019, e il conferimento della società ad Assindustria Venetocentro, oggi Fòrema si basa sul lavoro di sessanta professionisti, chiamati a proporre e gestire corsi e attività di consulenza con focus su salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, ambiente (HSE), sviluppo organizzativo e  metodologia lean nelle smart factory, soft skills e formazione esperienziale, servizi per il lavoro. Fòrema lavora in partenariato con molteplici enti pubblici, in particolare segue progetti per la scuola, gli ITS e l’Università di Padova. Questi sono i numeri che la rendono una delle maggiori società di formazione del sistema Confindustria in Italia. La formazione coinvolge migliaia di aziende e decine di migliaia di persone ogni anno. Questi i numeri del 2021: 38.397 ore erogate tra formazione e consulenza (+12% su 2020), 24.314 persone formate (+14% su 2020) e 100.005 ore di attività di e-learning e webinar (+37% su 2020). Fòrema, che ha sede negli uffici di proprietà collocati nel centro direzionale “La Cittadella” di Padova, nel 2021 ha fatturato 7 milioni di euro (+12% sul 2020); occupa 45 persone e collabora con decine di professionisti. Il consiglio di amministrazione è guidato dal direttore generale Matteo Sinigaglia, ed è composto da Roberto Baldo, responsabile attività finanziate, Giada Marafon, responsabile progetti a mercato, Anna Cracco, responsabile commerciale e Andrea Sanguin, responsabile amministrazione, finanza e controllo. Presidente è Enrico Del Sole. 

 

SCHEDA IL GRUPPO RIRI

Il Gruppo Riri opera nella produzione di accessori metallici e si distingue per l’ampiezza della sua gamma prodotti e per l’unicità della sua offerta grazie ai cinque marchi che lo costituiscono: Riri, punto di riferimento per cerniere metalliche e in plastica; Cobrax, celebre firma di bottoni a pressione, jeans e rivetti; Cobrax Metal Hub e DMC, specializzate nella progettazione, sviluppo e produzione di componenti metallici per la pelletteria; Amom, focalizzato nel settore accessori per calzatura, abbigliamento e bijoux. Una strategia multi-brand e le sedi produttive dedicate di Mendrisio, Padova, Tirano (SO), Poggio a Caiano (PO), Scarperia e San Piero a Sieve (FI), Badia al Pino (AR), Pergine Valsugana (TN) e Palazzolo (BS) assicurano una produzione capace di soddisfare le molteplici esigenze di stile dei clienti. Dal 2018 Riri è partner finanziario dell’azienda francese di private equity Chequers Capital.

 

NUOVE DATE DI SELEZIONE PER IL CORSO DI CYBER SECURITY SPECIALIST

Padova, 7 Settembre 2022. La Fondazione Volpato di Padova riapre, nell’ambito dei suoi corsi di Alta Formazione, le selezioni per il corso di Cyber Security Specialist, propedeutiche alle iscrizioni ai master degli ITS Academy del Veneto, che possono essere effettuate dopo una prova selettiva che stabilisce l’idoneità del candidato alla frequenza. Le selezioni per il corso di Cyber Security Specialist, che avrà sede sia per le lezioni che per la parte pratica a Padova all’interno dell’azienda di ICT Corvallis, si svolgeranno nei giorni 21 e 22 Settembre 2022 presso la sede della Corvallis in Via G. Savelli n. 66. È necessaria la preiscrizione sul sito www.itsdigitalacademy.com entro le ore 14 del 12 Settembre 2022.

“Per le nostre imprese”, specifica Pietro Orciuolo, responsabile del corso residenziale di Cyber Security Specialist a Padova “è fondamentale poter contare su figure altamente qualificate e specificatamente formate, da impiegare immediatamente nel mondo produttivo. La scelta di un corso biennale di Alta Formazione post diploma in questo settore garantisce un rapporto privilegiato con il tessuto produttivo in aziende innovative e l’opportunità di sviluppare elevate abilità tecnologiche e competenze trasversali, conoscenze che contribuiscono, con un rapporto di occupabilità vicino al 100%, di ridurre il profondo divario tra domanda e offerta di figure professionali estremamente necessarie al nostro Paese.”

 

PONYU E’ IL NUOVO PARTNER DI POSTALMARKET: AL VIA CONSEGNE ULTRARAPIDE NELLE GRANDI CITTA’

Siglato l’accordo per la distribuzione dell’ultimo miglio. Da settembre Ponyu effettuerà consegne veloci per conto di Postalmarket nelle grandi città. Alessio Badia: “I migliori prodotti Made in Italy arriveranno nelle case degli italiani in poche ore”.

 

Più veloci di Amazon nelle consegne, grazie ad un nuovo sistema di delivery. Postalmarket punta a diventare l’e-commerce più veloce della Penisola, grazie ad un nuovo accordo siglato con PonyU, azienda italiana specializzata nella logistica dell’ultimo miglio. I prodotti comprati on line sul marketplace Postalmarket.it arriveranno nelle case degli italiani in tempi ultraceleri grazie all’innovativo sistema messo a punto da PonyU, start-up che ha rivoluzionato il settore delle consegne a domicilio. 

Consegne ultraveloci grazie ad una rete capillare di piccoli magazzini urbani targati PonyU presenti in tutte le grandi città italiane. La merce viene stoccata qui e poi consegnata in poche ore grazie alle bici elettriche a pedalata assistita realizzate dalla start up Bad Bike. Con questa partnership dunque Postalmarket vuole accelerare al massimo i tempi di consegna del Made in Italy in tutti i centri urbani, abbinando l’alta qualità dei prodotti acquistabili on line alla rapidità nel recapito nelle case degli italiani.

La logistica urbana rappresenta l’ultimo anello di una catena molto lunga e cruciale. Quando un ordine effettuato online arriva a pochi chilometri dal destinatario, deve affrontare dinamiche ed imprevisti propri di un tessuto urbano. L’ultimo km è quello più “costoso” in termini di tempo. Grazie al sistema messo a punto da PonyU è possibile accorciare i tempi notevolmente. La merce è stoccata nei piccoli magazzini urbani presenti in tutte le grandi città (80/100mq di dimensioni in media per ciascun magazzino). Spazi ricavati dove un tempo sorgevano i vecchi negozi di quartiere. Da qui la consegna arriva a domicilio con mezzi più snelli rispetto agli ingombranti furgoni. Si tratta delle bici elettriche prodotte da Bad Bike, mezzi a pedalata assistita, più rapidi e meno impattanti sull’ambiente. Un sistema ispirato dunque ad un principio di sostenibilità e peraltro pienamente funzionante: il 99% delle consegne effettuate da PonyU è nell’orario stabilito. Il sistema PonyU prevede la scelta da parte del cliente delle tempistiche di consegna: per alcune merci anche in 30 minuti, oppure in qualche ora, in giornata o il giorno dopo. 

“Il nostro obiettivo è arrivare nelle case degli italiani con i nostri prodotti in tempi rapidi e con efficienza nella consegna – spiega Alessio Badia, direttore generale Postalmarket – per questo abbiamo trovato in PonyU un partner ideale per le consegne in città. Siamo due aziende con caratteristiche simili: smart, rapide ed efficienti. Siamo di nuovo impegnati nel garantire ai nostri affezionati clienti un servizio di massima qualità anche nella fase di consegna dei prodotti acquistati on line. Lo faremo nelle grandi città, per arrivare con il meglio del Made In Italy nelle case degli italiani nel minor tempo possibile”. 

“L’ultimo miglio rappresenta la parte più importante di tutto il processo di consegna a domicilio perché è l’interfaccia del mittente con il cliente finale – spiega Luigi Strino, Ceo e fondatore PonyU – Per questo motivo PonyU, sin da subito, ha investito le proprie energie, e competenze interne verso un servizio flessibile e dinamico. Innovazione da tradurre in ottimizzazione di risorse e tempi, e soddisfazione del cliente finale sono i risultati che abbiamo portato anche dentro l’ecosistema innovativo di Postalmarket”. 

L’accordo tra i 2 brand è stato siglato durante il MINI Padel Summer Cup, evento svoltosi dall’8 al 12 giugno nella nota e prestigiosa cornice del Forte Village Resort a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. Postalmarket e PonyU sono stati sponsor di questa manifestazione svoltasi tra sport, divertimento e glamour, con la partecipazione di alcuni tra i più noti protagonisti del mondo del calcio e della tv. 

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SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

POSTALMARKET – La rinascita dello storico catalogo inizia nell’estate 2021 con l’apertura del marketplace Postalmarket.it. Il sito fa già registrare numeri importanti: 450 mila gli accessi a settimana, 120 mila prodotti disponibili all’acquisto, 100 mila utenti attivi raggiunti ogni settimana da newsletter e blog, migliaia di interazioni giornaliere sui canali social. Sono 300 i brand italiani presenti a portale, suddivisi in 6 categorie merceologiche diverse. Non solo moda dunque, ma anche beauty, food&beverage, casa, intimo, tempo libero, arte ed esperienze turistiche. Ampio spazio viene riservato alle aziende impegnate sul fronte della sostenibilità, consapevoli che la green revolution è una missione da portare avanti giorno per giorno. Tutto questo viene raccontato nel blog presente nel sito, con uno storytelling imprenditoriale quotidiano e accattivante. La prima edizione del nuovo catalogo cartaceo uscita ad ottobre 2021 (in copertina la conduttrice TV Diletta Leotta) è andata sold out in pochi giorni. L’ultima edizione del catalogo cartaceo è invece uscita ad aprile 2022. In copertina Clio Zammatteo, in arte ClioMakeUp. Make-up artist e youtuber, divenuta famosa grazie ai suoi tutorial pubblicati in rete che aggrega una comunità di oltre 10 milioni di utenti. 

PonyU – PonyU è la storia di alcuni giovani del sud, che nel 2015 da un’idea costruiscono un’azienda di valore, con scelte che si contrappongono a modelli puramente opportunistici: il 50% della forza lavoro assunta è composta da ex Pony, l’azienda non ha debiti con il fisco, investe in valore a lungo termine su un territorio complesso come quello napoletano. PonyU, fin dall’inizio, prevede una paga minima oraria, una scelta volontaria e non prevista dalla legge, una scelta responsabile che vuole dare valora ad ogni singolo minuto del lavoratore. PonyU non ha mai ha pagato a cottimo le prestazioni di lavoro, né ha mai utilizzato un ranking reputazionale. PonyU prevede una assicurazione sugli infortuni e una RCT che stipula e paga per conto dei propri collaboratori, anche questa una scelta volontaria e non un obbligo di legge.