POLÌ PRESENTA L’ALGORITMO PER LA CREMA PERFETTA

La ricercatrice bresciana Barbara Poli annuncia la nascita della crema realizzata scientificamente in base al film idrolipidico della pelle di ognuno. “L’ho chiamata OH!, è la rivoluzione democratica del beauty. Ogni donna a casa potrà crearsi il trattamento personale dopo essersi fatta da sola il test”. L’idea sarà presentata alla Experience Lab di Esxence, la fiera dei profumieri artistici

 

Tutto sta nel trovare la crema perfetta per il film idrolipidico della pelle. Detta in altri modi: tutti dovremmo sapere esattamente conoscere la nostra pelle, così da utilizzare una crema da pelle secca, mista o grassa. Per la beauty routine è fondamentale, ma spesso si va ad intuito.

La risposta scientifica al dilemma arriva dal Bresciano, precisamente da Barbara Poli. Scienziata, manager, profonda conoscitrice della chimica e visionaria delle beauty experience, ha fondato la Polí – Scientific Beauty a Muscoline. È lei a presentare l’algoritmo che ha elaborato in sette anni di studi, un calcolo matematico che parte da una strumentazione scientifica che analizza la pelle e finisce con un composto di sostanze personalizzato che si adatta perfettamente ad ogni persona.  Un test che non si basa sullo stress ossidativo, spesso fallace perché collegato all’invecchiamento della pelle, bensì sull’analisi dell’idratazione oggettiva. 

“Abbiamo definito l’esistenza di cinque skin type differenti, in base alla tipologia di pelle”, spiega Poli. “Dopo, abbiamo progettato un algoritmo che definisce gli elementi che servono alla pelle in base alla sua percentuale di lipidi e di sostanze idratanti. Una volta definito il valore esatto, consegniamo due boccettine di “siero crema” dai quali prendere quattro gocce per trasformarli nel prodotto personalizzato. La crema così creata può essere usata di mattino e di sera, ma il suo utilizzo può essere esteso a tutta la beauty routine, perché può fungere anche da siero, contorno occhi, maschera e scrub”.

L’innovazione che propone Polí – Scientific Beauty si chiama “OH!” ed è stata selezionata per la Experience Lab, fiera dedicata alle creme all’interno di Esxence, la fiera dei profumieri artistici alla quale parteciperanno, nella prossima edizione del marzo 2022, solo 40 aziende selezionate da una severa giuria. Due creme da miscelare a gocce e lo strumento per realizzare lo skintest, il futuro della beauty routine passa da qui, usando due boccettine (che Poli ha ribattezzato di “siero crema”) dalle quali prendere quattro gocce che, unite, diventano la tua crema personalizzata. 

È questo l’ultimo risultato di una vita, quella di Poli, spesa a formulare la miglior crema secondo quattro principi. Perché dopo i sette anni spesi ad elaborare l’algoritmo, ce ne sono voluti altri 13 di test per portarlo alla sua perfezione. “Innanzitutto garantisco la concentrazione efficace d’uso”, dice. “Investo per garantire in ogni prodotto la presenza di principio attivo nella quantità che assicura la massima efficacia, il principio attivo è fondamentale. Poi utilizzo solo materie sebosimili, ossia con sostanze già presenti nella pelle: ciò garantisce assorbimento perfetto e il fatto che già durante un normale ciclo di crescita cellulare di 28 giorni si possano vedere i primi risultati. I profumi sono poi tutti senza allergeni. Infine, la sicurezza è totale: ho la qualifica di valutatrice della sicurezza nella cosmetica. Scelgo io le materie prime, so che non posso mettere a rischio la salute dei miei clienti”. 

Va infine evidenziata l’anima green di Polí – Scientific Beauty, che da sempre ama l’essenza, investe in qualità e combatte gli sprechi: per questo non investe in packaging costosi. Questa scelta permette a Polí di presentare prodotti di alta cosmesi a prezzi accessibili e di sposare una politica di eco-sostenibilità, evitando perciò lo spreco di materiali per la realizzazione di astucci o confezioni non necessarie. “Il mio fine ultimo è democratizzare la cosmetica”, conclude Poli. 

SCHEDA ALGORITMO Il tutto è basato sullo studio accurato del film idrolipidico, quello strato sottilissimo composto di acqua e sostanze oleose che riveste la pelle e la protegge naturalmente dalle aggressioni esterne. Quando si perde l’equilibrio fra queste sostanze, per ripristinarlo si deve per prima cosa scoprire quale tipo di sostanza dobbiamo reintegrare e in quale percentuale. L’apparente semplicità di questo metodo è frutto di uno studio iniziato da Barbara Poli, titolare di  Polí – Scientific Beauty, nel 2000, che è stato poi sviluppato e perfezionato grazie alla collaborazione di oltre 100 fra spa, beauty center, farmacie, profumerie, centri di medicina e chirurgia estetica. I prodotti delle linee Polí FEEL e TOUCH sono divisi in SKIN TYPE (0-1-2-3-4) cioè in cinque tipologie, ognuna delle quali è caratterizzata da determinate sostanze in concentrazioni adeguate. Informazioni su www.policosmesi.it

SCHEDA BARBARA POLI Dopo aver conseguito la laurea in chimica nel 1996, Barbara Poli decide di trasferirsi in Spagna dove, in qualità di ricercatrice presso l’Università Autonoma di Madrid, matura esperienza nella sintesi delle molecole organiche. Tornata in Italia, nel 2000 consegue la specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche ed è chiamata a svolgere l’attività di valutatore della sicurezza dei prodotti di bellezza per conto di importanti industrie cosmetiche. Dopo un’importante esperienza come direttrice tecnica di un’azienda farmaceutica, matura l’idea di creare un’azienda innovativa, ispirata ai valori che da sempre le stanno a cuore. Per questo motivo, nel 2007, dopo aver frequentato un master in Gestione della Piccola e Media Impresa, decide di dar vita nel Bresciano a Polí – Scientific Beauty.

Sabato 9 ottobre il flash mob di Clean the Planet “Puliamo insieme il Po!”

L’associazione senza scopo di lucro Clean the Planet organizza sabato 9 ottobre il flash mob “Puliamo insieme il Po!” L’iniziativa, che ha come obiettivo proprio quello di ripulire le sponde e gli argini del Lungo Po, partirà alle 15:30 nei pressi del “Bar Lumen” di Torino, in Corso Moncalieri 2/B. Un invito a tutti i torinesi (e non) che sono stanchi di vedere il Po soffocato dai rifiuti e da biciclette, monopattini, vecchi mobili, e vogliono rimboccarsi le maniche, contribuendo alla pulizia della città.La partecipazione è totalmente gratuita: è sufficiente iscriversi sulla pagina dedicata del sito www.cleantheplanet.it.

 

(27-09-2021) Puliamo insieme il Po! È un invito lanciato idealmente a tutta la città, ma è anche il titolo del flash mob organizzato dall’associazione senza scopo di lucro Clean the Planet. L’iniziativa, che ha come obiettivo proprio quello di ripulire le sponde e gli argini del Lungo Po, partirà sabato 9 ottobre alle 15:30 nei pressi del “Bar Lumen” di Torino, in Corso Moncalieri 2/B.

Quella del prossimo 9 ottobre sarà la quarta iniziativa organizzata da Clean the Planet, associazione nata a Torino nel 2020 dalla volontà di un gruppo di amici, accomunati dall’idea di ripulire dai rifiuti i percorsi che ogni weekend affrontavano in bicicletta o a piedi. Piccoli, grandi gesti di civiltà che hanno fatto spesso proseliti: altre persone, attirate dalla buona volontà del gruppetto di amici, spesso chiedevano di unirsi a loro. E nello spirito del “più siamo, meglio stiamo” Clean the Planet, che al momento conta nove soci fondatori e una trentina di volontari regolarmente iscritti, ha organizzato finora numerose iniziative. Fra queste i quattro flash mob a Torino che si sono concentrati in zona Sassi, nei parchi della Pellerina e del Valentino, oltre a quello di agosto 2021 per ripulire la spiaggia di Forte dei Marmi.

La partecipazione al flash mob di Torino è completamente gratuita, ed è sufficiente iscriversi sulla pagina dedicata del sito www.cleantheplanet.it: ogni volontario sarà dotato di sacchetti, pinze per la raccolta e t-shirt dell’associazione. Naturalmente sarà garantito il rispetto delle misure sanitarie in vigore nei giorni dell’iniziativa.

Clean the Planet si pone come mission un sogno che può (ancora) diventare realtà: poter lasciare alle generazioni future un pianeta più pulito e vivibile, creando empatia e compassione tra l’uomo e la Terra con le sue biodiversità. Per raggiungere questo obiettivo è necessario impegnarsi tutti insieme, pulendo “un pezzettino alla volta”. Per questo Clean the Planet ha in programma non solo altri flash mob, ma anche corsi di sensibilizzazione per bambini e ragazzi ospitati in diverse scuole di Torino.

Per ulteriori informazioni e comunicazioni è possibile scrivere a info@cleantheplanet.it.

UN CLONE DEL TESTAMENTO DI MARCO POLO IN DONO AL MUSEO DEL TURISMO MONDIALE DI HANGZHOU

Lunedì 27 settembre lo splendido Salone Sansoviniano della Biblioteca Nazionale Marciana ospiterà la Cerimonia di donazione di una ricostruzione scientificamente perfetta del testamento di Marco Polo al World Tourism Alliance, organizzazione non profit con sede in Cina che, con il motto Better Tourism Better World Better Life, raccoglie le più importanti imprese del business turistico internazionale, prestigiose catene alberghiere, centri accademici, organi di informazione, enti di governo e amministrazioni locali, ricercatori e studiosi.     

La donazione è un’iniziativa di Ferdinando Santoro, Presidente di Scrinium, organizzazione veneziana da oltre vent’anni impegnata in progetti di valorizzazione e divulgazione del patrimonio documentario, e della dr.ssa Caterina Ying Hong, Presidente pro tempore dell’European Federation of Chinese Tourism e dell’Associazione Italiana per il Turismo Cinese. Le caratteristiche dell’evento hanno una speciale rilevanza  simbolica per lo speciale legame storico-culturale e i secolari rapporti che la città di Venezia intrattiene con la Cina. 

Il dono è infatti un prezioso esemplare dell’opera Ego Marcus Paulo volo et ordino, comprendente uno studio storico-critico e una ricerca paleografica sul testamento di Marco Polo, pergamena del 1324 custodita nella stessa Biblioteca Nazionale Marciana che ha certificato ufficialmente l’intera operazione. Il progetto di studio, realizzato da Scrinium in collaborazione con la Biblioteca, ha consentito anche di ottenere un clone scientificamente conforme in ogni dettaglio del Testamento, documento che all’esame paleografico si è rivelato ricco di informazioni inedite e preziose per la conoscenza di questo straordinario personaggio e della Venezia del suo tempo. 

Dopo la cerimonia di consegna virtuale, in collegamento web con la Presidenza del World Tourism Alliance e con numerose rappresentanze del Ministero della Cultura cinese, dell’Ambasciata e del Consolato Cinesi in Italia, l’esemplare dell’opera sarà esposto in una sezione dedicata del nascente World Tourism Museum di Hangzhou, faraonica e futuristica struttura espositiva e congressuale nel cuore della città cinese.

Per la parte italiana, oltre ai donatori, interverranno la dott.ssa Rosanna Binacchi, Direttrice del servizio Relazioni Internazionali del Ministero dei Beni e Attività Culturali, il dott. Cristiano Corazzari, Assessore alla Cultura della Regione Veneto, l’arch. Paola Mar, Assessore con delega alla Cultura del Comune di Venezia, l’On. Laura Fincato, ex parlamentare e cittadina onoraria di Suzhou e il dott. Claudio Scarpa, Direttore dell’Associazione Veneziana Albergatori. 

Il dott. Ferdinando Santoro ha anticipato che questo appuntamento è parte di un vasto programma di contatti istituzionali, partnership strategiche e collaborazioni internazionali di Scrinium con lo scopo di promuovere la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dello straordinario e spesso poco conosciuto patrimonio storico-documentario universale.    

2M DECORI, FATTURATO VERSO I 30 MILIONI DI EURO

2M Decori, azienda specializzata nella produzione di accessori per occhialeria, pelletteria e abbigliamento, si avvia a chiudere l’anno con una crescita nel fatturato (stimato) del 25%. Lo scorso anno, infatti, l’azienda aveva chiuso il bilancio a 22 milioni di euro, quest’anno le previsioni portano a quota trenta milioni di euro. Sul fronte occupazione, 2M Decori ha 170 dipendenti capaci di realizzare ogni giorno 230 mila pezzi diversi che finiscono sugli abiti e gli accessori che indossiamo ogni giorno. 

Una crescita che arriva in un momento strategico. Da poco infatti è stata siglata una partnership con FidLock, azienda tedesca specializzata nelle chiusure magnetiche. In queste settimane 2M Decori sta procedendo coi test di laboratorio e le prime campionature, l’obiettivo è chiaro. “Siamo pronti ad entrare nel mercato dell’accessoristica di lusso con un prodotto innovativo”, annuncia la presidente, Sabina Minute. “Fino ad oggi siamo stati solo esecutori, ora proponiamo una linea di chiusure innovative magnetiche e di lusso che il mercato ancora non conosce”. 

Anche per questo nei prossimi mesi l’azienda sarà al centro di una rivoluzione espansiva. “Presto amplieremo gli spazi produttivi, lo sviluppo degli ultimi dieci anni ormai ha saturato tutte le aree a disposizione nell’headquarter di Segusino e nella filiale di Pederobba”, spiega ancora Minute. “Ma ci saranno anche importanti investimenti nella linea di produzione e nella tecnologia aziendale. Contiamo inoltre di assumere una quindicina di persone per gestire i nuovi livelli di produzione”.

Ne beneficerà l’intero gruppo. 2M Decori ha infatti formato una rete di impresa, la MGD, assieme ad altre quattro aziende (Omas, specializzata in occhialeria, 2M Gold nel settore della galvanica, Crisalide nella verniciatura e SM nelle minuterie di precisione) per gestire le risorse umane del gruppo e direzionarle nei vari segmenti produttivi in base ai picchi negli ordinativi. Il gruppo di cui 2M Decori fa parte oggi occupa mediamente 400 dipendenti e realizza un fatturato di 60 milioni di euro; grazie ad un ciclo di lavorazione integrato accompagna i clienti nella realizzazione dei componenti dalla consegna del prototipo fino alla realizzazione delle produzioni in serie. 

STORIA AZIENDALE La storia aziendale del gruppo è iniziata nel 1963 con Pietro Minute che, dopo aver studiato meccanica alle serali, venne arruolato dal “Capitano Zancaner”, uomo carismatico che nel secondo dopoguerra aveva fondato la prima azienda produttrice di occhiali nella zona di Segusino. Pietro creò un proprio laboratorio, poi iniziò a costruire perni per occhiali. Con il tempo il laboratorio si specializzò nelle decorazioni in alpacca, una lega composta di rame, zinco e nichel. Nel 1971 la produzione venne estesa dalle minuterie all’occhiale intero, realizzando montature da vista e occhiali da sole. Negli anni Novanta, il fondatore mise ogni settore in capo ad una nuova società e affidò le aziende alla guida delle sue quattro figlie. Oggi Sabina Minute è presidente di 2M Decori (accessori in metallo) e 2M Gold (trattamenti galvanici), con lei operano il direttore generale Freddy Rossi e il direttore tecnico commerciale Stefano Fontanella; Liana Minute guida Omas (occhiali completi e finiti), Simona Minute dirige SM (minuterie di precisione, saldature e lavorazioni su occhiali e accessori moda) e Martina Minute conduce Mizu (gancini e porta placchette per occhiali). I numeri aziendali del gruppo sono imponenti: i dipendenti sono circa 400, il fatturato ha raggiunto i 60 milioni di euro e la superficie produttiva si basa su oltre seimila metri quadrati nell’headquarter di Segusino, nel Trevigiano (dove c’è una filiale anche a Pederobba); una quindicina di dipendenti lavora nella sede produttiva Gallarate, in provincia di Varese, specializzata in cuciture e pelletterie. 

COME OPERA 2M DECORI L’azienda utilizza macchinari all’avanguardia per realizzare i propri prodotti. Dalla pressofusione di leghe metalliche a basso punto di fusione alle macchine tornio-fresa per lavorare materiali plastici e metalli di vario genere, fino alla coniatura e tranciatura con presse da 400 tonnellate; ci sono poi la fresatura con macchine a controllo numerico fino a cinque assi, l’impianto di pulitura automatico e il reparto dedicato alla galvanica con flash, spessore, nichel-free manuale e automatizzato, fino alla verniciatura e smalti. 

SCHEDA ACCORDO CON FIDLOCK FidLock ha sede ad Hannover, in Germania. Fondata da Joachim Fidler nel 2007, l’azienda è leader mondiale nelle chiusure magnetiche grazie a 269 brevetti che coprono un ampio catalogo di chiusure e di prodotti di consumo, come ad esempio la borraccia per bicicletta. La loro eccellenza è collegata ai brevetti su magneti perfettamente bilanciati che guidano i singoli componenti, facendoli chiudere automaticamente con un clic udibile; il fermo meccanico garantisce una presa sicura. Le due aziende, attraverso la partnership, fondono il know how tedesco alla capacità produttiva italiana. 2M Decori avrà a catalogo tutti i “blocchi” di FidLock e li renderà oggetti di lusso personalizzabili per i propri clienti, scegliendo i migliori materiali sul mercato che le aziende della moda e del lusso cercano.

Laureato a Torino il più giovane ingegnere del Politecnico, soli 21 anni.

Si è laureato il 20 luglio scorso il più giovane ingegnere del Politecnico di Torino. 21 anni Roberto Nicola Sollazzo si è laureato in Ingegneria gestionale con tutti gli esami passati al primo appello. Una grande soddisfazione per il giovane appassionato di musica conosciuto nel web come produttore e cantautore con il nome di Soldy (link in fondo pagina)

 

(24-09-2021) Roberto Nicola Sollazzo ex allievo dell’Istituto scientifico Avogrado di Torino, a 21 anni si è laureato in Ingeneria con una tesi dal titolo: “Tecnologia e innovazione: I treni a levitazione magnetica”, relatore la Prof.ssa Rossella Arrigo.

Nella tesi vengono illustrati i materiali usati per la costruzione e la manutenzione dei treni a levitazione magnetica, uno dei mezzi di trasporto più efficienti, innovativi e affascinanti dal punto di vista ingegneristico. Particolare approfondimento viene fatto su Hyperloop, il progetto ideato da Elon Musk e poi ceduto all’italiano Bibop G. Gresta che vanta una sofisticata tecnologia per il trasporto ad altissima velocità (600 Km orari) di merci e passeggeri all’interno di tubi a bassa pressione in cui le varie capsule sono spinte da motori lineari a induzione e compressori d’aria.

Il giovanissimo Roberto, vincitore di borsa di studio in tutti gli anni di frequenza, ha ricevuto oltre 250 proposte di lavoro arrivatogli nelle prime ore subito dopo la pubblicazione dell’avvenuta laurea da parte del portale del Politecnico. Ad oggi Roberto ha scelto di proseguire gli studi per la laurea magistrale e di accettare la proposta di Accenture Spa per uno stage impegnativo e renumerato. (Accenture Spa è l’unica società al mondo in grado di integrare end to end strategia, innovazione e tecnologia, ed è una delle maggiori aziende al mondo che opera nel settore della consulenza direzionale e dei servizi tecnologici. Il gruppo, le cui origini risalgono agli anni ’50, è attivo in oltre 120 Paesi)
Roberto, come nel suo carattere è pronto per questa nuova sfida, lavorare e studiare per raggiungere il prossimo obiettivo nel minor tempo possibile.

https://www.youtube.com/watch?v=Nr6id5-g-8A&ab_channel=Soldy
https://www.youtube.com/watch?v=yse26XmvDS0&ab_channel=Soldy

IL SETTORE PETROLIFERO SI TINGE SEMPRE PIU’ DI VERDE SECONDO UN NUOVO STUDIO DI PROTOLABS

Il settore dei servizi petroliferi si sta radicalmente ristrutturando per sopravvivere in un mondo che punta a emissioni nette di carbonio a zero, secondo il rapporto pubblicato oggi.

L‘84% degli intervistati italiani a “Decision Time” – un‘indagine di Protolabs che esplora le sfide e le opportunità per il settore europeo dei servizi petroliferi – sta già ridefinendo il loro core business a causa della transizione energetica. La maggioranza vede nella sostenibilità un’opportunità, con l‘80% convinto che sia un modo per differenziarsi e far crescere il proprio business, traendone un vantaggio nei mercati globali.

L’indagine, che ha intervistato più di 180 leader di aziende che operano nel campo dei servizi petroliferi in tutta Europa di cui 31 aziende italiane, ha anche evidenziato la necessità di innovare per sopravvivere. Entro i prossimi 12 mesi, l’81% degli intervistati italiani prevede di implementare la robotica e l’automazione, mentre il 74% di impegnarsi nel Manufacturing-as-a-Service (MaaS) – stampa 3D e produzione on-demand –  per ottimizzare la produzione di componenti.

“L’innovazione e la tecnologia sono caratteristiche fondamentali nel settore dei servizi petroliferi, il che è incoraggiante viste le straordinarie pressioni sul settore”, ha spiegato Bjoern Klaas, vicepresidente e amministratore delegato di Protolabs Europe – La volontà del settore di assicurarsi un futuro a lungo termine porta le aziende a espandendersi in altre industrie e  ampliando le loro capacità. Con la transizione energetica che sta rivoluzionando il settore, combinata ad un settore dai profitti molto più bassi, è imperativo che le aziende continuino a innovare e ad abbracciare il mercato delle rinnovabili”.  

Protolabs, il produttore digitale leader mondiale di prototipi personalizzati e parti di produzione in volumi medi e ridotti, ha completato il sondaggio “Decision Time” nell’estate 2021.  

I risultati indicano anche un chiaro allontanamento dai combustibili fossili, con gli intervistati che si aspettano che la maggior parte del loro portafoglio sia costituito da attività non legate al petrolio e al gas. Klaas ha aggiunto: “Il rapporto ‘Decision Time’ mostra che gli intervistati si aspettano di aver convertito entro i prossimi 5 anni i due terzi dei loro progetti verso attività sulle energie alternative o su attività al di fuori del settore energetico, un incremento di 10 punti percentuali sugli attuali progetti. Anche questo testimonia la volontà di affrontare le sfide del settore”.  

Le opportunità per i servizi petroliferi
Aggregando i dati di tutti i 180 intervistati nei vari paesi europei, il 42% degli intervistati vede l‘energia rinnovabile come la più grande opportunità di transizione energetica per il proprio business nei prossimi due o tre anni, mentre il 22% ritiene che sarà la gestione della CO2 a farla da padrone. In un arco temporale minore, il 31% degli intervistati considera l’innovazione nel recupero del petrolio come la chiave per la crescita nei prossimi 12 mesi.

Klaas ha concluso: “Che il settore dei servizi petroliferi, e il più ampio settore energetico, passerà all’energia rinnovabile è pacifico. Ma questo studio ci illumina sulle tendenze già in atto lungo tutta la supply chain. Le aziende del settore apprezzano il valore della credibilità ambientale, non solo per assicurare la propria reputazione e i propri finanziamenti, ma anche in risposta alla necessità legislativa di ridurre le emissioni e alla necessità competitiva di essere sostenibili all’interno del mercato globale.   Ed è lo stesso per l’industria europea delle batterie: il rapporto “In Charge” all’inizio dell‘estate ha mostrato che il 58% degli intervistati crede che i principi di sostenibilità daranno ai produttori di batterie europei un vantaggio sul mercato internazionale. Dalle due indagini emerge una convergenza: le aziende stanno pianificando di spostare la propria supply chain più vicino alla propria base produttiva entro i prossimi 12 mesi. Questa è una tattica importante quando si considera la necessità di affidarsi all’innovazione, creare un business più flessibile e rivolgersi al Manufacturing-as-a-Service per fornire una modalità produttiva che inizierà una nuova era”.

OZOBOX, IL BREVETTO ITALIANO CHE DEPURA L’ACQUA (PER TUTTI) CON TECNOLOGIE GREEN

Nasce tra Padova, Venezia e Udine il primo dispositivo domestico che sanifica l’aria e purifica l’acqua (con tutti i benefici annessi). Si chiama OZOBOX, progettazione e realizzazione in Italia: la start up fattura già oltre un milione di euro. “Abbiamo portato nelle case di tutti uno strumento totalmente sicuro: c’è anche il sensore che blocca l’immissione di ozono se qualcuno entra nella stanza”

 

L’utilizzo dell’ozono per depurare l’acqua e sanificare gli ambienti è noto. Ma dopo l’arrivo del Covid si è registrata una vera e propria impennata di richieste di apparecchi capaci di dare garanzie e tutele contro la diffusione del virus. Ben prima della pandemia, però, nel settore c’erano dei pionieri, imprenditori illuminati che avevano intuito che le esigenze di sanificazione di aria e acqua stavano cambiando. E un anno prima che esplodesse il Covid un team di professionisti veneti ha iniziato a lavorare per portare quella tecnologia nelle case di tutti, per la prima volta con un apparecchio di raffinato design e funzionalità connesse alla quotidianità di ognuno: dopo tre anni di lavoro (e due brevetti) si presenta adesso OZOBOX

La prima parte di progettazione è avvenuta in un laboratorio di ingegneria di Limena, nel Padovano, dove sono stati realizzati i primi tre prototipi con le più evolute tecniche di stampa 3D. Poi l’azienda ha deciso di fissare la propria sede a Stra, nel Veneziano, dove oggi si trova l’headquarter. La produzione è invece affidata allo stabilimento di Tolmezzo, in provincia di Udine. Usati per la quasi totalità materiali e componenti realizzati in Italia, dalle schede elettroniche alla parte di plastica dell’involucro. E l’assemblaggio è fatto dalle sapienti mani dei professionisti friulani. 

“Siamo i primi a proporre un piccolo sanificatore portatile e di design, pensato specificatamente per gli ambienti domestici”, spiegano l’amministratore unico Patrizia Griggio e il direttore commerciale Roberto Bergantin, entrambi originari del Padovano. “Abbiamo brevettato dei programmi appositi che immettono nelle stanze solo una quantità di ozono che non mette a rischio la salute delle persone. Dopo anni di test di laboratorio, abbiamo realizzato una tecnologia che si può persino portare in giro, in vacanza o dovunque ci sia bisogno. Si sanificano gli spazi distruggendo la carica microbica con l’ossidazione e si depura l’acqua del rubinetto rendendola non solo sicura ma arricchendola di ossigeno per il benessere dell’organismo e il riequilibrio delle sue funzioni”. 

Ozobox è l’unico prodotto del suo genere che propone l’utilizzo contemporaneo di tre tecnologie green: l’ozono, i raggi Uv e gli ioni negativi. La particolarità sta anche nell’elevata sicurezza: il catalizzatore di ozono residuo è azionato in automatico alla fine di ogni programma di sanificazione (serve per eliminare l’ozono rimanente, convertendolo in ossigeno), inoltre un sensore di presenza lo attiva nel caso in cui una persona o un animale entrino per errore nella stanza durante il trattamento. Ci sono poi i programmi (almeno una ventina gli usi differenti dell’ozono, nelle schede qui sotto alcuni esempi) sia per l’acqua che per l’aria. 

Ozono Natura Srl oggi ha quattro dipendenti (esclusa la parte produttiva, in Friuli) e mira a chiudere il 2021 con un fatturato di 1,3 milioni di euro, in crescita del 30% sul 2020, anno di esplosione del Covid e di immissione nel mercato dei primi prodotti, figli dei tre anni precedenti di ricerca.  Ad oggi, sono stati prodotti oltre 4.500 sanificatori, ma è stata anche appena lanciata sul mercato la versione OZOBOX-PRO, un dispositivo riservato agli ambienti commerciali: negozi, bar, ristoranti e hotel.   Il logo OZOBOX è registrato per il mercato italiano ed europeo. “La nostra sfida è quella di raggiungere i mercati italiani, ma anche quelli europei – concludono dall’azienda – con un prodotto di eccellenza italiana che possa cambiare la routine della sanificazione nelle abitazioni di tutti”. 

GLI UTILIZZI DELL’OZONO 

Con l’ozono è possibile ottenere acqua iperozonizzata da bere per il benessere dell’organismo; sanificare l’acqua del rubinetto da microrganismi , pesticidi e cloro;  produrre acqua disinfettata per igienizzare la frutta e la verdura e per cucinare; produrre acqua disinfettata per medicare ferite, fare lavaggi del cavo orale, trattare dermatiti, acne, foruncolosi e psoriasi; trattare le onicomicosi di mani e piedi; effettuare il bagno all’ozono; purificare l’aria di casa da microrganismi e allergeni; eliminare l’odore di cibo, muffa, fumo, animale e aria viziata; ottenere acqua disinfettata per igienizzare pavimenti, vetri, oggetti e superfici lavabili; igienizzare il frigorifero e la scarpiera da microrganismi e odori; sanificare oggetti, scarpe, tessuti, cucce, giochi degli animali domestici; sanificare biberon e ciucci; produrre acqua ozonizzata per trattare le ferite e i disturbi dermatologici del cane e del gatto; produrre acqua ozonizzata per eliminare l‘odore e migliorare la lucentezza e la pettinabilità del pelo degli animali domestici; sanificare l’abitacolo e l’impianto di climatizzazione dei veicoli.

 

OZOBOX – LA SCHEDA DI PRODOTTO

OZOBOX è un sistema di purificazione, sanificazione e deodorazione che sfrutta le naturali proprietà igienizzanti di ozono, ioni negativi e raggi UV a partire dall’ossigeno presente nell’aria. Ozobox abbatte la carica microbica e virale e rimuove gli odori con un sistema che va oltre la semplice filtrazione, per una sanificazione che elimina allergeni e particelle inquinanti. Il corpo scatolare contiene più ozonizzatori, lampada UV-C e ionizzatore; ci sono un pannello di controllo con schermo tattile (display per visione programmi) e una centralina elettronica che gestisce i 20 programmi con i tempi di produzione ozono e di catalisi già preimpostati. Ozobox sanifica gli ambienti tramite la diffusione di ozono nell’aria e con lo stesso dispositivo sanifica anche l’acqua tramite una sonda ad immersione; ha a disposizione un sensore di presenza che blocca i programmi con ozono nel caso qualcuno entri erroneamente nell’ambiente durante la sanificazione. Il catalizzatore di ozono residuo entra in funzione al termine di ogni programma di sanificazione o in caso di necessità. La macchina sanificatrice è trasportabile tramite apposita maniglia realizzata sulla scocca, in alternativa può essere appesa a parete tramite apposita staffa con attacco rapido. Informazioni e prezzi: www.ozobox.it.

M3 KNITWEAR, LA MAGLIERIA TREVIGIANA DIVENTA MODA IN FRANCIA E BELGIO

Una storia famigliare che dura da sessant’anni, la scelta di materiali d’eccellenza e la capacità di creare i prototipi più ambiti (anche per le case reali). M3 Knitwear si è presentata alla Milano Fashion Week con gli ultimi trend: aumentano le richieste per il Mohair elasticizzato e certificato. I titolari: “Operiamo dietro le quinte per le grandi griffe”

 

Durante la Milano Fashion Week al centro dell’attenzione c’è stata M3 Knitwear, azienda veneta specializzata nella produzione di capi in maglia con filati di altissima qualità sempre più cercati dai marchi premium per il Mohair certificato ed elasticizzato. Merito di una storia aziendale che dura da sessant’anni e di una gestione famigliare che di fatto rende l’azienda con sede a San Vendemiano, nel Trevigiano, un unicum nel panorama della moda a livello nazionale, capace di servire le grandi griffe mondiali pur rimanendo dietro le quinte. 

Tra i brand che oggi collaborano con l’azienda trevigiana va citato Natan, marchio storico di abbigliamento in Belgio, una maison celebre a livello globale per eleganza e stile, tanto che le donne della casa reale belga vestono da anni le sue produzioni (l’inizio della collaborazione con M3 Knitwear è del 1988), imitate dalle donne dell’high society europea. Per loro M3 Knitwear realizza e produce una parte importante del prêt-a-porter di maglia a completamento dei capi di haute couture. 

Ma l’azienda trevigiana è stimata anche in Francia. La stilista Katia Sanchez, dopo aver lasciato un’attività ben avviata (Des Petits Hauts) ed essersi presa una pausa di un anno, oggi a Parigi propone un brand di maglieria ecosostenibile ad altissima qualità. La sua attività è nata proprio per creare un prodotto che rispetti l’ambiente, un brand green in ogni passaggio della filiera. M3 Knitwear è stata scelta durante il Pitti Filati, grazie al filo puro di Mohair seta che ha saputo proporre. Ne nascono capi di abbigliamento de-stagionalizzati proprio per evitare il consumo di materiali poco durevoli e proporre al contrario capi che devono durare nel tempo. Dalla prima collezione ad oggi i capi venduti (tutti in pre-ordine e on line) sono triplicati, segno di una qualità che viene riconosciuta in tutto il mondo.

Tra i fiori all’occhiello dell’azienda c’è la proposta di filati di Mohair certificati e controllati. L’azienda è tra le poche ad essere specializzata nella produzione di maglieria realizzata sia con il filo “fermo” che con quello elasticizzato, molto difficile da gestire. È noto che il Mohair è una fibra tessile di origine animale, ricavato dal pelo della capra d’Angora, prodotta soprattutto in Africa del Sud. La tutela e il rispetto delle capre in quei territori è diventata una priorità dopo i maltrattamenti scoperti e denunciati dal film dell’associazione di animalisti Peta. Per questo le certificazioni che M3 Knitwear propone sono apprezzate: tutelano l’ecosistema dando valore al prodotto. 

È questo l’ultimo prodotto di punta del maglificio M3 Knitwear, rifondato dalla seconda generazione nel 1992 come risposta al desiderio di quattro fratelli di dare continuità all’attività di famiglia, il maglificio Sapam, che già era diventato, a partire dagli anni Settanta, una delle attività più rappresentative del settore tessile veneto. Il successo era arrivato già negli anni Ottanta, quando la loro maglieria finì su alcune copertine di Vogue. 

Oggi l’azienda ha 20 dipendenti. Prosegue la dinastia famigliare, iniziata dai genitori ancora giovanissimi. Sono infatti in quattro della famiglia Saccon al timone: all’amministrazione c’è Michele; responsabile produzione è Reginetta; manager della tessitura è Mauro e referente per il prodotto e rapporti coi clienti Marzia. Il fatturato nel 2020 è stato di 3 milioni di euro, dovrebbe essere confermato nel corso di quest’anno nonostante la crisi che il settore moda vive a causa del Covid. 

“Il nostro dna è quello di una piccola azienda, a conduzione famigliare, che ha sempre lavorato per brand principalmente stranieri, ma anche italiani, tutti di una certa importanza”, spiegano i titolari. “Il nostro tessuto produttivo è fatto sì di grandi aziende conosciute a livello mondiale, ma anche di piccole e medie aziende che nel silenzio si confrontano da sempre con le esigenze di marchi, stilisti e brand di caratura elevatissima che si rivolgono a noi proprio perché siamo capaci di creare un prodotto dalle loro idee. È anche merito di aziende come la nostra, sempre rimasta nell’ombra, se la moda non è solo fast fashion: garantiamo l’esistenza di capi bellissimi, venduti a prezzi medi per i quali i concetti di qualità e del ben fatto sono aspetti prioritari”.

4+ NUTRITION, GLI INTEGRATORI PER I CALCIATORI DELLA SERIE A NASCONO IN VENETO

A Padova c’è il team che produce gli integratori sportivi che fanno eccellere i campioni. Il titolare, Diego Rossetto. “Lavoriamo con biologi nutrizionisti, siamo stati i primi a portare nel mondo del calcio una formulazione di proteine con probiotici e prebiotici”. Il segreto dell’Omega contro le infiammazioni; aumentano le referenze a catalogo: ora sono 300

 

C’è il runner amatoriale, che vuole solamente riuscire a portare a termine una maratona. C’è il calciatore professionista, che deve esprimere al massimo la propria forza muscolare e la propria tecnica. Ma ci sono anche rugbisti, appassionati di sport e persone che voglio integrare la propria dieta. Secondo una recente ricerca del mensile Il Salvagente, dei 32 milioni di italiani che fanno uso di integratori alimentari, circa 18 milioni li usano tutti i giorni, mentre più di 4 milioni qualche volta al mese. 

A Padova da dieci anni esiste 4+ Nutrition, azienda specializzata nell’integrazione alimentare per atleti professionisti, in particolare del mondo del calcio. A catalogo l’azienda ha circa 300 referenze diverse (+20% rispetto allo scorso anno), di altrettanti prodotti che vengono studiati lungo tutta la filiera: dalla materia prima da cui vengono estratti i nutrienti, fino al packaging finale col quale vengono presentati. Il periodo del Covid ha rallentato le vendite, ma il 2021 dovrebbe concludersi con un fatturato oltre i tre milioni di euro. 

L’azienda, guidata da Diego Rossetto, imprenditore con un passato nell’importazione di integratori alimentari dagli Stati Uniti, che poi ha deciso di mettersi in proprio per meglio controllare la filiera produttiva, oggi ha 12 dipendenti (erano 8 solo due anni fa) e una quindicina di collaboratori che operano su una struttura di 1.800 metri quadri tra uffici e magazzini. Da notare che nello staff un ruolo importante è rivestito dai professionisti nella ricerca e sviluppo, sono assunti anche una farmacista e una biologa nutrizionista per la ricerca delle materie prime e le strategie sulle formulazioni. 

“Siamo stati i primi a portare nel mondo del calcio una formulazione innovativa che unisce le proteine ai probiotici e prebiotici”, dice Rossetto. “Tutta la nostra salute parte dal fegato e conoscendo il microbiota intestinale miglioriamo la salute degli atleti, sia fisica che mentale. Ma tra le novità assolute che proponiamo c’è anche l’integrazione col collagene. I calciatori soffrono sempre ai legamenti e ai tendini, è finita l’era degli antidolorifici. Non va dimenticata l’integrazione con gli Omega, che noi proponiamo con una particolare ricetta di EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico) estratti da una riserva naturale di pesce in Cile”. 

Per realizzare la propria mission aziendale, 4+ Nutrition si avvale di partnership con gli staff medici delle società calcistiche con le quali coordina piani di integrazione alimentare pensati individualmente per l’atleta. Il coordinatore scientifico dei progetti è un luminare nel settore: Matteo Pincella, nutrizionista della nazionale di calcio dal 2016, con lunga esperienza nella Juve (dal 2012 al 2019) prima di passare all’Inter due anni fa. Padova, Cittadella, Cremonese, Frosinone, Chievo, Parma, Udinese, Genoa, Spal, Spezia, Venezia, Verona, Fiorentina, ma anche formazioni del rugby di élite come le Zebre si sono affidate all’azienda veneta per rendere perfette le performance dei propri giocatori. 

 

BIOECONOMY REGIONAL INVESTMENT FORUM. Le migliori aziende biotecnologiche italiane incontrano investitori, banche e venture capital per accelerare la transizione verde

Milano. Inaugurata a Milano la prima edizione dell’Investment Forum della Bioeconomia e dell’Economia circolare, occasione per dieci delle più innovative aziende biotecnologiche italiane di incontrare investitori, consulenti finanziari, venture capital alla ricerca di modelli di business sostenibili. Riunite dal Consorzio Italbiotec (www.italbiotec.it), primo ente no-profit italiano delle biotecnologie e dal Cluster Lombardo della Chimica Verde (www.chimicaverdelombardia.it), le aziende sono protagoniste di due giorni di presentazioni e formazione specialistica per rafforzarne l’internazionalizzazione e la capacità di attrarre capitali.

La Bioeconomia italiana, un comparto che nel 2020 ha generato un output di oltre 300 miliardi di euro e 2 milioni di posti di lavoro, si candida a guidare la transizione verde del Nostro Paese anche grazie al suo ruolo centrale all’interno del Recovery Plan. La Lombardia, con il maggiore numero di imprese chimiche e biotecnologiche a livello nazionale, si dimostra leader anche dell’economia circolare. Secondo i dati pubblicati dal Consorzio Italbiotec, il settore che fa uso di risorse biologiche e sottoprodotti della filiera agroalimentare mobilita in Lombardia 200 aziende e 43.000 addetti che fanno dell’economia circolare un modello per la produzione di bioplastiche biodegradabili, biomateriali per l’edilizia, l’abbigliamentointegratori alimentari e cosmetici a basso impatto ambientale.

Dal 2015 il fatturato delle PMI lombarde che investono nella produzione di beni e servizi bio-based è cresciuto del 42%, registrando un’impennata del 121% dei posti di lavoro. Migliorare l’accesso al credito per le imprese di questo settore è quindi strategico per dare ulteriore impulso alla crescita della bioeconomia. In questo contesto, l’Investiment Forum fornisce un percorso di accelerazione alle PMI, grazie al progetto europeo Horizon 2020 BBJU MPowerBIO e all’iniziativa Towards Green Transition Facility della European Cluster Collaboration Platform.  Straordinari gli esempi di innovazione di BictPacktinFlanat ResearchBioc-Chem SolutionBiosearchAlgaria  nel settore della nutraceutica e farmaceutica e quelli di RewowAEP PolymersVegeaBiopick in quello dei biomateriali che sfruttano sottoprodotti della filiera agroalimentare, alghe, microrganismi.

Sono vincitrici del Forum, Vegea produttice di tessuti biologici, cruelty-free ottenute dalle vinacce, Packtin start-up che converte gli scarti della filiera food in integratori, gel e coating biodegradabili infine Rewow Srl che da nuova vita all’olio alimentare esausto per produrre biopolimeri. Il percorso di business non si esaurisce con il Forum: le tre aziende vincitrici avranno accesso gratuito agli spazi di BICOWO (https://bicowo.it/), acceleratore d’impresa del Consorzio Italbiotec e a servizi di consulenza dedicati.