Immobili parrocchiali su cui ragionare, un’intera comunità coinvolta: la Collaborazione Pastorale di Mogliano Veneto, con il coordinamento di 593 Studio, avvia un processo di co-progettazione che mette al centro comunità parrocchiali, cittadini e associazioni, l’iniziativa è sostenuta dall’amministrazione comunale. Il metodo è totalmente innovativo, l’11 ottobre il primo appuntamento aperto alla città
Inizia a Mogliano Veneto, nel Trevigiano, un percorso partecipativo promosso dalla Collaborazione Pastorale, l’istituzione che riunisce le otto parrocchie del territorio comunale appartenenti alla Diocesi di Treviso. Con il supporto di 593 studio di architettura e ingegneria di Castelfranco Veneto, parroci e consigli pastorali hanno avviato un lavoro di analisi sugli immobili parrocchiali esistenti – decine tra chiese, impianti sportivi, oratori e spazi all’aperto, strutture educative e spazi residenziali – per comprenderne il valore e immaginare funzioni nuove, a partire dai bisogni espressi dalle comunità locali. Il progetto ha trovato nell’amministrazione comunale di Mogliano Veneto un alleato, con l’obiettivo comune di costruire sinergie tra città e parrocchie: un’unica comunità capace di dialogare oltre le distinzioni formali.
Il primo passo condiviso sarà l’evento pubblico “Fatti spazio! Creiamo luoghi! Mogliano in progetto: un’occasione per immaginare insieme”, in programma l’11 ottobre 2025. A partire dalle ore 15.00, al Cinema Busan di via Don Bosco, verranno presentati i risultati della prima fase del percorso, iniziato a dicembre dello scorso anno con le prime riunioni informali finalizzate a creare il metodo di lavoro, e proiettati i video realizzati dal Gruppo Animatori, dal Consiglio Comunale dei Ragazzi e dai partecipanti al progetto “Scatti diversamente unici” promosso dall’amministrazione comunale.
Seguiranno laboratori di co-progettazione a numero chiuso, aperti a cittadini e cittadine, per sviluppare idee concrete sugli spazi parrocchiali. Si entrerà così nella fase operativa, quella che come obiettivo si dà l’idea di dare nuova vita e linfa vitale alle associazioni tramite una razionalizzazione nell’uso degli spazi pubblici e parrocchiali. Il gruppo di lavoro sarà composto a vario titolo da decine di associazioni e stakeholder del territorio, portatori di interesse di vario genere e gruppi civili e religiosi.
Parallelamente, all’Abbazia di Santa Maria Assunta sarà allestita un’esposizione dei materiali prodotti, visitabile da chi non parteciperà ai laboratori, con la possibilità di lasciare opinioni e proposte. L’evento si concluderà con la restituzione dei lavori e un aperitivo offerto dalla Collaborazione Pastorale. Per partecipare ai laboratori è necessario iscriversi tramite il form disponibile sui canali ufficiali della Collaborazione Pastorale e del Comune di Mogliano Veneto.
LE DICHIARAZIONI
«Con questo percorso stiamo dimostrando che la vera innovazione nasce dall’ascolto reciproco e dalla capacità di fare comunità», commenta Michele Sbrissa, CEO di 593 Studio. «A Mogliano Veneto parrocchie, associazioni, gruppi informali e amministrazione comunale hanno scelto di lavorare insieme, superando confini e appartenenze. Il risultato non è solo la valorizzazione di spazi parrocchiali, ma la costruzione di un modello in cui i luoghi diventano espressione dei bisogni e dei desideri delle persone. Credo che sia un’opportunità straordinaria per rafforzare l’identità della città e lasciare un’eredità positiva alle generazioni future».
«Come comunità cristiana crediamo che i luoghi non siano semplici spazi, ma segni concreti della nostra fede e della nostra fraternità», dichiara don Samuele Facci, arciprete di Mogliano. «Chiese, oratori, campi sportivi e sale parrocchiali nascono per accogliere, educare e generare relazioni. Questo percorso ci invita a rileggere i nostri beni non come proprietà da custodire, ma come doni da condividere, mettendoli al servizio delle persone e dei loro bisogni. L’incontro dell’11 ottobre sarà un’occasione di discernimento comunitario: desideriamo che la Chiesa continui ad abitare il cuore della città, non per sé stessa, ma per costruire comunione e futuro insieme».
«Il rapporto tra Amministrazione comunale e parrocchie è un patrimonio prezioso per Mogliano», dichiara il sindaco di Mogliano, Davide Bortolato. «La cooperazione ci permette di riflettere insieme su come restituire alla città spazi oggi poco utilizzati, trasformandoli in luoghi vivi, capaci di generare nuove opportunità sociali e culturali. È un impegno che va oltre la semplice gestione del patrimonio immobiliare: significa rafforzare il senso di comunità, custodire le nostre radici e allo stesso tempo aprirci al futuro, mettendo al centro le persone e i loro bisogni».
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: 593STUDIO
593STUDIO è un’eccellenza nel panorama degli studi di ingegneria e di architettura, impegnato in una missione ambiziosa: costruire il futuro attraverso ricerca, sperimentazione e competenza. Fondata a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, su valori solidi come l’innovazione, la sostenibilità e la collaborazione, 593 STUDIO opera nei settori chiave dell’abitare (residenziale), conservare (restauro), lavorare (direzionale) e condividere (pubblico). Con oltre 15 anni di esperienza in Italia e all’estero, il team multidisciplinare di 593 STUDIO affronta con dedizione progetti complessi, dall’ideazione alla direzione operativa. Tra le prime Benefit Corporation nel settore dei servizi professionali in Italia, l’azienda si impegna a restituire valore alla comunità e all’ambiente. I progetti di rilievo nell’ambito della conservazione del patrimonio storico e sacro includono l’ampliamento del complesso Santuari Antoniani di Padova, il restauro delle volte della chiesa San Francesco a Treviso, il piano di recupero per l’ex Monastero delle Clarisse a Castelfranco Veneto, la selezione per il laboratorio-concorso Cappella nel Bosco a La Verna oltre che servizi di consulenza in varie diocesi per percorsi partecipativi comunitari e piani di valorizzazione immobiliare. 593 STUDIO promuove l’innovazione anche in ambito accademico e, in collaborazione con gli Istituti Lasalliani e lo IUAV, promuove e co-finanzia dottorati di ricerca pioneristici nella gestione e recupero dei beni religiosi. La ricerca in ambito tecnologico ed ingegneristico viene svolta in collaborazione con l’International University of Applied Science in Germania.
Il progetto Borghi Invisibili approda ad una fase importante con la conclusione della prima fase dei lavori su Palazzo Lenci: facciate restaurate e saloni riscoperti tra antiche decorazioni e preziosi scorci che si riaffacciano alla città. Oggi il cantiere è visitabile, inaugurazione in occasione della Tàvlata sul Castel. Dal 3 al 30 agosto la mostra “Le città di Calvino” in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti della città di Palermo e l’Istituto Elmad di Parigi. Michele Sbrissa, amministratore di 593 Studio: “Il cantiere aperto di Barchi esempio di progettazione condivisa ad alto valore sociale”
Il restauro di Palazzo Lenci restituisce al borgo di Barchi una parte importante della sua identità storica e urbana. Si è conclusa la prima fase del cantiere avviato da 593 Studio, società veneta specializzata in architettura partecipata, che ha realizzato il progetto in collaborazione agli Istituti Filippin-La Salle Italia. Gli interventi hanno restituito splendore alle facciate e definito i volumi esterni del palazzo, ridando nuova vita alla piazza centrale.
Ma è durante il lavoro all’interno di alcune stanze del palazzo che sono avvenute le scoperte più emozionanti: varchi murati, scalinate e travature prima coperte da cemento, effimere tracce di grafiche pittoriche e decorazioni floreali che riaffiorano dopo secoli, confermando le intuizioni iniziali e le suggestioni dei racconti dei cittadini.
“Stiamo riportando alla luce questi elementi con pazienza e cura anche attraverso i laboratori organizzati assieme agli Istituti Filippin, queste tracce di storia non erano documentate e non ci aspettavamo una qualità così elevata, una simile eleganza e bellezza artigianale – spiega Michele Sbrissa, fondatore e CEO di 593 Studio –. È il segno che il palazzo non è solo architettura, ma narrazione continua, una scoperta che si apre alla comunità. Come da programma ora sospenderemo le attività operative del cantiere e apriremo questi spazi a chi vorrà fare una straordinaria esperienza tra storia, architettura, arte e partecipazione. Palazzo Lenci torna a essere un luogo vivo, visitabile, aperto alla comunità. Con umiltà e grazie al supporto di chi sta credendo a questa avventura che si sta scrivendo giorno dopo giorno, possiamo dire di essere sulla buona strada.”
Antonio Sebastianelli, sindaco di Terre Roveresche, comune a cui appartiene il borgo di Barchi, sottolinea: “Il cantiere di Palazzo Lenci ha permesso di restituire a Barchi un’importante quinta scenica del progetto originario della città ideale disegnata dell’architetto Filippo Terzi. In pochi mesi la nostra piazza è tornata a dialogare con le pietre e i volumi di un edificio che per troppo tempo era rimasto in silenzio. Speriamo che questo sia solo l’inizio”.
Il 3 agosto, infatti, in occasione della grande festa popolare La Tàvlata sul Castel, promossa dalla Pro Loco di Barchi, che ogni anno richiama oltre mille persone, si inaugura la mostra “Le città di Calvino”, realizzata all’interno del progetto Borghi Invisibili (www.borghinvisibili.it), in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo, ELMAD Auguste Renoir di Parigi, gli Istituti Lasalliani e il patrocinio dei Comuni di San Costanzo e Terre Roveresche.
La mostra, che resterà aperta fino al 30 agosto, sarà allestita tra le tracce del restauro in corso, porte, camini, pavimenti, travature, corridoi da riabitare, offrendo al pubblico una piccola esperienza, un assaggio di interazione tra frammenti di storia e visioni grafiche contemporanee ispirate al capolavoro di Italo Calvino, a cui sono state accostate in via del tutto straordinaria tre opere realizzate dalla Compagnia delle Catenelle di Barchi.
Tutto ciò è reso possibile anche grazie all’impegno di volontari e ditte locali che hanno partecipato fornendo materiali e soluzioni per allestire gli spazi in modo funzionale ed in piena sicurezza, in particolare Z Impianti che ha reso possibile l’allestimento illuminotecnico della mostra.
“I laboratori che abbiamo organizzato nel cantiere di palazzo Lenci hanno consentito ai ragazzi di sperimentare non solo attività materiali all’interno di questi spazi, ma cosa significhi interagire e contribuire all’attivazione di una comunità – commenta Sileno Rampado, direttore generale degli Istituti Filippin –. Quest’anno abbiamo portato qui, da Paderno del Grappa, due gruppi di studenti per partecipare al cantiere sociale e al progetto di rigenerazione. È una scuola di vita, che unisce mani, idee, memoria e futuro. Non solo, dall’anno prossimo sei licei lasalliani di tutta Italia utilizzeranno gli spazi di Barchi per l’alternanza scuola lavoro, così i ragazzi potranno partecipare al cantiere permanente di Palazzo Lenci intrecciando la loro esperienza con abitanti, attività economiche locali, testimonianze di artigiani e associazioni, secondo l’idea generatrice del progetto Borghi Invisibili”.
Il cantiere sarà visitabile in questa modalità immersiva per tutto il mese di agosto, con aperture garantite da alcune famiglie e volontari locali, ad ulteriore testimonianza della straordinarietà del percorso partecipativo in atto, ospitato per molte attività con la comunità locale, negli spazi del Nova Bar, una delle prime attività commerciali che hanno creduto in questa idea.
Domenico Carbone, sindaco di San Costanzo, città che ospiterà in autunno la mostra che ora si inaugura a Palazzo Lenci, proprio nell’ambito della diffusione più ampia del progetto Borghi Invisibili, aggiunge: “Questo progetto, questo cantiere, è un esempio virtuoso di rigenerazione per i nostri borghi: creatività e concretezza, facendo rete e creando sinergie dal basso, con i nostri cittadini e con le imprese locali. È un segno delle enormi possibilità del nostro territorio, unire bellezza e storia con nuove dimensioni del fare orientate al futuro e all’internazionalità”.
Dall’autunno prossimo torneranno al lavoro i tecnici per avviare una nuova fase di progettazione e riqualificazione di Palazzo Lenci, cercando, con pazienza e facendo tesoro delle indicazioni che stanno emergendo dalla comunità, di accogliere e valorizzare le idee fin qui raccolte, in coerenza con l’obiettivo di rilancio del piccolo capolavoro rinascimentale di Barchi, nel contesto del più ampio programma di attività di Borghi Invisibili.
SCHEDE DI APPROFONDIMENTO
L’ACQUISTO E IL RESTAURO DI PALAZZO LENCI A BARCHI
Nel borgo rinascimentale di Barchi, frazione del Comune di Terre Roveresche (in provincia di Pesaro Urbino), da circa sei mesi è iniziato il progetto di rigenerazione di Palazzo Lenci, edificio simbolo della “città ideale” concepita nel Cinquecento dall’architetto Filippo Terzi su incarico del marchese Pietro Bonarelli della Rovere. Il palazzo, dimenticato da decenni, è stato acquistato dalla società trevigiana di ingegneria e architettura 593 Studio, specializzata in progettazione architettonica partecipata. Obiettivo: realizzare un cantiere permanente in grado di ospitare riflessioni e azioni in ambito culturale, abitativo, produttivo e ricettività etica e sostenibile. A marzo di quest’anno è stato avviata la prima fase del cantiere con una prima azione simbolica: la riapertura di Vicolo degli Ebrei, per segnare il ritorno del palazzo alla comunità. In parallelo si sta lavorando a una “rigenerazione sociale”, coinvolgendo associazioni locali, cooperative e studenti dell’Istituto Filippin di Paderno del Grappa, Treviso. Dal punto di vista tecnico, la prima fase ha riguardato le facciate, il tetto e i camini storici, con particolare attenzione al recupero dell’identità architettonica del luogo. Sarà inoltre realizzata, sulla chiave di volta del portale in pietra all’ingresso del Palazzo, una nuova effige che unirà storia e futuro, antico e contemporaneo, un elemento simbolicamente rilevante, su cui il team di creativi sta già ragionando assieme ad alcuni attori locali. Non solo. Sul portale www.borghinvisibili.it è si può esplorare da alcune settimane l’intero progetto territoriale che spazia dal mare di Torrette fino al borgo di Barchi, attraversando San Costanzo, Piagge, Orciano, e molti altri luoghi, un progetto in pieno sviluppo, che si arricchirà via via nel corso del tempo con le innumerevoli azioni già intraprese e che qui saranno illustrate. All’interno del sito è poi già possibile sperimentare la navigazione tridimensionale dei borghi di Barchi e Cerasa ricostruiti con tecnologia laser scanner e fotogrammetria attraverso droni: un viaggio digitale immersivo tra le geometrie medioevali di antichi borghi.
LA MOSTRA – LE CITTÀ DI CALVINO
Curata all’interno del progetto Borghi Invisibili, la mostra nasce come omaggio visivo all’universo calviniano. Le opere, esposte tra le sale grezze e in fase di restauro di Palazzo Lenci, interpretano con linguaggi grafici e illustrativi il celebre libro “Le città invisibili”. Esposte circa 40 opere originali tra illustrazioni, grafic novel e installazioni, tutte realizzate da giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e della scuola ELMAD di Parigi. Tra gli autori le opere dei docenti Renato Galasso, Emanuele Gizzi e Leandra La Rosa. Esposti anche gli studenti: Alessio Agosta, Federica Arrampatore, Marta Baglieri, Greta Calandrino, Noemi Carollo, Claudia Di Miceli, Chloé Desoubrie, Roberta Ferrigno, Riccardo Galantino, Emanuela Galioto, Claudia Galluzzo, Chloé Gillet, Antonino Graziano, Grabiel Kraft, Louisa Masselis, Roberto Palmeri, Roberto Rizzo, Andrea San Brunone, Saku Santeri Heinonen, Giorgio Vaccaro, Rebecca Verduci, Maria Francesca Villari. L’allestimento si fonde con lo spazio incompiuto del palazzo e con le decorazioni storiche appena riemerse, in un dialogo continuo tra passato e visione. Il percorso è reso interattivo grazie a installazioni della “Compagnia delle Catenelle”, collettivo artistico impegnato nella rigenerazione creativa degli spazi pubblici. La mostra è parte di un progetto pedagogico e comunitario che coinvolge scuole, associazioni locali e istituzioni regionali e sarà aperta dal 3 al 30 agosto, il lunedì, venerdì e sabato dalle 20 alle 22, informazioni al 338 3517014
LA STORIA DI 593STUDIO
593 STUDIO è un’eccellenza nel panorama degli studi di ingegneria e di architettura, impegnato in una missione ambiziosa: costruire il futuro attraverso ricerca, sperimentazione e competenza. Fondata a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, su valori solidi come l’innovazione, la sostenibilità e la collaborazione, 593 STUDIO opera nei settori chiave dell’abitare (residenziale), conservare (restauro), lavorare (direzionale) e condividere (pubblico). Con oltre 15 anni di esperienza in Italia e all’estero, il team multidisciplinare di 593 STUDIO affronta con dedizione progetti complessi, dall’ideazione alla direzione operativa. Tra le prime Benefit Corporation nel settore dei servizi professionali in Italia, l’azienda si impegna a restituire valore alla comunità e all’ambiente. I progetti di rilievo nell’ambito della conservazione del patrimonio storico e sacro, includono l’ampliamento del complesso Santuari Antoniani di Padova, il restauro delle volte della chiesa San Francesco a Treviso, il piano di recupero per l’ex Monastero delle Clarisse a Castelfranco Veneto, la selezione per il laboratorio-concorso Cappella nel Bosco a La Verna oltre che servizi di consulenza in varie diocesi per percorsi partecipativi comunitari e piani di valorizzazione immobiliare. 593 STUDIO promuove l’innovazione anche in ambito accademico e, in collaborazione con gli Istituti Lasalliani e lo IUAV, promuove e co-finanzia dottorati di ricerca pionieristici nella gestione e recupero dei beni religiosi. La ricerca in ambito tecnologico ed ingegneristico viene svolta in collaborazione con l’International University of Applied Science in Germania.
Completata dopo 5 anni, immersa nel parco
storico di Villa Paglia e all’avanguardia per l’innovazione spaziale e per la
sostenibilità energetica, la nuova scuola dell’infanzia Arca di Noè nel comune
di Alzano Lombardo, disegnata da C+S Architects con la collaborazione dello
studio Capitanio Architetti, è radicata nel territorio ma anche nella storia
del design italiano. Maria Alessandra Segantini: “È un progetto innovativo di
concepire gli spazi, una forma di abbattimento dei muri che, attraverso la
trasparenza e l’intervisibilità, privilegia la socializzazione, la creatività
dei bambini e dei loro insegnanti coinvolgendo anche le famiglie e la
comunità.”
Il 7 gennaio 2025, 125 bambini di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, entrano per la prima volta nella nuova scuola dell’infanzia ‘Arca di Noè’: un padiglione prezioso rivestito in mosaico di vetro bianco e serramenti in bronzo, scandito da una serie di shed in copertura e immerso nel parco storico di Villa Paglia. L’intervento, il cui costo è pari a 5,5 milioni di euro, finanziati da Regione Lombardia, Gse, Fondazione Cariplo e dal Comune di Alzano Lombardo si sviluppa su porzione di circa 3.380 mq del complesso di Villa Paglia e del suo parco vincolati entrambi dalla Soprintendenza ai BBAA ed estesi su una superficie di 15.865 mq.
A firmare il progetto è lo studio C+S ARCHITECTS di Carlo
Cappai e Maria Alessandra Segantini, con uffici a Treviso e Londra, in
collaborazione con lo studio Capitanio di Bergamo (coordinamento locale, direzione
lavori, sicurezza e computi), e con la consulenza strutturale dello studio
Myallonier, impiantistica dello studio MCZ, acustica di Andrea Breviario e
geologica dello studio Castaldia.
Cappai e Segantini lavorano da più di vent’anni su
progetti di edilizia scolastica. Le loro scuole sono conosciute a livello
internazionale, sono state utilizzate come best-practice per scrivere le linee
guida del MIUR e sono state esposte alla 15° Biennale di Architettura di
Venezia con l’installazione EDUcare nel 2016.
Scrivono Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini: “In qualità di architetti e ricercatori, riconosciamo alle scuole un importante ruolo di politico – dal greco polis, comunità – allo spazio della scuola. Sono spazi pubblici che costruiscono comunità. Ci piace pensare alle nostre scuole come Piazze dei Piccoli Centri Urbani. Il centro infanzia di Alzano Lombardo è per noi un’occasione per tradurre una parte dell’eredità di quel territorio e trasformarlo in una risorsa per la comunità. La trasformazione del parco di Villa Paglia è una di queste eredità che si trasforma in potenzialità, alla scala urbana, alla scala architettonica e alla scala dell’esperienza fisica dei cittadini. Abbiamo concepito questo edificio scolastico immaginando la possibilità di realizzare uno spazio che possa essere usato da tutta la comunità, in tempi diversi e vissuto dagli studenti, dai docenti e dai ragazzi come un grande polo culturale trasparente e aperto che stimola la curiosità e lo scambio di esperienze e conoscenze”.
Project: C+S Architects. web.cipiuesse.it
L’area dove sorge la nuova scuola ha una superficie
di 3.380 mq. ed era l’area “degli orti” di Villa Paglia a nord del giardino
ornamentale, da cui è separata ad ovest, da un pergolato costituito da una doppia
fila di colonne in graniglia di cemento. A nord e ad est è delimitata da alti
muri parte in pietra e parte in calcestruzzo che la separano rispettivamente da
via Montelungo e da una proprietà privata. Altimetricamente è articolata su più
livelli, con un dislivello medio di circa mt 3,50, separati da un muro di
contenimento in ciottoli di fiume.
In continuità con i muri di contenimento in sassi
che disegnano la continuità tra le diverse quote del paesaggio della Val
Seriana, il progetto fa propria la regola topografica della costruzione di muri
di contenimento – il DNA del luogo – innestando, sull’ingresso da Via
Montelungo, un nuovo muro in cemento armato pigmentato di rosso e disattivato
con inerti a vista per creare continuità e armonia con il paesaggio
circostante. In corrispondenza dell’ingresso, il muro diventa spazio per
alloggiare i contatori, ma anche tessitura con la recinzione metallica che
segue le pieghe della strada e un cancello rosso con il logo della nuova
scuola. All’arrivo, da via Montelungo, della scuola si vedono solo gli shed di
copertura, omaggio al glorioso passato industriale di Alzano, che suggeriscono
la metafora della scuola come ‘fabbrica del sapere’. Un passato industriale
che ha reso famosa Alzano Lombardo per il cemento bianco che ancora oggi si
chiama ‘bianco Alzano’: un colore che definisce l’identità della nuova scuola,
che gli architetti vogliono rivestita in tessere bianche di mosaico di vetro.
Un dettaglio che è anche un omaggio ai Maestri dell’architettura Italiana del
Dopoguerra.
Il muro di cemento rosso disattivato incide il
paesaggio trasformandosi in una rampa-gioco che i
bambini riconosceranno come identità della loro scuola. Una rampa, che è anche
seduta dove sono incise le figure degli animali del famoso puzzle che Enzo
Mari ha disegnato per Danese nel 1957.
“Le domeniche, sopra un tavolino davanti al camino,
la mamma e la nonna sparpagliavano gli animali di Enzo Mari e io e mia sorella
giocavamo a ricostruire il puzzle. Amavo quel gioco, amavo toccare il legno,
amavo vedere come tutti i pezzi componevano un insieme dove tutte le figure si
abbracciavano… il calore di quel momento era custodito da qualche parte nella
memoria per riaffiorare quando ho iniziato a pensare alla scuola di Alzano…
volevo che ogni bambino provasse quel calore nella mia scuola… quell’idea di
stare insieme, quel piacere di giocare imparando. Per questo ho proposto al
team di incidere quegli animali lungo il percorso che conduce alla scuola, come
se la scuola diventasse un’arca di Noè che salva il mondo… e dove tutti,
animali, bambini, piante si abbracciano”, così l’architetto Maria Alessandra
Segantini racconta l’incipit del progetto.
Durante il percorso, la scuola comincia a comparire
tra le faglie della rampa, che, alla quota di ingresso diventa spazio: l’ippopotamo
ospita il deposito passeggini e tricicli, il maiale e il toro diventano
l’areazione della centrale termica. È un tema delicato quello di questo
progetto, sta sulla soglia tra architettura e paesaggio e viene sviluppato
facendo conversare il volume del muro rosso grezzo della rampa incisa degli
animali con un prezioso volume trasparente in tessere di mosaico di vetro
bianco e grandi vetrate riquadrate da una struttura sottile in bronzo, che
riflette il gioco colorato dei bambini e, allo stesso tempo, il paesaggio e il
cambio delle stagioni del giardino secolare.
E
qui le facciate in mosaico di vetro bianco fanno il contraltare prezioso al
paesaggio del muro colorato: i due materiali si incontrano a terra in una linea
precisa: da un lato il cemento rosso grezzo scopato ai piedi del muro che
cambia colore e diventa Levocel a grana fine bianco ai piedi della facciata di
mosaico. Quest’ultima, costruita con tessere di 14 mm lavorate in sezione, si
accende di sfumature sempre diverse in ogni momento del giorno e della sera,
giocando con le ombre e i riflessi delle luci e del paesaggio.
Nonostante
si sviluppi su un unico livello, la scuola esplode all’interno in altezza
grazie a una sezione complessa che raccoglie la luce non solo dalle grandi
vetrate della facciata, ma anche dalla copertura a shed, memoria della
vocazione industriale dell’area bergamasca, che permane come identità di questa
terra e che contribuirà a consolidarsi nell’esperienza dei bambini,
trasformandosi in eredità futura.
Il
layout della scuola è tripartito. La flessibilità è l’elemento determinante
del progetto. Nonostante sia stato dato un nome a tutti gli ambienti, il salone
centrale e le relazioni con le ali laterali permettono di utilizzare gli spazi
in molteplici modi e inventare metodi speciali per fare didattica, permettendo
agli insegnanti di esprimere al massimo la propria creatività a vantaggio
dell’educazione dei piccoli: tutti gli spazi si possono trasformare facilmente
in laboratori per l’arte, spazi per attività digitali e teatrali, palestrine,
spazi per il teatro. La stessa flessibilità permette l’utilizzo della scuola da
parte della comunità anche oltre l’orario scolastico, grazie alla presenza del
grande salone vuoto centrale che fa scorrere il verde del parco in tutte le
direzioni attraverso le vetrate che ne delimitano lo spazio.
Il
salone è spazio centrale di distribuzione ma anche spazio multifunzionale,
spazio delle potenzialità, dell’invenzione di eventi speciali. Due corti
interne scavano l’edificio come ‘stanze speciali a cielo aperto’ permettendo
anche ai più piccoli di stare all’aperto il più possibile senza pericoli,
essendo pavimentate con un tappeto antishock morbido e popolato dagli stessi
animali di Mari, colorati. Lo spazio centrale esplode in altezza scandito da
una sequenza di lucernari a shed impostati a 240 cm che portano la luce anche
nelle zone più interne della scuola: una luce indiretta, diffusa, che fa da
contraltare alla luminosità delle vetrate e delle corti.
Dall’ingresso,
la trasparenza delle corti permette di traguardare il giardino sul lato
opposto.
La
scelta dei materiali è delicata: affida al legno i punti di contatto tra i
bambini e lo spazio e favorisce l’intervisibilità tra tutti gli ambienti della
scuola. Grande attenzione è stata posta all’utilizzo di materiali per
garantire un’ottima acustica in ogni spazio.
“Abbiamo disegnato uno ‘spazio delle potenzialità’, dove ogni
ambiente può essere trasformato dalla creatività degli insegnanti o della
comunità che vi ruota intorno. Tutti gli spazi di distribuzione sono generosi e
possono essere trasformati in ‘spazi per attività speciali’ anche in orario
extra-scolastico. In questo modo la scuola diventa un epicentro per la comunità
e ne rafforza l’identità”-scrive Carlo Cappai.
Sul
lato ovest si aprono le 6 sezioni della scuola che si affacciano su parco di
Villa Paglia con i suoi alberi secolari e il pergolato storico, mentre verso il
salone una porta a vetri e una grande vetrata raccontano lo scorrere della vita
in ogni sezione. Il pavimento in linoleum bianco, steso sull’intera superficie
della scuola (inclusi i servizi igienici), è inciso in ogni aula da un animale
con un colore diverso, lo stesso colore utilizzato per le piastrelle di
ceramica lucida del corrispondente bagno della sezione.
Ogni aula è
attrezzata con una armadiatura fissa che si estende per tutta la sua lunghezza
della sezione, mentre sul lato opposto gli stessi animali di Mari, questa volta
in multistrato, diventano attrezzature didattiche e giochi a grande scala
disegnati ad hoc.
Ogni aula ha
un’uscita diretta verso il porticato esterno, che rende omaggio al dettaglio di
Terragni per l’asilo Sant’Elia di Como con una scansione di pilastri metallici
su cui sono montate tende esterne che si avvicinano alla facciata senza
toccarla. Sul sistema di pilastri staccati è anche inclusa l’illuminazione esterna
della scuola.
Sul lato opposto alle
aule si trovano la palestra, l’infermeria, le aule insegnanti, la cucina con
ingresso separato.
Opposto all’ingresso
è invece il generoso spazio della mensa che si apre sul giardino e le aree
giochi, due grandi cerchi in tappeto antishock colorato su cui di nuovo sono
incise le sagome degli animali.
Anche lo spazio della
mensa è scandito dalla sequenza degli shed con una luce calda e diffusa che
contrasta con la luce che, al tramonto, entra dalle grandi vetrate che
affacciano sul giardino.
Grazie all’utilizzo di energie alternative, l’edificio raggiunge i più
alti livelli di efficienza energetica rappresentando per la comunità di Alzano
Lombardo il primo edificio pubblico classificato NZEB (Nearly Zero Energy
Building).
Dichiara il Sindaco Bertocchi: “Il progetto è nato dalla consapevolezza che
la vecchia scuola della Busa, costruita negli Anni Cinquanta, non poteva essere
efficientata e resa antisismica con risultati soddisfacenti e così la scelta è
stata la demolizione e ricostruzione della scuola in un ambito diverso, con una
migliore esposizione solare e climatica e una posizione più centrale rispetto
alla città, al fine di facilitare l’accessibilità e la prossimità ai servizi
pubblici favorendo la didattica.
È un edificio costruito per essere sicuro, funzionale e altamente
performante e che raccoglie tutte le migliori tecnologie oggi disponibili. Una
scuola pensata e progettata per favorire nuovi modelli di apprendimento,
ospitandoli in un luogo accogliente e flessibile.”
Concludono Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini: “L’esperienza di
questo progetto ci ha dato l’occasione di conoscere un territorio ricco di
memoria antica e recente e, grazie alla collaborazione con lo studio Capitanio
e con l’impresa Perico, che bene hanno saputo tradurre per noi le esigenze della
comunità e del territorio e con cui abbiamo lavorato in grande sintonia,
abbiamo seminato un’altra scuola restituendo ai cittadini di Alzano una parte
di paesaggio oggi intercluso. Siamo onorati di aver lavorato con la comunità di
Alzano per prenderci cura delle preziose risorse storiche, artistiche e di
paesaggio e restituirle agli abitanti attraverso i bambini”.
CREDITI
Cliente: Comune di Alzano Lombardo
Progetto e direzione artistica: Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, C+S
ARCHITECTS,
PM: Maria Alessandra Segantini con Tommaso Iaiza, Stefano Di Daniel, C+S
ARCHITECTS
Coordinamento locale, Direzione Lavori, Sicurezza, Computi: Remo Capitanio,
con Alberto Valtulini e Marina Brambati, STUDIO CAPITANIO ARCHITETTI
593Studio, società trevigiana di architettura e ingegneria avvia un progetto a Barchi, città ideale costruita nel Cinquecento dall’architetto Filippo Terzi in provincia di Pesaro e Urbino. Sul sito inbarchiamoci.it la prima ricostruzione tridimensionale attraverso laser scanner e drone dell’antico borgo. Il ceo, Michele Sbrissa: “Accoglieremo residenti e turisti in una cittadina che ci ha fatto innamorare”.
Se Filippo Terzi potesse sentire le vibrazioni che stanno percorrendo le pietre vive di Palazzo Lenci, nel cuore di Barchi, probabilmente ne sarebbe felice. Siamo nel Comune di Terre Roveresche, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche. Vi vivono neppure mille anime, in un luogo iconico per gli urbanisti a livello mondiale: il marchese Pietro Bonarelli della Rovere affidò nella seconda metà del Cinquecento all’architetto Filippo Terzi la realizzazione della sua “Cittadina Rinascimentale” trasformando Barchi nella piccola capitale della sua signoria, costruendo in rispetto della sezione aurea e creando una sorta di piccola città ideale.
Dai fasti rinascimentali allo spopolamento di oggi: il borgo sta lentamente cercando una nuova identità ed un nuovo ruolo all’interno di un contesto economico e sociale in continua evoluzione. Turismo al centro, certo una prospettiva plausibile, ma come coinvolgere la comunità locale in un percorso che sappia tenere insieme tradizione, storia, cultura con innovazione e nuove forme di cittadinanza attiva.
In questo contesto 593Studio, società di consulenza in ambiti di ingegneria e progettazione architettonica partecipata con headquarter a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, ha deciso di acquistare Palazzo Lenci per renderlo luogo di incontro, cultura, divulgazione e sviluppo di iniziative legate al rilancio dell’antico borgo medioevale.
La progettazione partecipata è già iniziata: sul sito www.inbarchiamoci.it è on line una spettacolare ricostruzione tridimensionale realizzata attraverso rilievi con tecnologia laser scanner e supporto di un drone. È la prima volta che l’intero borgo viene riprodotto in 3D a questa definizione, è possibile vedere ogni dettaglio muovendo il mouse in ogni direzione sul portale che coordina l’iniziativa. Nella ricostruzione tridimensionale di Barchi è stato fondamentale l’apporto del lavoro di ricerca svolto dal giovane architetto tedesco Johannes Kreye, che ha contribuito al lavoro di mappatura ed elaborazione digitale.
“Abbiamo avviato a Barchi un cantiere, ma prima di tutto un laboratorio di partecipazione, sostenibilità ed inclusione seguendo i fondamentali etici che ci animano”, annuncia Michele Sbrissa, ceo di 593Studio. “Dopo mesi di lavoro, finalmente la nostra idea è diventata progetto grazie al coinvolgimento di una rete di attori che assieme a noi ha accettato di intraprendere un percorso che porterà Palazzo Lenci verso un uso nuovo, aperto, sostenibile”.
Collaborerà al progetto lo storico Marco De Santi, che ha recentemente pubblicato il libro “‘Al tempo dei gigli d’oro, storie di Barchi e del Ducato di Urbino”, un’interessante e inedita immersione nel secolo d’oro di Barchi, dalla nascita del vicariato nel 1539, alla fine del Ducato d’Urbino nel 1631. Un periodo nel quale alcune famiglie del posto acquisirono via via ricchezze, forza e importanza.
L’iter dei lavori è definito. Oltre alla ristrutturazione del palazzo del Cinquecento, che sarà reso di nuovo agibile, ad est sarà aperto il portone di Palazzo Lenci verso corso Umberto, ad ovest sarà creato un varco dal giardino interno verso Vicolo degli Ebrei: un nuovo corridoio urbano e architettonico in dialogo coi residenti e i passanti dal forte significato simbolico.
Ma la parte più interessante del progetto è il fatto che sia figlio di un’iniziativa di progettazione partecipata, ribattezza InBarchiamoci. È stato infatti creato un portale internet, www.inbarchiamoci.it, che spiega le varie fasi del progetto e chiede proposte e suggerimenti da parte dei residenti per condividere con loro come utilizzare lo spazio. Non solo. Le finestre dello stabile sono state rivestite da immagini ed è stata posta all’ingresso una bacheca dove è possibile attaccare dei fogli con le proprie idee. Il tutto attraverso una mappa concettuale basata su sei parole chiave: ecosistema, innovazione, identità, storie, partecipazione e persone.
Di certo, il progetto pilota a Palazzo Lenci donerà nuova dignità ad un palazzo storico. Uno dei concetti cruciali di questo progetto è espresso questa manifestazione d’intenti che 593Studio riporta nel sito: “Questo edificio con il suo immediato intorno è un componente cruciale di un tessuto urbano ideato fin dall’inizio per essere parte di un equilibrio uomo-ambiente unico e irripetibile. La città ideale progettata da Filippo Terzi è la rappresentazione dinamica di un equilibrio, di una proporzione bilanciata tra uomo e ambiente, in cui i due coabitano uno spazio secondo regole spaziali, materiche, ambientali, generando ampie prospettive, misurati scorci, brezze nei vicoli, giardini segreti, piazze”.
“Il nostro sogno è quello di donare nuova vita allo stabile e al borgo”, conclude Sbrissa. “Vorremmo ospitare piccoli laboratori commerciali e di artigianato, spazi dedicati all’arte e alla cultura, ospitalità lenta, associazioni locali, il tutto in una cornice di semplicità, bellezza, coerenza storica ed innovazione sociale. Ringraziamo il Comune di Terre Roveresche, la Pro Loco di Barchi, le associazioni locali e i singoli cittadini per il supporto concesso fin da subito all’iniziativa che ci impegnerà per i prossimi anni e che speriamo possa venir imitata anche in altri luoghi”.
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: 593STUDIO
593STUDIO è un’eccellenza nel panorama degli studi di ingegneria e di architettura, impegnato in una missione ambiziosa: costruire il futuro attraverso ricerca, sperimentazione e competenza. Fondata a Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, su valori solidi come l’innovazione, la sostenibilità e la collaborazione, 593 STUDIO opera nei settori chiave dell’abitare (residenziale), conservare (restauro), lavorare (direzionale) e condividere (pubblico). Con oltre 15 anni di esperienza in Italia e all’estero, il team multidisciplinare di 593 STUDIO affronta con dedizione progetti complessi, dall’ideazione alla direzione operativa. Tra le prime Benefit Corporation nel settore dei servizi professionali in Italia, l’azienda si impegna a restituire valore alla comunità e all’ambiente. I progetti di rilievo nell’ambito della conservazione del patrimonio storico e sacro, includono l’ampliamento del complesso Santuari Antoniani di Padova, il restauro delle volte della chiesa San Francesco a Treviso, il piano di recupero per l’ex Monastero delle Clarisse a Castelfranco Veneto, la selezione per il laboratorio-concorso Cappella nel Bosco a La Verna oltre che servizi di consulenza in varie diocesi per percorsi partecipativi comunitari e piani di valorizzazione immobiliare. 593 STUDIO promuove l’innovazione anche in ambito accademico e, in collaborazione con gli Istituti Lasalliani e lo IUAV, promuove e co-finanzia dottorati di ricerca pioneristici nella gestione e recupero dei beni religiosi. La ricerca in ambito tecnologico ed ingegneristico viene svolta in collaborazione con l’International University of Applied Science in Germania.