CON IL RESTAURO RAFFINATO DELLE EX-CARCERI di C+S SI AMPLIA IL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI TRENTO

Il progetto esecutivo di restauro delle Ex-Carceri a Trento sarà consegnato ai primi di settembre per un investimento da venti milioni di euro della Provincia di Trento. Il progetto architettonico porta la firma dello studio C+S Architects, vincitori del premio Architetto Italiano dell’Anno. Segantini: “Il prezioso edificio delle ex-carceri amplia il Palazzo di Giustizia: l’accostamento di nuovi elementi delicati alle masse murarie in pietra dei volumi asburgici valorizza l’edificio storico in un dialogo costante tra antico e nuovo”. Lavori al via il prossimo anno.

 

Accelera a Trento l’iter del progetto di restauro delle ex-carceri che amplieranno il Palazzo di Giustizia esistente. Il progetto esecutivo di restauro dell’edificio asburgico sarà consegnato ai primi di settembre e porta la firma di C+S Architects, studio con sedi a Londra e Treviso di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini, da poco insigniti del Premio Architetti Italiani dell’Anno.

Per la prima volta vengono mostrati i rendering del progetto, che avrà un valore di 20 milioni di euro. L’ente appaltante è la Provincia di Trento, peraltro proprietaria dello spazio, che sorge su un lotto di poco più di diecimila metri quadrati con un ampliamento del tribunale esistente di 8.700 metri quadrati. Ottenute tutte le approvazioni nella conferenza dei servizi di aprile, ora la Provincia dovrà approvare il progetto esecutivo e quindi procedere alla gara di appalto europea. Se l’iter burocratico non subirà intoppi, i lavori potranno iniziare già il prossimo anno. 

 

Un progetto che donerà nuova vita all’area. “Il riconoscimento della qualità spaziale e costruttiva del complesso ci ha spinto a realizzare un lavoro di riqualificazione dell’edificio esistente – spiega Cappai – innestando una nuova infrastruttura delicata capace di tradurre e reinterpretare il complesso per adeguarlo al nuovo programma. La filosofia del progetto mira a preservare il più possibile le strutture esistenti. Il piano terra è stato progettato come uno spazio ibrido, che possa essere aperto anche a un pubblico più ampio (previo controllo di sicurezza all’ingresso) per favorire l’idea che gli edifici pubblici sono edifici di comunità e dovrebbero ospitare un pian terreno accogliente e vivibile”. 

 

Una serie di spazi pubblici (ristoranti, caffetteria e una cella-museo) occupano il piano terra dell’ala centrale del complesso, diventando una sorta di ponte pubblico tra le due corti esistenti; l’Ufficio del Casellario e l’Ordine degli Avvocati completano la struttura funzionale del piano terra, occupando le due ali laterali del complesso.

Viene mantenuta la distribuzione verticale esistente e le tre scale esistenti, interamente conservate, sono affiancate da due nuovi ascensori, mentre, per motivi di sicurezza antincendio, vengono inserite quattro nuove scale esterne di emergenza. “La definizione della materialità dei vani scala è stata altrettanto importante per far dialogare il vecchio e il nuovo”, suggerisce Segantini. “I vani scala sono in laterizio vetrificato in equilibrio cromatico con l’edificio esistente. I mattoni sono stratificati in modo da creare una trama di luce e cambiano ogni singolo momento della giornata. In questo modo spingiamo le persone a usare queste scale invece degli ascensori e diventare più sane. Un parapetto strutturale in acciaio definisce le rampe con un materiale simile a quello dei balconi, per stabilire un dialogo con la pietra, materiale molto utilizzato nell’ex carcere”.

 

Il primo piano è interamente occupato dal Tribunale Ordinario, con gli uffici dei giudici collocati ali centrale e orientale, le cancellerie e gli uffici maggiori nelle due ali laterali e la sala delle udienze all’interno dell’ex cappella. Ad ovest, una nuova scala dotata di piattaforma elevatrice collega i primi piani dell’ex carcere e gli attuali uffici del Tribunale. Il secondo piano è destinato ad accogliere ulteriori uffici del Tribunale Ordinario.

Il terzo piano, in origine un sottotetto disabitato, ospita le unità di trattamento aria, mentre l’ala est viene ridisegnata da uno spazio multifunzionale comune, grazie alla sostituzione di alcune capriate esistenti con nuove travi sagomate ad arco in legno lamellare e all’apertura di lucernari che lasciano fluire nello spazio l’illuminazione zenitale.

Il piano interrato dell’edificio esistente ospita gli spazi di servizio e gli archivi dell’Ordine degli Avvocati e dell’U.N.E.P. È collegato da una rampa ad un piano interrato di nuova costruzione, posto al di sotto del cortile-giardino d’ingresso, che ospita l’archivio del Tribunale Ordinario e più locali tecnici. La circolazione verticale avviene sia attraverso le scale esistenti sia attraverso le quattro nuove scale antincendio nei due cortili. Queste ultime sono affiancate da altre due scale esterne che conducono al giardino d’ingresso.


SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

C+S Architects Bio

Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini vivono e lavorano tra Treviso e Londra dove ha sede lo studio C+S ARCHITECTS da loro fondato a Venezia nel 1994. Lo studio C+S ha maturato una profonda esperienza nel settore del restauro avendo realizzato alcuni dei più importanti lavori a Venezia: il restauro della Torre Massimiliana nell’isola di Sant’Erasmo, della Ex-Manifattura Tabacchi e del Fondaco dei Tedeschi solo per citare i più rinomati, tutti progetti che hanno ottenuto premi internazionali, tra cui il BigMat Award 2017. Rispettivamente professore associato e ordinario di composizione architettonica e urbana, Cappai e Segantini hanno tenuto corsi come visiting professors in varie università tra cui MIT, Cambridge Massachussetts, USA e Syracuse University, NYC, USA e Hasselt University. Attualmente sono visiting scholar a Cambridge University, UK. La loro ricerca e realizzazione di scuole, esposta alla 15° Biennale di Architettura di Venezia, ha contribuito a riscrivere le Linee Guida del Ministero sulla progettazione delle scuole italiane. L’approccio progettuale dello studio rintraccia la tradizione costruttiva dei luoghi che deriva dal rispetto e utilizzo sostenibile delle risorse naturali che il progetto traduce in un nuovo equilibrio tra uomo e natura. Oltre al recentissimo Premio Architetto dell’Anno del CNAPP, lo studio ha ottenuto premi, riconoscimenti e pubblicazioni internazionali ed ha presentato il proprio lavoro in una serie di istituzioni internazionali, tra cui il MoMA a New York, il RIBA a Londra, la Biennale di Architettura di Venezia, il Museo di Oslo, Il MIT di Cambridge e la Triennale di Milano.

 

IL PROGETTO DELL’EX CARCERE TRENTO

 

L’EX CARCERE DI TRENTO – LA STORIA

L’Ex Carcere di Trento sarà trasformato in un nuovo Tribunale, ampliando quello esistente.

L’edificio faceva parte dell’espansione ottocentesca della città, quando divenne parte fondamentale del nuovo reticolo urbano, che seguiva al taglio del fiume Adige.

L’edificio esistente, progettato da Ignazio Liberi, è costituito da una sequenza di due cortili e segue la classica tipologia carceraria, con un vuoto centrale a tripla altezza su cui si affacciavano tutte le celle. Particolarmente interessante è il sistema costruttivo, con spesse murature in pietra a vista e sistemi di volte in laterizio o solai orizzontali in pietra, di cui un esempio molto interessante sono i ballatoi centrali, con una serie di mensole in pietra, su cui poggiano generose lastre anch’esse in pietra che formano il piano di calpestio.

 

I CINQUE INTERVENTI STRUTTURALI PRINCIPALI

Cinque gli interventi principali, tutti indipendenti dall’edificio esistente e quindi reversibili in futuro:

  1. L’inserimento di quattro nuove scale di emergenza, che si innestano nei cortili in continuità con la matericità della pietra, costruendo un nuovo piano sopraelevato alla stessa quota del piano terra e staccato dalle facciate: i vani scala sono progettati in cemento e mattoni vetrificati in equilibrio cromatico con le facciate esistenti. Le nuove scale qualificano lo spazio dei cortili, pavimentati in pietra artificiale e completati da lunghe panchine che contribuiscono a ridefinire il punto di contatto tra vecchio e nuovo;
  2. I ballatoi sono stati rinforzati con lame in acciaio e aumentati di dimensioni mediante l’inserimento di un nuovo cordolo in acciaio in continuità con i nuovi parapetti;
  3. La nuova infrastruttura MEP disegna la facciata interna degli uffici in continuità con i nuovi serramenti. Un sistema di contro-pareti metalliche è inserito nelle strutture esistenti per schermare il necessario isolamento e la distribuzione degli impianti, che saranno ispezionabili;
  4. Il nuovo vano sottotetto è progettato con elementi ad arco in legno lamellare in continuità con le originarie strutture lignee di copertura illuminate zenitalmente da lucernari vetrati;
  5. I pavimenti esterni rimangono in pietra in continuità con le uscite delle scale di emergenza al piano interrato.

 

I MATERIALI SCELTI PER IL RESTAURO

La scelta dei materiali rafforza il concetto di costruzione di un dialogo poetico tra antico e nuovo.

Il progetto unisce la pietra naturale esistente, utilizzata nella pavimentazione dei corridoi e dello spazio a tripla altezza, con una pietra artificiale, che sarà realizzata con lastre di terrazzo prefabbricate con inerti a vista. In questo modo un nuovo materiale può essere armoniosamente combinato con la pietra esistente. Lo stesso materiale verrà utilizzato per la pavimentazione esterna, associata ad una pavimentazione tipo Levocell.

Il secondo materiale, scelto per le sue caratteristiche meccaniche e riconoscibilità, è l’acciaio. Sarà utilizzato per gli elementi strutturali, le balaustre e le contro-pareti che integrano i sistemi meccanici. Per la nuova struttura del tetto, l’acciaio è stato abbinato al legno lamellare, utilizzato sotto forma di travi ad arco in sostituzione delle originarie capriate lignee, che non permettevano di abitare il sottotetto. Nel sottotetto dell’ala est sono state così collocate due nuove sale riunioni, illuminate dall’alto da lucernari.

Gli intonaci delle facciate verranno demoliti e sostituiti con un intonaco termico in grado di migliorare la resistenza termica, senza alterare le superfici e le decorazioni murarie esistenti. Tutte le cornici e gli elementi decorativi saranno accuratamente restaurati, comprese le cornici di gronda.

Il progetto, collocando le nuove quattro scale antincendio nei cortili, ha permesso di preservare tutte le scale interne esistenti e limitare notevolmente le demolizioni. Sono pensati come elementi riconoscibili, ma ben armonizzati con la matericità esistente.

Le scale lungo la parete cieca che separa il carcere dal tribunale assumono una forma lineare e disegnano un nuovo fondale. La scala opposta, invece, si allontana dalle pareti e il suo volume è stato pensato il più possibile sottile e dai bordi morbidi, per ridurre la nitidezza delle ombre proiettate e aumentare la luce degli spazi adiacenti.

Per rafforzare l’identità dell’edificio nelle mappe mentali della comunità, gli spigoli arrotondati rimandano al volume semicilindrico dell’abside della cappella, nonché alla scuola elementare Raffaello Sanzio di Alberto Libera. Anche in questo caso i due corpi scala assumono un profilo curvilineo in grado di inserirsi nel contesto formale fortemente caratterizzato di quella parte di città, costruendo un ponte tra passato e futuro.

La definizione della materialità dei vani scala è stata altrettanto importante per armonizzare il vecchio e il nuovo. I vani scala sono progettati in cemento e laterizio vetrificato in equilibrio cromatico con l’edificio esistente. I mattoni sono stratificati in modo da creare una trama di luce mentre si usano le scale e cambiano ogni singolo momento della giornata. In questo modo spingiamo le persone a usare queste scale invece degli ascensori e diventare più sane! Un parapetto strutturale in acciaio definisce le rampe con un materiale simile a quello dei balconi, per stabilire un dialogo con la pietra, materiale molto utilizzato nell’ex carcere.

Le uscite di emergenza sono completate dalle due scale poste nel giardino prospiciente la facciata est dell’ex carcere. Provengono dal nuovo seminterrato e sono scoperti. In questo caso i parapetti sono in acciaio, il loro rapporto con l’esistente è mediato dalle piante del giardino. La schermatura del parcheggio detenuti a sud segue lo stesso principio; sono infatti costituiti da un telaio in profilati di acciaio e pannelli di tamponamento in lamiera stirata, per la crescita di piante rampicanti che possono trasformare questi elementi in pareti verdi.

Il gioco del progetto è quello di costruire un dialogo tra vecchio e nuovo, favorendo la bellezza dell’edificio originario con una nuova bellezza di dettagli ricercati, capaci di definire un incontro poetico tra tradizione e innovazione.

 

Credits:

Head designers and technical coordination: Carlo Cappai, Maria Alessandra Segantini, C+S Architects

Project manager Architecture: Stefano di Daniel, C+S Architects

Collaborators C+S: Sai Anugna Buddha, Tu Bui, Federica De Marchi, Giulia Guizzo, Anamika Gupta, Damla Karabay, Jurgis Prikulis

Structures: Pierluigi Coradello

MEP Engineering: Oscar Nichelatti, Manuele Rolleri

Survey, Fire and Safety and Administrative coordination: Areatecnica srl

Bill of Quantity: Venice Plan srl

IL 21 AGOSTO FESTA PER PIO X A RIESE, PRONTE LE OPERE REALIZZATE PER I PELLEGRINI

Il 20 agosto si ricorda l’anniversario della morte, avvenuta 109 anni fa. Il giorno dopo, la processione. Entrano nel vivo i festeggiamenti in vista del rientro del corpo, ad ottobre. I preparativi: casa natale e museo ristrutturati, nuova pista ciclabile e Curiotto. Sarà realizzato anche un tour virtuale. Tutte le iniziative in corso. L’appello del sindaco: “Prenotate subito la visita sul portale www.papapiox.it, ci sono molte richieste e il rischio è di perdere una storica opportunità”

 

Prima di partire per Roma, dove sarebbe salito al soglio Pontificio, l’allora cardinale Giuseppe Sarto aveva proferito queste parole: “O vivo o morto tornerò”. Erano anni tremendi, quelli del primo Novecento, stava per scoppiare la prima guerra mondiale. Le spoglie mortali di Papa Pio X tornarono a Venezia molti anni dopo, nel 1959. E adesso la promessa viene di nuovo mantenuta: dal 6 al 15 ottobre sarà celebrata la sua “Peregrinatio corporis”. 

L’urna che oggi è a San Pietro, in Vaticano, sarà trasportata per 545 chilometri in un mezzo ristrutturato ad hoc per impedire che le vibrazioni possano danneggiarla, e dopo un giorno in cattedrale a Treviso sarà accolta per più di una settimana a Cendrole, borgo riesino che ospita la chiesa mariana nella quale Bepi Sarto sviluppò la sua fede.

L’attesa per l’evento sta crescendo a Riese Pio X. Il prossimo 20 agosto si ricorderà l’anniversario della morte, avvenuta nel 1914 (c’è chi dice che non resse il dolore dell’incombente guerra mondiale). Il giorno dopo, la solenne processione per la festa del Santo che vede ogni anno la presenza di centinaia di fedeli. A settembre è invece programmato un grande evento per l’inaugurazione della ristrutturata casa Natale di Pio X. 

La Peregrinatio di ottobre sarà preceduta da un programma di eventi religiosi e culturali, che saranno pianificati dalla Fondazione Giuseppe Sarto con Diocesi di Treviso, Comune di Riese Pio X e altri enti, quali il Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto e il Consorzio Marca Treviso, solo per citarne alcuni. La peregrinatio proseguirà anche nel Veneziano, ma prima il borgo delle Cendrole, dove abitano poche decine di famiglie, accoglierà migliaia di pellegrini nell’arco dei dieci giorni di eventi, in questi giorni si sta organizzando un centro logistico di accoglienza a due chilometri di distanza. Nell’attesa, il Comune ha messo a terra un piano di maquillage per prepararsi ad accogliere i pellegrini.

CASA NATALE A seguito delle indagini e dei saggi effettuati negli anni scorsi presso la Casa Natale di Pio X, si erano riscontrati alcuni aspetti di criticità conservativa. “È stato perciò deciso di recuperare tutti gli elementi architettonici, costruttivi e decorativi presenti nell’edificio”, spiega Matteo Guidolin, presidente della fondazione Giuseppe Sarto e sindaco di Riese Pio X. “Il progetto, realizzato dallo Studio Scattola e approvato dalla Soprintendenza di Venezia prevede azioni conservative, di salvaguardia e di protezione, con una visione più ampia di recupero dei valori e testimonianze materiali presenti nel territorio, restituendole alla collettività. È stato inoltre previsto un intervento di ritinteggiatura e manutenzione degli oscuri di Casa Maggion, immobile di proprietà della Fondazione, sede della stessa e del bookshop legato alla Casa Natale.

MUSEO PIO X Lo studio Gatto Tonin Architetti sta curando il progetto di riallestimento degli spazi museali, la riorganizzazione dei percorsi di visita e il rinnovo degli ambienti di servizio della casa museo. L’intervento interesserà gli spazi di Casa Maggion – detta anche casa del custode – che in futuro ospiterà anche l’Archivio di Papa Pio X e spazi per esposizioni temporanee e permanenti; per quanto riguarda gli ambienti della Casa Natale e del Reliquiario (Museo), si prevede il riordino delle aree aperte pertinenziali, il miglioramento dell’accessibilità, il ridisegno dei supporti espositivi e l’integrazione all’interno degli ambienti di nuove dotazioni tecnologiche a supporto del percorso espositivo. La riorganizzazione del percorso museale è stata curata da Disma Srl, con predisposizione dei pannelli introduttivi e del contenuto delle didascalie. 

VISITA VIRTUALE In occasione della “peregrinatio corporis” il Museo di Pio X sarà peraltro reso accessibile al mondo intero tramite un virtual tour sul web. Le attività di restauro e di rinnovo del complesso saranno infatti oggetto di un intervento di digital storytelling da parte di Wow Textura. “L’obiettivo è rendere accessibile e fruibile in modo virtuale la visita del museo, con particolare attenzione alla resa fotorealistica e all’inserimento di contenuti arricchiti di esperienzialità, come approfondimenti testuali e multimediali”, spiega ancora Guidolin. “Attraverso la direzione artistica virtuale e la costruzione di contenuti immersivi sarà possibile sfruttare questo strumento in ottica di promozione e presentazione, consentendo al contempo di aumentare la visibilità delle attività di restauro anche verso chi non ha ancora visitato il Museo Pio X”.

IL PAESE La Città di Riese Pio X, oltre a dare supporto economico alla Fondazione Sarto per la realizzazione dei progetti di restauro e riqualificazione del complesso della Casa Natale, sta realizzando altri ambiziosi progetti, che saranno portati a termine in questi giorni. La riqualificazione del sentiero Curiotto, sentiero che Sarto percorreva da giovinetto per raggiungere il Santuario delle Cendrole. Ma anche la realizzazione della pista ciclabile da Cendrole a Spineda, che unirà definitivamente il centro di Riese al Sentiero degli Ezzelini e sarà usata dai pellegrini per avvicinarsi alla Chiesa. Infine, il progetto di nuovo arredo urbano nel centro storico di Riese Pio X, che prevederà l’installazione di elementi d’arredo e la riqualificazione di alcune aree urbane. Il pellegrino potrà inoltre visitare il presepio artistico pluripremiato (presso l’asilo parrocchiale) e una mostra sullo scultore Francesco Sartor (in Barchessa Zorzi). 

“La macchina organizzativa ormai è pronta”, conclude il sindaco. “Tutte le informazioni saranno convogliate sul portale web www.papapiox.it, nel quale sarà possibile anche prenotare le visite. Fioccano già le prenotazioni, ci attendiamo decine di migliaia di pellegrini, speriamo centinaia di migliaia, considerato anche che in un anno normale, i turisti religiosi che visitano la “casetta” del Papa sono migliaia. Per trovare da dormire già adesso serve cercare alberghi e hotel nelle città limitrofe come Castelfranco Veneto, Possagno, Bassano del Grappa e Cittadella. Invito tutti a prenotare la propria visita per non rischiare di perdere una opportunità storica”. 

 

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO – LA PEREGRINATIO CORPORIS DI PIO X

IL PRECEDENTE DI BERGAMO Nella storia recente della Chiesa, infatti, solo un’altra volta è stato organizzato il “ritorno a casa” di un Papa. Era accaduto a maggio del 2018 nel Bergamasco, dove le spoglie di Giovanni XXIII (che quando era Cardinale, col nome di Roncalli, era stato tra i grandi sostenitori del ritorno del corpo di Pio X a Venezia) hanno generato un movimento di massa senza precedenti. Quasi mezzo milione di pellegrini si sono prenotati per la visita, non sono noti i dati di quanti invece siano passati per il territorio senza registrarsi, solo a scopo turistico. 

PIO X IN VENETO Sarà una festa popolare che coinvolgerà tutto il Veneto: tutte le parrocchie del Nord Italia sono state coinvolte dai propri vescovi nell’organizzazione di pullman e trasferte, i sacerdoti ne stanno parlando da giorni nelle comunità. Infatti, Pio X studiò in seminario a Padova, fu cappellano a Tombolo, arciprete a Salzano, nel Veneziano, canonico della cattedrale di Treviso, padre spirituale del Seminario, vescovo a Mantova e patriarca a Venezia. Proprio in quel suo essere stato “un povero parroco delle terre venete”, ha detto il Vescovo Tomasi nel giorno della presentazione del calendario degli eventi, “sta una delle radici forti e buone che hanno sostenuto il suo impegno di guida della Chiesa universale”. Nel progetto di pellegrinaggio, peraltro, è stata coinvolta anche Treviso: l’urna traslata avrà come prima tappa del viaggio la chiesa cattedrale del capoluogo della Marca Trevigiana (il pomeriggio del 6 ottobre), dove rimarrà fino al pomeriggio di sabato 7. Dopo Cendrole, la peregrinatio proseguirà nel Veneziano.

Per aggiornamenti sugli eventi e ulteriori informazioni: www.papapiox.it