GRAPPA VS GIN: ARRIVA DA LIPARI IL GRAPPA TONIC AL MANDARINO, LA RISPOSTA ITALIANA AL GIN TONIC

Una grande novità nel mondo del beverage. E’ la grappa al mandarino prodotta da Il Giardino di Lipari dove il grappa tonic è pronto ora a scalzare il gin tonic dal podio di bevanda dell’estate 2021. L’11 giugno l’apertura ufficiale del Giardino.

 

LIPARI. L’unico vero distillato al 100% italiano è la grappa. In pochi sanno però che non viene prodotta solamente nel nord Italia, ma anche in Sicilia. E arriva da Lipari una grande novità, la grappa al mandarino realizzata da Il Giardino di Lipari, cocktail bar e ristorante nella perla delle Eolie. Ed è già partita la sfida: grappa al mandarino al posto del gin nei cocktail, per incrementare un percorso già avviato in Italia da qualche anno nei migliori cocktail bar, cioè il rilancio del distillato italiano sul mercato nazionale ed internazionale. 

 

L’idea è di Luca Cutrufelli, titolare de Il Giardino di Lipari, ma la ricetta è stata messa a punto assieme al barman Nicolò Verde e Giuseppe La Fauci, giovane distillatore della distilleria di famiglia, la Giovi di Fondachello (ME). “La grappa è l’unico distillato davvero italiano – spiega Luca Cutrufelli – abbiamo deciso di puntare su ciò che davvero caratterizza la nostra bella Italia. Una grappa infusa con le scorze dei mandarini del nostro giardino, dove abbiamo 20 piante di questo agrume siciliano. Con il nostro barman Nicolò e con Giuseppe La Fauci di Distilleria Giovi abbiamo trovato la ricetta perfetta, e con Alessio Affè, altro barman del nostro gruppo (con la passione per il marketing e la comunicazione) abbiamo creato la grafica e l’etichetta. Abbiamo così realizzato il primo distillato a marchio Il Giardino di Lipari”

 

Si punta a “sdoganare” la grappa, distillato finora poco utilizzato in miscelazione. La grappa al mandarino ha una gradazione alcolica di 42 gradi, si può bere liscia come tutte le grappe, ma si può anche abbinare e miscelare con altri ingredienti. Due le proposte del Giardino di Lipari. 

 

Una più semplice e diretta. Il Grappa Tonic, che punta a scalzare dal trono di re dell’estate l’onnipresente Gin Tonic. Il gin, infatti, non è un prodotto tipicamente italiano e negli ultimi anni peraltro è stato largamente usato e prodotto un po’ in tutto il mondo. Il Grappa Tonic all’aroma di mandarino, composto di acqua tonica e grappa de Il Giardino di Lipari, è un ulteriore passo verso una piena valorizzazione del distillato italiano.

 

Ma c’è dell’altro. Il Giardino di Lipari si è inventato anche un nuovo cocktail, ilGiammù” composto da grappa al mandarino, Sambuca Bona (una soda al gusto di anice e fiori di sambuco) con l’aggiunta di qualche goccia di limone. “Un tributo alla tradizione siciliana di bere acqua e Zammù, un liquore di elevata gradazione alcolica al sapore di anice. Si usava assaporarlo nel palermitano per dare sollievo al palato nelle calde giornate estive – spiegano Luca Cutrufelli e Nicolò Verde – il termine Zammù deriva dall’arabo “Zammut” che significa “anice”. Si pensa che anche “Sambuca” derivi dallo stesso termine arabo. Così abbiamo pensato di miscelare la nostra grappa, aromatizzata con i mandarini del nostro giardino, alla sambuca in bottiglia di Bibite Bona, azienda leader siciliana per la creazione di soft drink realizzati con materie prime siciliane”. 

 

Con la riapertura fissata per l’11 giugno il Giardino di Lipari è pronto a lanciare la grappa al mandarino come nuovo distillato di punta del bar. Una vera rivoluzione nel mondo del beverage alle Eolie. 

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: IL GIARDINO DI LIPARI

Tutto è iniziato nel 2014. C’era un agrumeto abbandonato da tre decadi, incastonato in una corte nascosta tra le mura del centro di Lipari, preziosa isola delle Eolie, a qualche minuto di aliscafo da Messina. Luca Cutrufelli, messinese classe 1982, è riuscito a leggere bellezza laddove gli altri vedevano solo una selva di sterpaglie in stato di abbandono. È nato così il club “Il Giardino di Lipari”, un’oasi di mille metri quadri tra case e palazzine. Cutrufelli è riuscito ad unire nella progettazione del locale le proprie due anime: quella da ingegnere edile con una profonda conoscenza dei materiali e quella di artista capace nel corso della sua carriera di numerose mostre personali in Europa, tra le quali una a Parigi, dove vive in inverno. Nel giardino ci sono 20 piante di mandarino. L’obiettivo è quello di far vivere per tutto l’anno, e dunque non solo d’estate, Il Giardino di Lipari. E per farlo è stata realizzata una linea di prodotti ispirati all’anima stessa del giardino, i suoi 20 alberi di mandarino. Il primo prodotto sarà un distillato realizzato ad hoc dall’azienda siciliana Giovi. Ma saranno realizzate anche delle conserve, tramite la collaborazione con la Trimarchi di Villa Marchese. Saranno in vendita anche le divise ufficiali del locale, camicie realizzate da Giocherenda, sartoria sociale nata a Palermo dall’idea di giovani arrivati in città e scappati da territori di guerra come Guinea, Gambia, Mali, Burkina Faso e Marocco. Il Giardino di Lipari è peraltro da due anni completamente plastic free (si usano solo bicchieri di vetro, la drink list non prevede cannucce) e adesso rilancia. È stato infatti siglato un accordo con l’azienda Wami di Milano: imbottigliano acqua nel Nord Italia e devolvono parte dei ricavi alla creazione di impianti di fornitura di acqua potabile per villaggi, al momento, di Africa, India e Sudamerica, sulle loro bottiglie c’è un Qr code che mostra lo stato di avanzamento dei singoli progetti. È poi pronto anche il progetto con la World Rise, onlus focalizzata sulla tutela dell’ambiente marino: saranno invitati artisti da Parigi per un workshop di fotografia dedicato al rappresentare una giornata di pulizia sulle spiagge, le immagini saranno poi messe in mostra al locale. Maggiori informazioni sul sito www.ilgiardinodilipari.it o sulle pagine social de Il Giadino di Lipari.

Il Covid non fa paura alle imprese: il 70% assumerà personale nei prossimi 6 mesi

E’ l’esito di uno studio di Fòrema, società di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova, su un campione di 213 aziende del territorio. Nella metà dei casi le nuove assunzioni sono dovute ad un aumento delle commesse avvenuto durante la pandemia. Il 34% dei nuovi contratti sarà a tempo indeterminato, crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali

 

PADOVA. Ad un anno dall’esplosione della pandemia e con l’avvio ora della fase di “ripartenza”, uno dei temi caldi di cui si sta discutendo riguarda il blocco dei licenziamenti che di fatto sta ingessando il mercato del lavoro. I dati che arrivano dal mondo delle imprese fotografano una situazione alquanto particolare.

Il 70% delle imprese venete nei prossimi 6 mesi ha programmato di assumere nuovo personale. Le assunzioni sono dovute in metà dei casi ad un aumento delle commesse e quindi della mole di lavoro da volgere, avvenuta in piena pandemia. Insomma il Covid-19 non fa più paura alle imprese venete, che sono già in piena fase di riavvio e a fronte di un aumento del lavoro hanno programmato nuove assunzioni. Ma c’è di più. Il 61% delle assunzioni dei prossimi mesi saranno assunzioni dirette da parte delle imprese. Il 30 % avverranno nei reparti produttivi e saranno in gran parte assunzioni stabili. Il 34% del totale infatti saranno assunzioni saranno a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage. Crollano sotto la soglia del 10% (precisamente al 9%) le assunzioni tramite agenzia interinale (lavoro somministrato). Infine il 69% delle aziende dichiara di far fatica a trovare personale da assumere per i ruoli previsti. 

Sono i dati più significativi emersi dall’ultimo studio promosso da Fòrema, ente di formazione di Assindustria Venetocentro di Padova diretto da Matteo Sinigaglia. Una survey intitolata “Veneto 20.21 – Indagine sui fabbisogni professionali della imprese”. Uno studio svoltosi nel mese di marzo 2021 su di un campione di 213 aziende del territorio (51% Padova, 44% Vicenza, 3% altro in Veneto, 2% fuori veneto). Imprese intervistate da Fòrema per comprendere quali siano i fabbisogni e le esigenze del mondo industriale e produttivo nei mesi della ripartenza primaverile/estiva 2021. Le aziende intervistate sono suddivise in queste categorie: 10% grande imprese, 37% media, 53% piccola. Tra i settori di appartenenza delle imprese quasi il 50% fa riferimento al metalmeccanico, il 20% appartiene all’ambito gomma-plastica-chimico, il resto ai settori commercio, grande distribuzione organizzata, edilizia, moda, sport, servizi, alimentare, cartiero, legno. 

“I risultati dell’indagine indicano che le imprese sono attualmente in fase di espansione – spiega Roberto Baldo, responsabile delle attività finanziate di Fòrema, che si è occupato dello studio sui fabbisogni occupazionali delle aziende – i dati ci dicono anche che da un lato c’è un fabbisogno occupazionale, dall’altro che oggi si ricercano nuove professioni e un mix di competenze (professionali, soft e digitali), capaci di innovare i ruoli e le mansioni in azienda. Competenze digitali affiancate a quelle relazionali, oltre che tecnico-operative. Gli enti di formazione in quest’ottica hanno un compito importante, quello della riqualificazione professionale, di saper aggiungere competenze nuove e complementari ai lavoratori, rendendoli capaci di operare in realtà complesse come sono le imprese di oggi. Questo affinché nello scenario attuale non vi sia un’espansione “monca” ovvero priva delle figure professionali adeguate. Per evitare dunque che ben presto, quanto vi sarà lo sblocco dei licenziamenti, si arrivi ad una disoccupazione strutturale del tessuto economico veneto, perdendo le opportunità degli hybrid jobs”.

 

Il 70% del campione intervistato (148 aziende) ha dichiarato un esplicito fabbisogno di nuovo personale, immediato o nei prossimi 6 mesi. Il 61% saranno assunzioni dirette, mentre crollano al 9% le assunzioni tramite agenzie interinali. Le percentuali crescono nei singoli settori (gomma/plastica e chimica – 80%; metalmeccanica – 78%, alimentare – 76%). La maggior parte delle assunzioni riguardano le grandi imprese.

Il 30% delle nuove assunzioni avverranno nei reparti produttivi, il 14% in area commerciale, il 12% in area tecnica, a seguire il resto sotto del 10% (amministrazione, commerciale marketing, risorse umane, logistica, qualità, ricerca). L’indagine ha evidenziato una grande attenzione all’ambito “operations” (produzione + acquisti + logistica) che in totale pesa per il 44% sul fabbisogno totale di personale. Per quanto riguarda in particolare le imprese metalmeccaniche, il 50% di inserimenti avverrà in area “operations”, 26% in ufficio tecnico e ricerca, 10% marketing e commerciale.

Quasi la metà del panel (49%) ricerca nuovo personale per far fronte ad un aumento delle attività aziendali. Il 24% degli inserimenti è conseguente ad un processo di trasformazione organizzativa dovuta all’avvio di nuove attività o processi (10%) o per la necessità di nuovi ruoli e professioni (14%). Il 34% delle aziende che assumono lo farà a tempo indeterminato, il 27% a tempo determinato, il 17% in apprendistato, l’11% tramite stage, il 9% tramite somministrazione (agenzia interinale) mentre solo il 2% ricerca collaboratori esterni in p.iva

Le assunzioni dirette da parte delle imprese rappresentano il 61% del totale degli inserimenti previsti. L’apprendistato mantiene il ruolo di canale di ingresso in azienda (17%; per le piccole imprese 20%), seguito dal tirocinio (11%). Le nuove assunzioni tramite agenzia interinale saranno il 9% del totale (nelle grandi imprese il valore arriva al 16%, nelle piccole invece si ferma al 3%). In merito alle competenze ricercate per i neoassunti le imprese mettono al primo posto le competenze tecniche di base (41%), poi le avanzate (33%), infine le trasversali (15%), di settore o di ruolo (11%). Tra le competenze trasversali le più richieste vi sono: il problem solving, l’apprendimento continuo e il senso critico. Le competenze trasversali, relazionali, digitali, da abbinare dunque a quelle di base, risultano fondamentali requisiti per il nuovo personale.

Tra i profili introvabili per le aziende alla ricerca di personale vi sono al primo posto gli addetti alla produzione meccanica, macchine CNC, saldatori, carpentieri e simili (29%). A seguire tutto il resto, addetti marketing (9%), ingegneri (8%), tecnici (8%), programmatori (6%), impiegati (6%), manager (6%), manutentori (6%), progettisti (6%), altri profili (16%). Il 69% delle imprese dichiara di aver sperimentato difficoltà nel reperimento di alcune figure professionali per il proprio organico. Il fenomeno interessa più le piccole imprese (72%) che le grandi imprese (62%).

“Da Tintoretto a Walt Disney – Gli effetti speciali di Side Academy”, EVENTO 19 GIUGNO ore 18.45 – Peschiera del Garda (VR)

Ma è vero che Jacopo Tintoretto, il Parmigianino, il Pontormo e gli altri grandi della pittura italiana del ‘500, amavano “sparaflashare” effetti speciali nelle loro celebrate opere dipinte o affrescate?” E che lo facevano tramite usi della luce, dei colori, delle masse, delle prospettive e delle figure degni dei più avveniristici “studios” cinematografici del XXI secolo? Sabato 19 giugno, con inizio alle 18,45 in piazzale Davide Zenato, a Peschiera del Garda, le risposte arriveranno dallo storico dell’arte Vittorio Sgarbi e dalla Supervisor Animator Sarah Arduini nell’evento “Da Tintoretto a Walt Disney, gli effetti speciali di Side Academy” (posti gratuiti a prenotazione, fino a esaurimento, sul sito della Side Academy di Verona, https://sideacademy.com/).

 

Delle relazioni fra pittura rinascimentale e Hollywood uno storico dell’arte della levatura e della notorietà di Vittorio Sgarbi è talmente convinto da avere dedicato al tema pagine bellissime della sua produzione, come quelle dell’articolo “Quegli effetti speciali alla maniera del Tintoretto” pubblicato due anni e mezzo fa da Il Giornale. A Peschiera sarà affascinante vedere Sgarbi a confronto sul tema con Sarah Arduini che, oltre a essere Supervisore Disney, è docente in Side Academy, dove si formano creativi destinati a lavorare nel cinema come nei videogame o nella pubblicità.

In “Da Tintoretto a Walt Disney” Sarah, che è premio Oscar per gli effetti speciali de “Il libro della giungla”, racconterà al pubblico la sua storia d’artista, iniziata da bambina stregata dai cartoni animati e approdata ai set delle più mirabolanti produzioni Disney. Alle sue spalle scorreranno immagini che, tratte da amati kolossal come “Il re leone” o lo stesso “Libro della giungla”, si alterneranno ai totali e ai particolari di opere pittoriche del ‘500 scelte da Vittorio Sgarbi per dimostrare la loro stretta parentela con immagini e sequenze entrate nella mitologia del cinema di animazione.

Su questo duetto raro e prezioso di voci pone il suo marchio di qualità la Side Academy di Verona, nata per formare professionisti della computer-grafica e delle sue affascinanti discipline. “Da Tintoretto a Walt Disney”, eccezionale occasione di conoscenza e divertimento, viene proposta in concomitanza con l’inaugurazione della seconda sede di Side Academy che, a partire dall’imminente anno accademico 2021-2022, affiancherà alla sede storica di Verona, sita in un magnifico palazzo rinascimentale di via del Fante, le aule e gli alloggi ricavati in un’ala del lussureggiante Golf Club di Peschiera del Garda. Il risultato complessivo è un “Campus” a misura di studente tra la magia di Verona e la bellezza del Lago di Garda.

 

In questo contesto Vittorio Sgarbi e Sarah Arduini risultano quindi essere due testimonial della ragion d’essere di Side Academy, ovvero diffondere la Bellezza.

CORTE DELLA PELLE, NASCE L’E COMMERCE ISPIRATO AI CALEGHERI VENEZIANI

Il sito di vendita on line delle calzature create dalla famiglia Ballin prende il nome dalla corte veneziana dove sorse nel 1200 l’antica scuola dei “calegheri”. 

 

FIESSO D’ARTICO (VE). Artigiani della calzatura sbarcano on line con un nuovo sito di e commerce. La “Franco Ballin” di Fiesso d’Artico, azienda storica nel distretto della calzatura della Riviera del Brenta, ha attivato la vendita tramite e commerce delle sue calzature. Da qualche giorno sul sito cortedellapelle.it è possibile acquistare le scarpe prodotte artigianalmente dalla Franco Ballin. Una decina di modelli da uomo e realtrettanti da donna sono disponibili on line. Una novità per un’azienda che da 40 anni produce scarpe artigianalmente, seguendo le tecniche dell’antichissima arte calzaturiera veneziana.

E il nome del sito è ispirato proprio a questa antica tradizione. La Corte della Pelle infatti si trova a S. Samuele nel Sestiere di San Marco a Venezia. Qui venne fondata nel 1278 l’antica scuola per calegheri (calzolai). Alla Corte della Pelle si trovavano infatti i depositi di pellame utilizzati per realizzare le scarpe. L’arte calzaturiera a Venezia era particolarmente fiorente. Alla fine del XVIII secolo si contavano 340 botteghe per un totale di 1172 persone occupate nel settore. Successivamente le botteghe degli artigiani calzolai si spostarono pian piano verso la terraferma, arrivando alla Riviera del Brenta sede ora di un florido distretto della calzatura. “Ci siamo ispirati alla Corte della Pelle di Venezia per collegarci idealmente alle origini dell’arte calzaturiera veneziana, al luogo dove quest’arte è nata e si è sviluppata – spiega Stefano Ballin titolare della “Franco Ballin” – è una tradizione da riscoprire e di cui siamo particolarmente fieri. Ci ispiriamo all’antica arte dei caleghari veneziani per realizzare le nostre calzature su misura”.

La storia della “Franco Ballin” inizia nel 1972 sulla Riviera del Brenta, il distretto della calzatura del Veneziano. Franco Ballin, che al tempo lavorava per il calzaturificio del cognato, decise di fondare una società famigliare per la produzione di scarpe da donna: la lavorazione a sacchetto è l’idea vincente che in quegli anni lanciò l’attività. Nei primi anni Ottanta la crescita industriale, grazie all’acquisizione del calzaturificio Garden, di Stra, sempre nel Veneziano. Negli anni Novanta la specializzazione nel terzismo di lusso. 

Dieci anni fa, la decisione di far nascere un marchio di proprietà, che oggi viene proposto a Fiesso d’Artico, giusto di fronte allo stabilimento produttivo. Oggi il flagship è modello per il proprio respiro internazionale: le produzioni vengono vendute anche a Londra e Tokyo. 

Mezzo secolo dopo l’avvio dell’attività, oggi le redini sono in mano ai fratelli Roberto e Stefano, ma la presenza attiva di Franco in azienda è fondamentale: è lui il “mastro calzaturiere” e nel mentre segue in prima persona le attività del Politecnico Calzaturiero, la prima scuola italiana per calzolai. 

Ballin oggi esporta i suoi prodotti in tutto il mondo, occupa una trentina di persone, il fatturato si aggira attorno ai due milioni di euro. La realizzazione di prodotti per le grandi griffe internazionali è il core business aziendale.

Ma quello che caratterizza l’azienda è l’anima artigianale. Franco Ballin propone per il 2021 due linee da uomo e altrettante da donna, una formale e una sportiva. “Molte delle lavorazioni sono fatte ancora a mano, le pelli sono custodite in una stanza protetta, una sorta di caveau dell’eccellenza”, spiega Ballin. “L’azienda fa un vanto di utilizzare ancora oggi, accanto ai macchinari più innovativi, anche una Duer, macchina da cucire degli anni Ottanta che ha bisogno della costante presenza di un tecnico. Ma molti altri sono gli strumenti artigianali, figli di un’epoca antica, quando si curava a mano ogni dettaglio della calzatura. Il nostro obiettivo è di valorizzare la tradizione, produrre calzature di eccellente livello qualitativo, sia per uomo che per donna. Siamo capaci di assemblare, cucire in diversi modi e rifinire ancora a mano le suole, come si faceva un tempo”. 

Grazie a questa conoscenza ancestrale e all’esperienza pluridecennale dei dipendenti (molti sono in azienda dalla fondazione, anche se non mancano i giovani artigiani della calzatura), oggi uno dei segmenti dell’attività che più sta avendo successo è quello delle calzature personalizzate. Alcuni clienti le chiedono per problemi fisici, ma per lo più sono persone che amano il lusso e la raffinatezza e che vogliono scarpe perfettamente su misura e del colore prescelto, un colore che magari si sposi ad un abito di gala. 

“C’è anche chi ci chiede modelli completamente personalizzati, pensati non solo per il comfort dei piedi ma soprattutto per l’eleganza e l’unicità che sappiamo donare”, conclude Ballin. “Abbiamo notato una crescita di questa attività, in particolare col Covid le persone stanno cercando il meglio, vogliono star bene nelle proprie scarpe. Ne siamo felici, sebbene la produzione artigianale rappresenti una piccola fetta del nostro business, è quella che forse meglio rappresenta il nostro amore per la calzatura e la nostra storia di artigiani della pelle”.

In tempo di pandemia il concorso musicale per flautisti si sposta on line e fa il pieno di iscritti da tutto il mondo

Oltre 60 partecipanti all’iniziativa dell’Accademia G. Verdi, i flautisti hanno inviato il video della loro esibizione alla giuria che li ha successivamente guardati e giudicati. Iscritti al concorso da Italia, Corea, Giappone, Turchia, Ucraina, Macedonia, Spagna, Svizzera, Francia, Bulgaria, Moldavia

 

VENEZIA. In tempi di pandemia e distanziamento sociale anche il mondo della musica classica ha dovuto ricorrere a nuovi strumenti di lavoro e a nuove modalità di esibizione e di studio, anche a distanza. Lezioni on line, webinar, concerti in streaming. E così nell’anno dell’emergenza sanitaria anche la V edizione del concorso “A TUTTO FLAUTO” è sbarcata on line. L’evento organizzato dall’Accademia Musicale G. Verdi di Venezia non si è svolta come di consueto in presenza, bensì a distanza in modalità on line. Superando al tempo stesso la barriera dei confini nazionali e aprendo la partecipazione a flautisti da tutto il mondo, con grande successo.

Sono stati più di 60 i partecipanti al concorso da diverse nazioni: Italia, Corea, Giappone, Turchia, Ucraina, Macedonia, Spagna, Svizzera, Francia, Bulgaria, Moldavia. Si sono esibiti riprendendosi con il proprio smartphone o tablet o con altri strumenti multimediali. Hanno poi inviato il video alla giuria del concorso. Quest’ultima ha esaminato i video delle esibizioni, visionandoli varie volte, per assegnare i punteggi e giungere infine a stabilire i vincitori. Una nuova formula accolta con entusiasmo da tutti i partecipanti. Nella difficoltà di non poter svolgere il concorso in presenza, infatti, è stata trovata una nuova opportunità: quella di spostare l’evento on line, superando i limiti della presenza ed aprendo le porte a tutto il mondo.

Il concorso è stato ideato da due amici flautisti. Francesca Seri Presidente dell’Accademia G. Verdi di Venezia, e Giovanni Mugnuolo, concertista e docente presso il Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto (direttore artistico del concorso). “L’idea iniziale era creare una sana competizione ed un confronto tra gli studenti delle varie istituzioni musicali nazionali – spiega Francesca Seri – la quinta edizione è diventata internazionale e on line a causa del protrarsi del covid. Nell’emergenza abbiamo trovato un modo per aprirci al mondo intero, dando opportunità agli iscritti di potersi esibire in un modo inusuale davanti alla telecamera e non presenziale come doveva essere in una normale situazione”. 

Il concorso conclusosi da pochi giorni ha visto la partecipazione di più di 60 iscritti nelle quattro categorie (denominate A-B-C-D), sezione solisti e ensemble da camera. Altissimo il livello di preparazione dei giovani talenti che hanno inviato i loro video alla giuria, composta quest’anno dal maestro Peter Lukas Graf (presidente), svizzero e noto concertista, già docente della Musik-Akkademie di Basilea e direttore d’orchestra, dal maestro Giorgio Blasco, già direttore del Conservatorio di Trieste, dal maestro Charina Quintana, concertista e docente di flauto presso il Conservatorio di Las Palmas delle Canarie, dalla maestra Francesca Seri, presidente dell’Accademia Giuseppe Verdi di Venezia, e dal direttore artistico maestro Giovanni Mugnuolo, concertista e già docente di flauto presso il Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto.

La commissione ha proceduto all’ascolto dei video, più di sessanta, nelle diverse categorie. 

Prima della categoria A (i più giovani), la flautista Yuna Guryanova di Mosca, che a soli 8 anni ha saputo conquistare la giuria con il suo suono dolce ed espressivo e la sua musicalità.

Nella categoria dei più grandi, la categoria D, hanno vinto il primo premio assoluto nella sezione musica da camera il quartetto Nymphes composto da Clara Cavalleretti, Sofia Panzeri, Tati Greis e Camilla Wanda Piardi con una magnifica interpretazione del brano “Jour d’etè à la montagne”. Il Quartetto nato nel 2019 è composto da un gruppo di amiche e studentesse del Conservatorio di Piacenza, allieve del maestro Saletti. “Nonostante l’adrenalina e le emozioni non possano essere comparabili a quelle che si provano davanti una giuria- hanno detto le ragazze del quartetto Nymphes – senza scoraggiarci abbiamo affrontato il concorso trasmettendo al meglio le nostre emozioni”.

Primo premio anche al sestetto “La Gazza ladra” composto da Giovanni Moretti, Veronica Palmarin, Alice Morvillo, Alice Difrancescantonio, Andrea Vecchiato e Davide Longega. 

Nella sezione musica da camera della categoria dei piccoli hanno vinto i due fratelli Sofia e Carlo Gambino, veneziani, allievi dell’Accademia G. Verdi. 

Nella sezione B ha conquistato il primo premio assoluto il coreano Yunhoo Lee, 13enne, un vero talento artistico, con una tecnica assolutamente superba ed una musicalità di grande spessore. Primo a pari merito anche il veneziano Francesco D’Este di 12 anni.

Nella sezione musica da camera B ha vinto il primo premio assoluto il duo Anais Jean Baptiste (flauto) e Pablo Bodineau-Acker (pianoforte), provenienti rispettivamente dalla Svizzera e dalla Francia.

Nella categoria C1 i primi premi sono stati ben 4, assegnati a Rukiye Ayben Sever (Turchia), Misra Coskun (Turchia). Primi anche Benedetto Camaci (Italia) e Sofia Pirozhyk (Ucraina). Nella categoria C2 il primo premio è andato ad un artista talentuoso che ha conquistato la giuria, il giovane Vsevolod Lituchyi 16 anni, ucraino, studente presso l’Accademia “Glinka” di Leopoli, già vincitore di molti concorsi internazionali a Kiev e negli Usa. Altri 3 primi premi sono stati dati a Margarita Rudenco (Moldavia), Emma Pilastro (Italia) e Cojocari Ecaterina (Moldavia).

Nella sezione musica da camera della categoria C ha vinto il primo premio assoluto con un punteggio di 100 su 100 il quintetto “Il Barbiere di Siviglia” composto dalle italiane Emma Piaia, Bianca Rosa Salva, Emma Jurriaannse, Sofia Rigopoulos, Marianna Gallo. Hanno convinto la giuria per l’ottima capacità di essere cameristi.

Ben 14 candidati della categoria D solisti che hanno superato la prova eliminatoria con brani obbligatori scelti dalla giuria sono passati alla fase finale. Di questi 14 finalisti solo 6 sono risultati vincitori della V edizione del concorso. Il primo premio è andato all’italiana Clara Cavalleretti di Merate (LC), 20 anni, ancora studentessa, ma già vincitrice di altri concorsi nazionali, ottima interprete del concerto di Jaques Ibert per flauto e orchestra.

La giuria ha voluto inoltre assegnare per il primo anno anche il Premio “Guido Novello”, un omaggio al grande maestro veneziano, già primo flauto del teatro La Fenice di Venezia ed insegnante di 2 giurati, che da anni portano avanti la sua scuola flautistica nel segno del bel suono e dell’interpretazione coinvolgente ed espressiva. Quest’anno il Premio Novello, che per statuto deve andare ai migliori interpreti italiani, è stato vinto a pari merito dal quartetto “Nymphes” e dal quintetto “Barbiere di Siviglia”. 

Per maggiori informazioni visitare il sito dell’Accademia www.scuoladimusicagiuseppeverdi.it o le pagine social dell’Accademia.

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO

L’Accademia musicale Giuseppe Verdi nasce il 5 novembre del 1994 quando un gruppo di musicisti, dopo aver girato il mondo in tourné ha deciso di fondarla a Venezia. L’accademia ha raggiunto l’anno passato un totale di 650 soci, distribuiti nei diversi corsi e nelle diverse sedi che l’Associazione utilizza in Venezia Centro Storico. Durante l’ultimo quarto di secolo oltre duemila studenti sono stati formati da centinaia di docenti. Oggi le sedi sono cinque, in palazzi meravigliosi a Venezia, la sede principale è a San Marco. I fondatori sono rimasti al timone: Francesca Seri, la presidentessa, peraltro pronipote del Maestro Verdi, ma anche Vincenzo Caggiula, membro del consiglio direttivo. L’Accademia negli anni continua a crescere: oggi propone circa una cinquantina di corsi, che vanno dai saggi di classe di strumento individuale o canto, ai concerti degli allievi più dotati e brillanti, fino alle esibizioni dell’orchestra, dei numerosi ensemble, della corale femminile, per finire spettacoli teatrali che vedono coinvolti fino a cento coristi. Attualmente l’Accademia è convenzionata: con il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” di Venezia, con TRINITY COLLEGE per le certificazioni musicali in linea con EQF europeo, con il Convitto Nazionale Foscarini per corsi di musica all’interno della scuola. L’Accademia si inserisce nel panorama della didattica musicale rivolta in special modo a tutti coloro che intendono avvicinarsi alla musica fin da giovanissimi. L’Associazione prepara i propri allievi i programmi necessari per eseguire gli esami di ammissione al livello propedeutico e all’alta formazione e di livello pre-accademico, richiesti dai conservatori italiani, nonchè esami di ammissione alle medie musicali e al liceo musicale. Inoltre è Centro autorizzato per rilasciare le certificazioni musicali del TRINITY College of London sia per quanto riguarda ma musica classica che per la musica Rock and Pop. Per tutti i soci l’Associazione arricchisce la propria offerta con numerose attività collettive a prezzi ribassati e con l’organizzazione di eventi e concerti completamente gratuiti sia per chi vi partecipa che per chi vi assiste. L’Associazione produce autonomamente operine di teatro musicale per bambini e ragazzi che nel tempo hanno ottenuto numerosi riconoscimenti. nel 2019 il musical “Cinema Future Show” (soggetto originale) anno 2018 – ha ottenuto il secondo posto al premio nazionale per musical in lingua italiana PRIMO.

Le donne di Collodi nel romanzo “Scandalosi amori e Pinocchio”

Collodi fu un seduttore, un tombeur de femmes. Un giornalista dell’epoca definì l’autore di Pinocchio “un uomo in grembo alle prime donne”.

 

(26-05-2021) Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, è l’autore della favola “Le avventure di Pinocchio”. Secondo quanto racconta il nipote Paolo, Collodi fu un seduttore e amante di belle donne e nella direzione del giornale che aveva fondato riceveva in continuazione cantanti, ballerine, coriste, stelle di caffè-concerto e di operette. Inoltre, la sua attività di censore teatrale gli permetteva di accogliere nel proprio ufficio attrici avvenenti inviate da un capocomico o dal finanziatore di una commedia per convincerlo a dare un giudizio favorevole sull’opera da rappresentare. Restò scapolo e conservò gelosamente in un cassetto le lettere di innumerevoli amanti, missive che, dopo la sua morte, il fratello bruciò per non compromettere signore ancora viventi e salvaguardare il buon nome di uno scrittore diventato famoso scrivendo libri per bambini.

Da quelle lettere bruciate prende l’avvio il romanzo storico “Scandalosi amori e Pinocchio” (Youcanprint, Lecce, 2021) di Vito Costantini, studioso pugliese autore di scoperte e approfondimenti legati alla storia collodiana, apprezzati a livello nazionale. Il romanzo, risultato di un’attenta analisi delle opere di Collodi e delle testimonianze finora ignorate di uomini e donne a lui contemporanei, ripercorre in forma autobiografica l’intera esistenza dello scrittore: l’infanzia trascorsa nel paese natale della madre, la vita in seminario, la partecipazione alle due guerre d’indipendenza, l’attività di giornalista, le fasi dell’ideazione della celeberrima favola per la quale immaginò probabilmente un finale differente, come farebbero pensare gli appunti manoscritti scoperti nel 1998 e rimasti inediti. Ma, soprattutto, emerge nel romanzo l’assidua frequentazione di donne i cui nomi compaiono come titoli dei capitoli a loro dedicati: donne reali, come Giulia Sanchioli, un famoso mezzosoprano che fece a tal punto innamorare Collodi da seguirla in tournée per circa un anno o Gianna Ragionieri, una giovane adolescente di 13 anni di cui lo scrittore s’invaghì quando lui di anni ne aveva 54, una storia che all’epoca dei fatti era conosciuta dagli abitanti di Castello (Firenze), dove l’autore toscano trascorreva ogni anno le vacanze estive.

Ci si chiede se sia importante approfondire questo aspetto della personalità di Collodi a 130 anni dalla sua morte, considerato che allo scrittore sono stati dedicati centinaia di saggi e biografie. Natalino Sapegno, uno dei più grandi critici letterari del XX secolo ha scritto che “le opere di un autore possono essere comprese pienamente solo attraverso un esame della sua formazione umana e culturale, che tenga conto di tutti i dati, anche psicologici della sua personalità”. Della stessa opinione il critico francese Charles Augustin de Saint-Beuve, il quale ha detto che “finché su uno scrittore non ci saremo posti un certo numero di quesiti e non avremo dato ad essi una risposta, non potremo essere sicuri di conoscerlo veramente: ad esempio quale era il suo regime di vita, la sua esistenza di tutti i giorni, il suo vizio e il suo punto debole”.
Il punto debole di Collodi furono “le donne”: nel romanzo si parla di loro, ma anche delle motivazioni che spinsero lo scrittore a frequentarle in modo assiduo e ininterrotto.

TOPOTOMA: UN PROGETTO PER RENDERE PIU’ CONSAPEVOLI I NOSTRI TOPINI

Attraverso un simpatico ed originale roditore di montagna, TOPOTOMA, si vuole  educare i nostri bambini (ma non solo) a compiere scelte ed azioni: buone, giuste, pulite ed utili, al fine di dare concretezza ai propositi della Agenda 2030 e risalto ai prodotti ed ai valori delle Valli piemontesi.

 

(27-05-2021) Può un piccolo topo di montagna rendere più consapevoli i nostri “piccoli topini”? Un simpatico roditore goloso di formaggio è in grado di educare noi ed i nostri bambini a fare cose buone, pulite, giuste ed utili? Secondo gli autori del libro in prossima uscita: “Le avventure di Topotoma“, edito da Echos Edizioni, tutto ciò è possibile.

Così nasce il “progetto Topotoma” di cui, il primo libro, rappresenta la punta di diamante.
Nell’elegante testo in carta ricicata, rivolto ai bambini dai 5 ai 10 anni, un piccolo e curioso roditore condivide tante divertenti avventure con i suoi amici, (curiosi quanto lui), e, sempre in modo positivo, educato e spassoso affronta, con la leggerezza di un topino, temi complessi quali: l’importanza dell’amicizia e della condivisione; il rispetto per gli altri, (per quanto strani possano apparire); la necessità di salvaguardare la natura; l’importanza, per noi e per l’ambiente, di una alimentazione sana.

Topotoma è un topo che vive….semplicemente come un topo. La sua tana, a due passi dalle montagne, è posta nei pressi di un ponte di pietra millenario. Ama le passeggiate nei prati e nei boschi, non guida automobili, non usa smartphone, non compra biglietti aerei ma, da roditore curioso e consapevole, insegna, in modo simpatico, ad affrontare la vita e le sfide che essa ci pone adottando sempre un approccio: buono,pulito, giusto ed utile. Il tutto con una particolare attenzione al territorio da cui origina, (le Valli piemontesi), con le sue ricchezze, spesso poco conosciute, e con i suoi valori universali.

Topotoma è, in realtà, molto più di una serie di libri per l’infanzia. Topotoma è un progetto ampio ed ambizioso che, attraverso : libri; audio-storie; giochi educativi; prodotti etici e biologici; siti web, (www.topotoma.it); social, (Topotomaofficial), collaborazioni con enti ed istituzioni pubbliche e private, si pone la meta di educare i nostri bambini, (e non solo), per consentire loro di affrontare le sfide epocali che stiamo vivendo.

Si parla tanto di Agenda 2030 e di una educazione impostata verso una cultura più inclusiva, senza disparità di genere, con una assoluta attenzione alle tematiche ambientali ma, spesso, manca “il modo” per diffondere questi messaggi e per concretizzare questi meravigliosi progetti. Si discute molto su come valorizzare le Valli piemontesi ma, spesso, manca “un tramite” attraverso cui farlo. Topotoma, in modo leggero ma mai banale ha questo scopo: sensibilizzare e, nel contempo, consentire di porre azioni concrete al fine di ottenere un “contagio di responsabilità” verso una trasformazione sostenibile, con un occhio di riguardo ai prodotti ed ai valori delle Valli del Piemonte.

Ad accompagnarlo nelle sue “piccole grandi” avventure di questo primo libro, ricchissimo di illustrazioni artistiche capaci di fare sognare, ci sono: 
Tometta, una topolina elegante, decisa ed indipendente;
Tupun, un topo un pò impacciato, molto colto, che vive in una bibliotecha;
Diavoletto, un esserino rosso rosso che combina birbonate agli uomini cattivi facendosi aiutare, spesso, dalle sue amiche Masche;
Ortotopo, che, aiutato dalla Fatina dei denti, cura i topi e rende contenti i bambini;
Il Dahu, un animale dalle fattezze “strane” che sta per estinguersi  ma non si abbatte e aiuta gli altri nelle difficoltà.

L’origine di questo progetto riconosce tre papà: il compianto poeta e giornaista Ermanno Eandi che, da subito, ha l’intuizione di creare un personaggio etico, capace, senza pedanterie, di veicolare messaggi positivi ed educativi; Silverio Edel, arredatore ed illustratore di fama, capace di creare vere opere d’arte con personaggi originali e divertenti; Giuseppe Casetta, fantasioso dentista di provincia, amante della letteratura per bambini e delle favole di Esopo.
Ma se a loro si deve l’idea originale, nulla si sarebbe potuto fare se non ci fossero stati gli “aiutanti del topo“. Un manipolo di entusiastici e tenaci collaboratori che, grazie alle loro abilità e alla loro fantasia stanno permettendo lo sviluppo del progetto.

È online Top Bike Rent, il nuovo sito di noleggio bici nato dall’esperienza di Doctorbike

Top Bike Rent è il nuovo portale di noleggio online nato dall’esperienza di Doctorbike. Oltre al noleggio di city bike, mountain bike ed e-bikes di altissima qualità, mette a disposizione anche una serie di accessori e tante esperienze per vivere appieno l’esperienza sulle due ruote.

 

(28-05-2021) Doctorbike aggiunge un nuovo, utilissimo servizio alla sua gamma di proposte dedicate a tutti gli appassionati della bicicletta. Da oggi è online Top Bike Rent, il nuovo portale online dedicato al noleggio di bici di qualunque tipologia: city bike, mountain bike con ammortizzazione frontale e full, e-bikes, bici da strada e per bambini.  

Il nuovo portale lanciato da Doctorbike si caratterizza per la sua semplicità di utilizzo, grazie a una interfaccia utente intuitiva e reattiva da utilizzare, sia da desktop che da mobile. I visitatori di Top Bike Rent dovranno semplicemente selezionare il tipo di bicicletta desiderato, la data di ritiro e di riconsegna, la propria taglia e, in pochi clic, saranno subito pronti a pedalare.

“Siamo felici di poter offrire quest’altro servizio a tutti gli appassionati di bicicletta. Anche perché tutte le bici a noleggio sono approntate dal nostro staff e quindi affidabili al 100%”, dichiara Massimo Calcaterra, titolare di Doctorbike. L’affidabilità è una delle peculiarità della ciclo-officina di Boffalora sopra Ticino, che è rivenditrice autorizzata, fra gli altri marchi, anche di Cube, da sempre sinonimo di materiali ricercati e tecniche costruttive all’avanguardia.  

Oltre alla semplicità di noleggio e alla qualità garantita dei mezzi, Top Bike Rent assicura agli appassionati un servizio realmente completo. Nella tariffa finale, infatti, sono inclusi anche un lucchetto e un kit antiforatura, per rendere l’esperienza in sella senza preoccupazioni.   Il portale è sviluppato per diversi intervalli di tempo: è possibile noleggiare una bici per un fine settimana o anche soltanto per mezza giornata. La possibilità di aggiungere accessori utili come il casco, il seggiolino per i propri bambini o il carrellino per i cuccioli a quattro zampe, oltre al sistema di pagamento sicuro rendono Top Bike Rent il portale perfetto per chi vuole godersi immediatamente tutto il piacere di una bici di ottima qualità, senza necessariamente acquistarla.   E al noleggio è possibile aggiungere anche un’esperienza su misura: visite guidate, tour personalizzati, pic-nic e altro ancora. Il tutto per rendere il noleggio davvero memorabile.

Il portale di noleggio bici Top Bike Rent è raggiungibile a questo indirizzo:  https://noleggio.doctorbike.it/

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Doctorbike è molto più di una ciclo-officina. A Boffalora sopra Ticino (MI), a due passi dalla ciclabile del Naviglio Grande, un vero e proprio centro bici che offre una gamma completissima di servizi: vendita in loco, e-commerce, officina specializzata, biomeccanica Velosystem, tracking satellitare, abbigliamento e accessori di altissima qualità.

 

STAGIONE CONCERTISTICA 2021 – TANTA MUSICA NEL CENTRO STORICO DEL BORGO MEDIOEVALE DI SUVERETO (LIVORNO)

L’Ente Musicale e Culturale “G. Puccini” di Suvereto, con il sostegno del Ministero della Cultura ed il patrocinio e contributo del Comune di Suvereto torna a proporre gli appuntamenti musicali nel centro storico del piccolo borgo medievale con una Stagione Concertistica ricca di musica da giugno a settembre 2021. La Stagione è realizzata in collaborazione con l’Associazione Nuovo Teatro dell’Aglio, l’Ente Valorizzazione Suvereto, L’Associazione Commercianti Suvereto. Biglietti già in vendita sul circuito ToketOne. Gradita prenotazione fino ad esaurimento posti.

 

(25-05-2021) A pochi giorni dalla riapertura del Teatri L’Ente Musicale e Culturale presenta un bouquet di quindici concerti programmati nel suggestivo CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO e nella PIAZZA D’ANNUNZIO. La scelta artistica rivolge particolare attenzione alla musica da camera; gruppi e concertisti solisti di eccellenza che propongono repertori originali con attenzione all’esplorazione di nuove sonorità, timbriche e soprattutto programmi musicali dedicati ai sentimenti.  In questa particolare momento storico la proposta musicale e culturale della Stagione Concertistica ha come obiettivo la condivisione, la possibilità di ritrovarsi in spazi di ascolto della musica e di se stessi; momenti preziosi per darci la possibilità di ritrovare le emozioni che contraddistinguono l’animo umano e ritornare a vivere emozioni insieme. “Andiamo e divertiamoci!”.

La Stagione prende il via DOMENICA 6 GIUGNO ore 18.00 CHIOSTRO DI SAN FRANCESCO (Piazza della Cisterna) a Suvereto alle ore 18.00 con il DUO CLARINETTO E PIANOFORTE Marina Zannerini – ClarinettoeSilvia Gasperini – Pianoforte che presentano un concerto dedicato al ‘900.Il duo clarinetto e pianoforte rappresenta una delle formazioni più in voga dall’epoca del Romanticismo. I maggiori autori di questo periodo li troviamo proprio in questo programma: Poulenc scrive la Sonata nel 1962; Debussy scrive la Premiere Rhapsodie nel 1909, commissionata per la prova d’esame del conservatorio; Saint Saens scrive la Sonata nel 1921; Rabaud scrive il Solo de concours nel 1901 per il concorso del Conservatorio di Parigi ed è un brano diventato molto popolare sin dalla sua composizione.

Scarica il programma completo  su www.entepuccinisuvereto.com

IMPAVIDI AWARD, NASCE IL PREMIO DEDICATO AGLI IMPRENDITORI CORAGGIOSI

Nell’ambito della Treviso Creativity Week un concorso nazionale per premiare gli imprenditori che hanno saputo resistere alla pandemia. Nel comitato che li sceglierà la CCIAA di Treviso e Belluno, la Regione Veneto, il Comune di Treviso e l’Università Ca’ Foscari 

 

L’associazione Innovation Future School arricchisce il programma della quinta edizione della Treviso Creativity Week (1-7 novembre 2021) con il concorso “Impavidi Award”, che ha lo scopo di dare visibilità e premiare imprenditrici ed imprenditori italiani che nonostante la pandemia hanno saputo rinascere, reinventarsi o rialzarsi per rispondere ai cambiamenti del mercato, affrontando quindi a testa alta la crisi ed uscendone vincitori. Il concorso è aperto sia alle autocandidature che alle segnalazioni, che saranno raccolte fino al 4 giugno tramite il form online su www.impavidi.it o via email all’indirizzo di posta  info@impavidi.it.

“Vogliamo dare visibilità e riconoscimento ad imprenditrici e imprenditori che hanno saputo risollevarsi nella situazione di crisi inaspettata e inusuale che ha avuto origine in seguito alla diffusione del Covid19”, spiega l’ideatore, Gianpaolo Pezzato. “Si vuole inoltre fornire un’ispirazione per tutti coloro che faticano a ripartire, offrendo loro storie che possano fungere da esempio e spunto per reagire”. 

Tra tutte le candidature arrivare il comitato scientifico selezionerà le dieci ritenute più interessanti. Il Comitato è composto dai rappresentanti dei partner e istituzioni che sostengono la TCW2021, tra cui la CCIAA di Treviso e Belluno, la CNA Treviso, la Regione Veneto, il Comune di Treviso, il Comune di Castelfranco, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Alumni Ca’ Foscari, l’Istituto universitario dei Salesiani (Iusve); ma ci saranno anche aziende come Labomar, Keter Italia, Ascotrade, Yarix, Banca Prealpi Sanbiagio, SellaLAB e Ca’ di Rajo. 

Finita la fase delle candidature, dal 14 giugno al 4 luglio i profili dei dici finalisti saranno visibili sul sito www.impavidi.it e sulla pagina Facebook, dove potranno essere votati direttamente dal pubblico. 

Per questa prima edizione come premio al vincitore assoluto verrà consegnato un premio simbolico, che racchiude il valore delle radici del nostro territorio. È un’edizione limitata di una bottiglia di Raboso del Piave DOC “Sangue del Diavolo”, realizzata per l’occasione dalla Cantina Ca’ di Rajo in collaborazione con un giovane artista locale. Il premio sarà consegnato nella cerimonia fissata per il 17 luglio, presso il Teatro Comunale di Treviso “Mario del Monaco”.  A tutti i dieci finalisti sarà riservato uno spazio di visibilità permanente nel sito della manifestazione.

 

 

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Per informazioni e chiarimenti: 

info@impavidi.it

Tel. 338/3210772