CORONAVIRUS, I-TECH MEDICAL DIVISION DONA MIGLIAIA DI SATURIMETRI A REGIONI E OSPEDALI

Il “pulsossimetro” è lo strumento che definisce la presenza di ossigeno nel sangue, sono spariti dal commercio: i medici di base li stanno chiedendo per evitare che i pazienti arrivino in ospedale in dispnea. È boom nelle vendite online, ma i prezzi sono gonfiati. La veneziana I-Tech Medical Division: “Ne abbiamo a disposizione, ma preferiamo regalarli alle istituzioni che venderli”. Le donazioni in tutta Italia

 

Fino a pochi giorni fa era uno strumento che si vedeva solo in ospedale, quella “molletta” messa al dito dei ricoverati. Oggi è uno dei modi fondamentali per capire in tempo se il Coronavirus sta distruggendo i polmoni. È il pulsossimetro: dispositivo medico che permette di misurare il battito cardiaco e la saturazione di ossigeno nel sangue. Da perfetto sconosciuto a strumento introvabile: dopo esser diventato di moda nei talk show, ora in farmacia non si trova più e online ci sono gli sciacalli che lo vendono a prezzi gonfiati.

Ebbene, a Martellago, nel Veneziano, ha sede la I-Tech Medical Division, azienda leader nella creazione e diffusione di dispositivi elettromedicali. Ad oggi, è tra le due o tre aziende in Italia ad avere ancora pulsossimetri in vendita. Ma è l’unica ad averli pronti oggi: sono programmate consegne per oltre centomila pezzi in queste ore. “In alcuni casi piuttosto di venderli preferiamo donarli”, dicono il presidente Massimo Marcon e l’amministratore delegato Matteo Zennaro. “Per questo abbiamo già contattato le Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto, zone molto colpite dal Covid-19, e siamo pronti alla donazione agli ospedali di tutta Italia: abbiamo già consegnato mille saturimetri e duecento termometri digitali a infrarossi. Saranno distribuiti alle Usl o ai medici di base, che stanno implorando di averne il più possibile per permettere ai loro pazienti la misurazione autonoma dei valori di ossigeno nel sangue ed evitare che arrivino in ospedale coi sintomi della dispnea o polipnea. In alcuni casi li regaliamo anche alle associazioni di volontariato che ce ne fanno richiesta”.

E quando qualcosa è necessario, c’è sempre chi ne approfitta. A lanciare l’allarme la I-Tech Medical Division, leader nazionale nella distribuzione di apparati medici (i modelli Fox-200 e Fox-300 sono molto noti tra i professionisti). “Alcuni giorni dopo le nostre prime donazioni, lo strumento è diventato di moda, forse troppo, e abbiamo visto prezzi gonfiati online”, spiega ancora Marcon, alla guida di una azienda con mezzo secolo di storia e una settantina di dipendenti, agenti e informatori medici. Per evitare truffe ai danni dei cittadini, l’azienda ribadisce perciò i prezzi ufficiali dei propri strumenti: “I nostri pulsossimetri, che sono dispositivi medici certificati, hanno un prezzo al pubblico che può avere una forbice da 49 a 69 euro massimi, a seconda del modello”.

I-Tech Medical Division in queste ore peraltro si sta concentrando anche sul fronte dell’informazione: è stata attivata una specifica campagna informativa sui social network per spiegare agli utenti come utilizzare questi dispositivi medici che di solito sono usati solo da professionisti. “Il saturimetro viene posizionato su zone anatomiche ricche di capillari, come il dito indice della mano”, spiegano dall’azienda veneta. “Monitorare i livelli di saturazione dell’ossigeno in tempo reale permette di valutare rapidamente, sia in ambito domestico che durante emergenze sanitarie, la necessità di ricorrere alla ventilazione assistita. Ma anche di valutare l’efficacia delle terapie farmacologiche e dei trattamenti fatti per riportare l’ossigeno a valori normali. È uno strumento salvavita, il nostro obiettivo è che chiunque lo possa utilizzare”.

L’APPELLO DELL’AZIENDA VICENTINA: ABBIAMO POLIESTERE PER TRE MILIONI DI MASCHERINE, CERCHIAMO CHI SAPPIA CUCIRLE

La Chioccarello converte la propria produzione “Made in Veneto”: in magazzino pronti centomila metri di tessuto certificato e riciclabile. Già in consegna 20 mila mascherine alla Protezione Civile della Regione Friuli-Venezia Giulia. I titolari, Matteo e Michele Chioccarello: “Vogliamo aiutare chi opera nell’emergenza, non possiamo dipendere dalla Cina per le mascherine”

 

A Torrebelvicino, vicino a Schio, nel Vicentino, ha sede la Chioccarello Srl, azienda tessile, nata nel 1962, che nel corso di oltre mezzo secolo di attività si è specializzata nella produzione e commercializzazione di tessuti di fibre naturali, artificiali e sintetiche per il settore dell’arredamento. Da sempre tutta la produzione è locale. “Siamo 100% made in Veneto”, rivendicano i titolari, i fratelli Matteo e Michele Chioccarello che, nel pieno dell’emergenza Coronavirus, hanno deciso di cambiare completamente le priorità della produzione, coinvolgendo i 15 dipendenti e attivando degli innovativi processi per creare materiali adatti alle mascherine nei due stabilimenti aziendali, quattromila metri quadri in tutto di superficie.

I primi a beneficiarne sono stati i volontari della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia: hanno consegnato nei passati giorni il loro tessuto all’azienda confezionatrice Prelinea Srl di Treppo Grande, in provincia di Udine, che dopo la lavorazione sta facendo avere in queste ore le prime 20 mila mascherine ai volontari.

Ma si potrebbe far molto di più. A Schio oggi sono accatastati 300 mila metri quadrati di tessuto da destinare al settore per l’arredamento home-office, sedie, poltrone e pannelli per ufficio, forniture contract, sale da cinema e comunità. Negli ultimi giorni 100 mila metri di poliestere sono stati sottoposti ad un trattamento ad hoc, tramite una immersione in un apposito liquido. L’azienda già cinque anni fa aveva ottenuto le certificazioni necessarie per questo processo produttivo, aveva infatti venduto del materiale per mascherine realizzate in Svezia, dove la normativa è molto severa.

“Il tessuto che abbiamo realizzato è riciclabile al 100% e può essere lavato fino a cinque volte a 60 gradi in lavatrice”, spiegano i Chioccarello. “Non è quindi un prodotto usa e getta. Ma il nostro problema è che non siamo produttori di mascherine, servono dei macchinari professionali per tagliare e cucire che noi non abbiamo. Ci stanno contattando molte aziende, anche dall’estero, per comperare il materiale. Ma preferiamo che rimanga in Italia. È ora di finirla con questa dipendenza dalla Cina per gli strumenti di protezione individuali”.

Considerato che in media, da ogni metro si possono ricavare dalle 25 alle 30 mascherine, significa che nei magazzini di Schio sono ferme circa tre milioni di possibili mascherine. “In Italia servono 90 milioni di mascherine al mese”, conclude Michele Chioccarello. “E non le abbiamo. Il fatto di aver delocalizzato la produzione in Cina (non è il nostro caso) adesso è uno svantaggio. Noi stiamo giocando la nostra parte. Chi ha la possibilità di convertire questo tessuto è il benvenuto. Noi esportiamo in 27 paesi del mondo, abbiamo una quota del nostro fatturato di circa il 70% in export grazie a 500 colori di tessuti tecnici sempre disponibili a magazzino e a 300 mila metri di tessuto a stock. In questo caso però vorremmo che il tessuto per le mascherine rimanga in Italia. Aiutateci a trovare chi lo possa cucire”.

 

LA HOLDING DELL’IMPRENDITORE LORENZO SCARSELLA EMETTE UN BOND DA 100 MILIONI DI EURO DA INVESTIRE IN ITALIA

L’imprenditore romano lancia il nuovo business dopo un periodo di studio a Montecarlo. “Ho aperto una holding in Irlanda, questa la mia ricetta per rialzarsi dopo il Coronavirus”. Al via i corsi digitali per i giovani investitori.

 

 

Dalla laurea in Economia e gestione delle imprese fino alla holding che emette un bond da cento milioni di euro. Sta dentro questa parabola la vita imprenditoriale di uno degli enfant prodige della finanza italiana. Lorenzo Scarsella, originario di Tivoli, oggi ha 29 anni ed è finito al centro della cronaca finanziaria per una operazione che sta realizzando in questi giorni sull’asse Italia-Irlanda. Dopo la laurea, Scarsella ha iniziato a comprare aziende, ristrutturarle, renderle redditizie e a rivenderle. La carriera imprenditoriale è iniziata in un’azienda di costruzioni: aveva capito che era il momento di utilizzare lo strumento normativo del project financing. Nel corso degli anni ha partecipato a circa una trentina di bandi, molti li ha vinti. I soldi guadagnati sono finiti in nuovi investimenti, collegati al turismo e alla somministrazione di lavoro interinale.

 

Ma il nuovo obiettivo di Scarsella è ancora più ambizioso: diventare il primo imprenditore italiano ad entrare nella borsa digitale, opzione garantitagli da una nuova normativa entrata in vigore il primo gennaio 2020. La sua ultima iniziativa imprenditoriale, datata metà febbraio, è stata la fondazione in Irlanda, a Dublino, di una società, la Gbgh Capitals Holding Limited, che si è data come obiettivo detenere altre imprese e controllarle finanziariamente, industrialmente e commercialmente. “La mia holding immetterà sul mercato un bond da cento milioni di euro, un prodotto finanziario istituzionale regolato dalle leggi europee sui mercati di capitali, un bond che sarà aperto a tutte le classi di investitori, dai privati ai retail”, spiega. “Con la digitalizzazione dei titoli, sfruttando la tecnologia blockchain e la digital exchange, si ridurranno i costi amministrativi e le obbligazioni emesse saranno comperabili solo con un click. Sarà un prodotto finanziario eccellente, garantiremo il 5% di rendimento con scadenza ventennale. Gli investimenti saranno fatti in Italia”.

 

Le certezze sui rendimenti gli derivano da uno studio che porta avanti da mesi. Infatti, pochi mesi prima dell’emergenza Coronavirus, Scarsella aveva deciso di prendersi un periodo di studio e riflessione a Montecarlo per elaborare le proprie strategie future di business. In particolare, ha analizzato la situazione economica in Cina, e ciò accadeva durante le prime fasi del Codiv-19. Per questo, è riuscito ad elaborare in anticipo una strategia finalizzata ad ottenere un ottimo tasso di rendimento in questo periodo economico di alti e bassi in Borsa, dove alcune aziende eccellono e dove altre invece stanno crollando a picco.

 

Non basta. Scarsella ha infatti affiancato alla sua normale attività imprenditoriale anche dei corsi professionali e formativi sul web per diffondere la cultura finanziaria nel mondo dei giovani. “Questo è il momento ideale per dedicarsi alla formazione online e per analizzare i mercati che si svilupperanno dopo la crisi”, dice. “In molti mi hanno scritto su Instagram, in particolare giovani alle prime armi che non sanno come muoversi in questo momento. Il mio obiettivo è quello di trasmettere loro le conoscenze necessarie per guadagnare, li aiuto ad emergere nel mondo del business in un contesto sempre più complicato. Spero di poterli aiutare e di dar loro un’opportunità in questo periodo così nero”.

 

Per informazioni e dettagli: www.gbghcapitalsholdinglimited.com

On line il “Blog di Vinicio”, l’influencer blogger maschile di Vicenza

Nuovo progetto per l’event planner noto per i suoi eventi glamour e per l’organizzazione dei matrimoni dei vip. “Racconto i trend del momento”. Dal cocchio di vetro alla foresta al mare, ecco come ha realizzato le nozze perfette

 

 

Vinicio Mascarello è un event planner creativo, un generatore di emozioni tra appuntamenti mondani, festeggiamenti privati e aziendali. Originario di Vicenza, conosciuto per essere uno dei trend-setter in Veneto, organizza eventi capaci di impreziosire ogni occasione con gusto, eleganza e modernità. Per cristallizzare le sue esperienze, Mascarello ha lanciato un proprio sito di informazione, un blog allacciato ai fatti che accadono: www.ilblogdivinicio.it.

Dentro si parla di tutto ciò che è moda e fashion, di ciò che è di tendenza sui mass media e dei costumi che evolvono, ma anche di stile per i gentiluomini. “A poche settimane dall’avvio abbiamo registrato decine di migliaia di accessi, oltre ogni aspettativa”, spiega il vicentino. “E’ un chiaro segnale: c’è bisogno di informazione al maschile sui temi di tendenza e per questo noi parliamo di tendenze, news e curiosità del momento, dalla moda al bon-ton, dallo spettacolo agli eventi, tra lusso, tecnologia, cinema, vip e location da sogno. Il segreto del successo? Sono il primo influencer blogger maschile in Italia, gli altri lavorano solo sulle immagini di Instagram”.

Mascarello peraltro ben conosce i trend del momento, lavora infatti come consulente creativo e di comunicazione per numerose realtà italiane e in vari settori imprenditoriali, dal mondo orafo a quello della pelle e del fashion, ed è uno dei wedding planner più stimati e ricercati dalle coppie del Triveneto. Mascarello opera anche nell’ambito del team building organizzando esperienze personalizzate al servizio delle aziende: unico nel genere è il suo corso di cucina gestito da chef stellati come Lorenzo Cogo e Matteo Grandi, capaci di motivare i top manager più dei grafici di crescita aziendale. Ma anche le sue proposte di team building nelle ville venete sono assolutamente innovative.

I suoi eventi fanno parlare a lungo. Come ad esempio quelli chiesti dalla Osmo di Arzignano, nel Vicentino: il tema dedicato a Star Wars ha reso il meeting aziendale qualcosa di epico, coi clienti che ancora oggi ne parlano. Spettacolari anche i suoi matrimoni. Basti citare l’organizzazione delle nozze di Christian Maggio, vicentino capitano del Napoli e giocatore della nazionale, che si è sposato nello spettacolare scenario del Parco Sigurtà, nel Veronese, chiuso al pubblico appositamente per la coppia.

“Ma ricordo anche il romanticismo di quelle nozze a Natale”, dice Mascarello. “Gli sposi volevano la neve e dovetti organizzarmi per spararla. Ad attenderli, fuori, c’era una sontuosa carrozza trasparente, identica al cocchio di vetro di Cenerentola. La sposa c’è entrata dentro mentre lui le leggeva una poesia romantica”. Indimenticabili anche quelle nozze a Jesolo, nell’hotel dove nonni e genitori di lei si erano conosciuti. La sposa però amava la montagna, e ottenne di pronunciare il fatidico “sì” in un ambiente che sembrava una foresta. Oppure quella volta in cui la sposa volle arrivare, dal Lago di Garda, su un motoscafo, mentre modelli sfilavano vestiti con abiti anni Cinquanta. “E’ il giorno più importante per la vita di chi si sposa – chiude Vinicio – io voglio trasformarlo in un evento che nessuno tra gli ospiti possa mai dimenticare”.

 

DOPPIO HEADQUARTER E NUOVE ASSUNZIONI, VELVET MEDIA PREMIATA PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO DAL FINANCIAL TIMES

Fatturato di nuovo raddoppiato nel 2019, una nuova sede e venti assunti. Il 2020 di Velvet Media inizia col premio del maggior quotidiano economico a livello mondiale: ora è tra le aziende a più forte crescita in Europa. Il titolare, Bassel Bakdounes: “Sappiamo osare”

 

Velvet Media si riconferma ai vertici europei nella crescita. A riconoscerlo è il Financial Times, che posiziona Velvet Media al 176° posto su 1000 aziende in Europa all’interno della classifica “FT 1000: Europe’s Fastest-Growing Companies”, realizzata in collaborazione con Statista e pubblicata sul sito ft.com. Un ottimo risultato che arriva pochi mesi dopo un analogo riconoscimento de Il Sole 24 Ore: il primo quotidiano economico italiano ha sancito il posizionamento di Velvet Media al terzo posto tra le agenzie di marketing e pubblicità nel ranking italiano “Leader della Crescita”, grazie a un tasso di crescita tra il 2015 e il 2018 pari al +112,28%.

Un andamento marcatamente positivo che continua a registrare crescite a doppia cifra: nel 2019 il fatturato è di nuovo raddoppiato anche in seguito della decisione strategica di trasformare Velvet Media in una holding che gestisce diverse divisioni di business e incuba progetti innovativi di marketing.

“Il coraggio di saper osare”, commenta il CEO di Velvet Media, Bassel Bakdounes. “È questo quello che ci ha permesso oggi di ottenere un riconoscimento così importante, per il secondo anno di fila. Avere l’audacia di fare scelte diverse dal solito e di cambiare lo status quo non è mai facile, ma è ciò che ti permette di fare innovazione e di fare veramente la differenza. Cosa significa nel concreto? Significa ad esempio essere tra i primi a capire che la vendita online può essere un aiuto per le PMI italiane e non solo una condanna a morte, e significa quindi prendersi il rischio di riassettare tutta l’azienda per offrire alle imprese un aiuto concreto e una guida in questo settore. Significa posizionarci oggi come la prima e unica agenzia completamente strutturata per accompagnare le PMI nella gestione completa di e-commerce, marketplace e social -selling”.

Per supportare la continua specializzazione e la crescita delle divisioni verticali di Velvet Media dedicate ai settori della moda, dello sport, dell’influencer marketing e dell’internazionalizzazione, continuano anche a crescere le figure professionali: tra Store Manager, Marketing Manager, Graphic Designer, Web Developer e Social Media Manager, è stata appena chiusa una campagna di assunzioni che ha visto l’inserimento nell’organico di una ventina di nuove figure.

A conferma della crescita verticale in corso all’interno dell’agenzia c’è anche da segnalare una recente novità nell’headquarter di Castelfranco Veneto. La sede è stata raddoppiata con l’acquisizione di uno nuovo spazio in Via delle Querce dedicato ai reparti fashion, eventi, e foto-video, in fianco alla sede principale. Un headquarter a due gambe, dunque, che si somma alle agenzie sorelle presenti negli Stati Uniti, in Thailandia e negli Emirati Arabi a Dubai.

VELVET MEDIA Marketing management, vendita online e new media: sono questi gli ambiti nei quali Velvet Media, agenzia di comunicazione di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, è ai vertici nazionali. Nata come casa editrice nel 2013, specializzatasi prima in couponing e poi come editore del sito internet Storie di Eccellenza e del magazine Genius, oggi è diventata una holding che gestisce il marketing in outsourcing di oltre mille aziende del Nord Italia grazie ad un organico di circa 150 persone in continua espansione. Per questo è stata premiata come una delle aziende col tasso più alto di crescita in Europa dal Financial Times. Il core business è il coordinamento della comunicazione aziendale a tutti i livelli e la gestione della vendita online: dalla grafica ai video, dal posizionamento del brand allo sviluppo di siti di e-commerce, dall’advertising sui marketplace fino alla lead generation. Attorno alla galassia Velvet sono nate alcune divisioni parallele, che hanno sviluppato specializzazioni nel mondo dello sport (Velvet Sport), della moda (Velvet Fashion) e dell’internazionalizzazione con focus in particolare sulla Cina (Velvet International). Con sedi negli Stati Uniti a Denver, in Thailandia a Bangkok e negli Emirati Arabi a Dubai, Velvet è il partner ideale per qualunque azienda interessata a comunicare e vendere oltre confine. La storia di Velvet Media è raccontata nel libro “Marketing Heroes”, nel quale emerge lo stile aziendale basato su manga e rock and roll; uno stile che ha fatto parlare di sé a livello nazionale anche per il management quasi integralmente femminile e per la presenza in organico della manager della felicità per gestire i rapporti in ufficio. Informazioni e contatti: www.velvetmedia.it.

BRACCHI GROUP, VOLA IL FATTURATO: SUPERATI I 500 DIPENDENTI CON LA LOGISTICA “IN HOUSE”

Il gruppo di Bergamo si consolida leader europeo, personale più che raddoppiato in due anni. La svolta grazie anche alle recenti acquisizioni in Veneto. “Le aziende chiedono sempre più servizi di logistica in outsourcing e in house, abbiamo anticipato i trend del mercato”

 

Bracchi Group inizia il 2020 in crescita verticale. Il colosso della logistica di Bergamo in questi giorni ha registrato un fatturato record, che ha scavalcato l’asticella dei 137 milioni. Un risultato di cui Lorenzo Annoni, Amministratore Delegato del Gruppo, è particolarmente soddisfatto. Per dare un indice nella crescita, nel 2017, prima dell’acquisizione di Bas Group nel Vicentino, i dipendenti erano 220 e il fatturato si era assestato sui 90 milioni. Ma i record sono merito soprattutto dell’infaticabile lavoro di un team di oltre 500 dipendenti, che nel corso di 365 giorni ha permesso la gestione di 850.000 spedizioni, anche grazie al supporto di 690 partner in tutto il mondo, mettendo in connessione 24 ore su 24 ben undici poli logistici per un totale di 290.000 metri quadri di magazzini distribuiti tra Italia, Germania, Slovacchia e Polonia.

Questi numeri collocano Bracchi Group ai vertici italiani ed europei del settore. Una crescita che è arrivata grazie alla lungimiranza del management nell’individuare le evoluzioni nel settore della logistica, dove l’integrazione tra aziende diverse è diventata fondamentale mentre si registra una accelerazione nelle consegne sempre maggiore. Per questo, negli ultimi anni Bracchi Group ha integrato nel proprio parco servizi la gestione logistica in house. La sfida è quella di fornire, oltre alle tradizionali forniture di logistica in outsourcing (il cliente affida a Bracchi il proprio magazzino e le relative spedizioni), una gamma completa di servizi “chiavi in mano” direttamente presso lo stabilimento di produzione del cliente, che si affida ai professionisti del settore e si garantisce un servizio di qualità senza dover sopportare costi fissi o dover far fare ai propri dipendenti qualcosa che non sia legato al core business aziendale.

“Garantiamo una gestione diretta, efficiente e su misura di tutte le esigenze di supply chain management”, spiega Matteo Vaccari, Business Developer di Bracchi Group. “Grazie al know how tecnico qualificato siamo in grado di allestire con nostro personale l’intero ciclo logistico di una azienda, direttamente nella sua sede: dalla ricezione all’imballaggio, dall’etichettatura all’inventario, dalla gestione spedizioni all’approvvigionamento e smaltimento. Tra i casi studio di logistica in-house più interessanti spiccano le stoviglie monouso di DOpla e i capi fashion di Aeronautica Militare nel Vicentino”.

Le due anime del trasporto e della logistica vanno così ad ampliarsi con nuovi servizi su misura che si sommano alle specializzazioni storiche del gruppo, che spaziano dal trasporto su gomma al groupage, dai trasporti espressi e dedicati al parcel, fino al trasporto marittimo e aereo. Oltre all’originale vocazione per il trasporto tecnico ed eccezionale per i settori ascensoristico, elettro-meccanico, automotive e dei macchinari agricoli, il Gruppo Bracchi si è specializzato in soluzioni ad hoc di engineering project e logistica standard e integrata per diversi business.

“I settori privilegiati sono cosmetica, health care, fashion, food and beverage ma anche e-commerce e grande distribuzione”, conclude Matteo Perazzoli, Logistics Manager del Gruppo. “Per molti clienti gestiamo l’intera supply chain, offrendo servizi di logistica inbound e outbound seguendoli in ogni fase, dallo stoccaggio al picking, dalla gestione e ripristino scorte al confezionamento, dal controllo qualità al servizio di stireria per le più importanti realtà del settore fashion fino all’assistenza per l’espletamento delle procedure doganali”.

 

LA STORIA DI BRACCHI GROUP Bracchi viene fondata nel 1928 come azienda di trasporto locale. Dopo esser stata acquisita nel 1968 da Tranquillo Annoni, l’azienda ha ampliato la sua presenza affermandosi come realtà di rilievo prima a livello nazionale e poi nei Paesi dell’Est Europa. Alla fine degli anni Ottanta Bracchi inizia ad investire nella sua flotta mezzi per imporsi nel settore dei macchinari agricoli. Negli anni Novanta sono stati avviati i primi progetti di logistica integrata e di outsourcing per clienti strategici. Nel 1994 Bracchi stabilisce i suoi headquarters a Fara Gera d’Adda (in provincia di Bergamo). In seguito, l’azienda investirà nella costruzione di nuovi magazzini in tutta Europa per espandere il proprio network e nel trasporto internazionale, introducendo servizi di trasporto marittimo e aereo. Nel 1997 viene fondata a Lublin, in Polonia, la prima filiale estera di Bracchi, B.P. Transports, destinata a seguire il traffico da e per l’Est Europa. Nel 2009 la struttura logistica della sede di Fara Gera d’Adda viene potenziata con un nuovo magazzino di 20.000 metri quadri e un nuovo allestimento dedicati ad un cliente che ha scelto Bracchi come partner logistico da oltre 30 anni. Nel 2010 e nel 2012 vengono inaugurati i due poli logistici di Levice e Dunajska Streda in Slovacchia, dedicati alla logistica e alla distribuzione di ascensori e consumer goods nell’Est Europa. Nel 2015 nasce ad Ettenheim Bracchi Deutschland, la filiale tedesca di Bracchi: un polo logistico di 44.000 metri quadri di superficie coperta, dotato delle tecnologie più avanzate e in una posizione strategica per la gestione del traffico europeo. Nel 2017 parte il progetto per un nuovo polo logistico hi-tech nel parco industriale di Kostolné Kračany, ancora in Slovacchia. Grazie ad una superficie di 65.000 metri quadri, offre servizi di logistica standard e integrata a diversi clienti. Il 2018 segna un nuovo importante traguardo: l’acquisizione di Bas Group, realtà storica di Bassano del Grappa (nel Vicentino) formata da quattro aziende di trasporti e logistica specializzate nei più vari settori, dal food al beverage, dal fashion all’e-commerce. Logistic Net, Il Corriere, Bas Sped e Bas Express condividono con Bracchi un approccio orientato al cliente e una forte attitudine all’innovazione. Grazie a questa acquisizione il Gruppo Bracchi consolida la sua leadership ampliando la propria offerta a nuovi business strategici e a nuove aree geografiche.

GLI STUDENTI A LEZIONE NELL’IMPIANTO DI ZINCATURA PIU’ GRANDE D’EUROPA

Porte aperte per gli Itis di Schio e Bassano, ma anche per le scuole medie di Rosà: visiteranno la Zincheria Valbrenta. Il titolare, Walter Bordignon: “I ragazzi vengono formati prima con una lezione e poi con la visita negli spazi produttivi”

 

Rosà detiene un record: ospita l’impianto di zincatura a caldo più grande d’Europa. È questo il fiore all’occhiello di Zincheria Valbrenta, che fa parte del Bordignon Group, holding che produce anche ad Ala di Trento (Zincheria SeCa) e in Romania, a Bucarest. Il gruppo dà lavoro a circa 200 persone e vanta una rete commerciale che copre tutta l’Europa centro-orientale e un fatturato che oggi ha raggiunto i 35 milioni di euro.

L’azienda però non è concentrata solo sulla lavorazione dell’acciaio. Nel suo dna ha infatti anche il rapporto con le scuole del territorio, un dna che le deriva dal fondatore, Giuseppe Bordignon, padre degli attuali soci: dagli anni Settanta ha insegnato all’istituto tecnico di Bassano del Grappa. I figli, in onore del lavoro svolto dal padre, nel corso degli anni hanno sviluppato progetti finalizzati alla formazione degli studenti. È stata ad esempio donata l’attrezzattura per un’aula di energetica all’Itis Fermi; senza dimenticare l’intervento alle scuole medi di Rosà, che erano prive della connessione wi-fi: l’impianto è stato installato a spese del gruppo.

“Riteniamo che il rapporto con la scuola sia fondamentale”, dice Walter Bordignon, il titolare. “E’ giusto che i ragazzi scoprano il mondo del lavoro direttamente in azienda e nel corso degli anni abbiamo trovato docenti illuminati, che hanno deciso di portare le loro classi qui da noi, per mostrare loro il processo produttivo. C’è sempre più bisogno di manodopera qualificata e l’unico modo per permettere ad uno studente di prepararsi è fargli toccare con mano la realtà del lavoro mentre studia e sta indirizzando la propria vita professionale”.

Nell’ottica di saldare e valorizzare il rapporto con le scuole, l’azienda oggi organizza visite guidate e di informazione e di fatto ha fondato una sorta di Academy, dove vengono formati anche professionisti del settore e clienti curiosi di conoscere i processi di zincatura a caldo. La visita inizia in aula, con una spiegazione concreta del lavoro che viene svolto, e procede poi con un viaggio dentro i 12.000 metri quadri del capannone dove l’acciaio arriva rossastro e già contaminato dagli agenti atmosferici ed esce zincato e lucente dalla vasca di zincatura a caldo più grande d’Europa.

In questo mese già mezza dozzina di classi delle scuole medie hanno passato una giornata formativa in azienda, in tutto sono stati organizzati quattro appuntamenti. Per gli studenti delle scuole superiori è stato attivato un doppio canale di dialogo, con gli Itis di Bassano del Grappa e di Schio. Per loro “lezioni” più tecniche, ma anche input di carattere scientifico per stimolare gli studenti a tenersi aggiornati sulle ultime evoluzioni tecnologiche e prepararsi al mondo del lavoro.

Il tour didattico inizia dalla parte esterna, dove vengono stoccati i pezzi da zincare: si va dalle strutture collegate all’edilizia fino ai pali per le teleferiche, passando per i cannoni spara neve e per i pezzi di ponti. In tutto, giorno vengono movimentati 200 tonnellate di materiale. Il primo step è l’immersione in una soluzione di pretrattamento dalle tre alle dieci ore, ci sono undici enormi vasche dove l’acciaio viene “pulito”. Si passa poi nel forno essiccatoio a cento gradi, per asciugare il materiale prima dell’immersione nella vasca che contiene zinco fuso più grande d’Europa, mantenuta 365 giorni all’anno a 450 gradi di temperatura grazie ad un forno potentissimo. La vasca misura 16,5 metri in lunghezza, 2,8 in larghezza e 3,4 in profondità e può contenere fino a 1.119 tonnellate di zinco fuso. Per intenderci, il peso di quattro Airbus A380.

UFFICIO STAMPA VELVET MEDIA / press@velvetmedia.it

 

L’AZIENDA Fondata nel 1972 a Rosà, nel Vicentino, la Zincheria Valbrenta oggi si estende su un’area di 50 mila metri quadri, con una superficie coperta di 12.000. Nel 1993 il gruppo acquisisce la Zincheria Se.Ca di Ala in provincia di Trento (azienda galvanica attiva dal 1980). Nel 2005 viene fondata DMW Logistic Srl, azienda di trasporti funzionale alle attività aziendali che oggi si base sul lavoro di sette mezzi. Sette anni dopo viene fondata la Zincheria SA a Bucarest, in Romania: il nuovo stabilimento occupa un’area di 25 mila metri quadrati, di cui 5.200 dedicati alla linea di produzione. Ad oggi l’azienda ha una capacità produttiva, nei tre impianti, di 13 mila tonnellate al mese di acciaio zincato a caldo. E’ nel 2014 che un intervento strutturale trasforma l’impianto di zincatura nel più grande d’Europa, garantendo la lavorazione di singoli elementi con una portata di 30 tonnellate di peso. La vasca misura 16,5 metri in lunghezza, 2,8 in larghezza e 3,4 in profondità e può contenere fino a 1.119 tonnellate di zinco fuso. Per intenderci, il peso di quattro Boeing 747. Il gruppo dà lavoro a circa 200 persone e vanta una rete commerciale che copre tutta l’Europa centro-orientale e un fatturato che oggi ha raggiunto i 35 milioni di euro.

 

PAYPAL E STOREDEN ASSIEME, RIVOLUZIONE NEI PAGAMENTI ON LINE IN ITALIA

Paypal e Storeden lanciano per tutti i merchant un nuovo sistema di pagamento. L’azienda veneta è tra le prime in Europa. Il founder, Francesco D’Avella: “Abbiamo migliorato ancora l’experience sui nostri portali di ecommerce: a disposizione tramite PayPal Commerce Platform decine di nuovi metodi di pagamento già integrati con la piattaforma Storeden e disponibili a tutti i venditori con pochi click”

Storeden è una piattaforma ecommerce nata a Villorba, in provincia di Treviso, che in pochi anni ha rivoluzionato il commercio elettronico prima in Italia e poi a livello globale. Oggi compete a pieno regime con le piattaforme americane grazie al proprio team di sviluppatori che hanno proposto un modello innovativo: la possibilità di realizzare un ecommerce personalizzato per ogni azienda in cloud, pagando solo una fee mensile per la gestione.

Con Storeden le aziende possono in pochi minuti realizzare un ecommerce professionale sincronizzato con i migliori marketplace (la piattaforma è integrata con Amazon, Ebay, Facebook, Blomming e Instagram, solo per citare alcune delle realtà più note).

Una realtà, quella di Storeden, che oggi si sviluppa anche grazie ad una rete di oltre 120 agenzie web tra le migliori nel territorio nazionale, che hanno scelto di proporre la piattaforma ai propri clienti per supportare chi decide di utilizzare la piattaforma lato web marketing, ma anche con sviluppi personalizzati, in modo da soddisfare le esigenze di clienti in modo specifico.

La novità assoluta, che è stata annunciata nel corso di Ecomm2019, il summit degli attori che ruotano attorno al mondo del vendere on line tenutosi a Vicenza, è la presentazione di un progetto sul quale Storeden lavorava da tempo con il colosso dei pagamenti americano. I clienti di Storeden potranno attivare con pochi click una soluzione di pagamento che consentirà loro di offrire PayPal e le carte (credito, debito e prepagate) ad uno dei prezzi più competitivi sul mercato, oltre a tutti i metodi di pagamento alternativi più popolari al mondo.

“Non solo carte di credito”, annuncia Michele Simone, responsabile partner di Paypal per Southern Europe. “Tramite l’account PayPal su piattaforma Storeden è ora possibile ricevere pagamenti attraverso ogni tipo di carta, e con circuiti locali di diversi paesi a livello globale. In Italia sarà quindi possibile ricevere i pagamenti attraverso myBANK, in Germania con Sofort, in Olanda con iDeal e così via: ogni paese avrà a disposizione i migliori metodi di pagamento locali già integrati. Attraverso la tecnologia Smart Payment Button di PayPal, daremo ai consumatori più scelta per pagare i propri prodotti e servizi, aiutando allo stesso tempo le aziende a guidare in maniera sempre più efficace quelle conversioni fondamentali per la crescita di un’attività commerciale”.

 

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BASTA GRIFFE, ORA IL TURISMO DI SUPERLUSSO VUOLE I MANOSCRITTI ANTICHI

Il patrimonio culturale italiano è la nuova tendenza del turismo esperienziale internazionale. Il primo dicembre al Baglioni Relais Santa Croce di Firenze esposta “Novatio et Ingenium”, l’opera che svela l’ultimo segreto di Leonardo Da Vinci. A Venezia in esposizione la Supplica dei Pari d’Inghilterra a papa Clemente VII.

I tour operator cinesi organizzano viaggi esclusivi alla scoperta della storia e dei suoi tesori. Protagonista del trend è Scrinium, organizzazione veneziana, il cui museo è meta ambita di turisti da oltreoceano

Arrivano richieste sin dall’Australia per poter visitare il Cadem, il “Codices and Ancient documents Exhibit Museum”, lo spazio espositivo di Scrinium, l’organizzazione culturale di Mestre, nel Veneziano, titolare di un mandato fiduciario esclusivo, conferito dalla Prefettura dell’Archivio Pontificio, per la realizzazione, la diffusione e la promozione internazionale dei documenti custoditi all’interno dell’Archivio Segreto Vaticano.

Visitare il Cadem è come intraprendere un viaggio lungo secoli, ritmato da suggestive tappe che hanno segnato la storia dell’intera umanità. Qui infatti sono esposti fedeli cloni di documenti fondamentali, custoditi per anni in archivi segreti e caveau inaccessibili al pubblico, ma che oggi grazie alla volontà di Ferdinando Santoro, presidente di Scrinium e del suo team di studiosi, possono finalmente mostrarsi al mondo e svelare tranche di vita avvincenti.

Tra le perle che i turisti chiedono di ammirare c’è la bolla “Antiquorum habet fidem” per l’indizione del primo giubileo della storia con Bonifacio VIII, le pergamene degli atti integrali del processo ai Cavalieri Templari (1308), la supplica dei pari d’Inghilterra a Papa Clemente VII con richiesta di annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Caterina d’Aragona (1530), gli unici scritti autografi superstiti di San Francesco e il testamento segreto di Marco Polo.

Uno “scrigno” veneziano che è diventato meta ambita di turisti di fascia “luxury”, il cui desiderio è vivere esperienze uniche immergendosi nella cultura del mondo, vedere coi propri occhi quei documenti che hanno cambiato il corso della storia, conoscere segreti finalmente svelati, ammirare opere d’arte immortali. “Ci contattano importanti tour operator cinesi – racconta Santoro – per organizzare visite al nostro museo. E’ in atto un nuovo trend che investe il settore del turismo di lusso, il turista facoltoso non ricerca griffe o accessori esclusivi all’estero, ma esperienze culturali che ricorderanno tutta la vita”.

A conferma di ciò, in questo periodo Scrinium grazie alla collaborazione con Baglioni Hotels, suo partner attivo nella valorizzazione del grande patrimonio artistico e storico italiano, espone al Salone Marco Polo del Baglioni Hotel Luna di Venezia la Supplica dei Pari d’Inghilterra a papa Clemente VII con richiesta di annullamento del matrimonio di Re Enrico VIII con Caterina d’Aragona, un maestoso documento largo un metro da cui pendono 81 sigilli di cera. E contemporaneamente, al Baglioni Relais Santa Croce di Firenze, si possono ammirare le affascinanti pergamene degli atti integrali del Processo ai Cavalieri Templari. Non solo, il primo dicembre ospiterà anche un’anteprima riservata. “Presenteremo “Novatio et Ingenium” – spiega Santoro – un’opera rivelatrice che mette in dialogo l’artista senese Francesco di Giorgio Martini e Leonardo da Vinci. Un tesoro storico-intellettuale che evidenzia come Leonardo avesse colto dal Martini, e non da Vitruvio, i rapporti fra le varie parti del corpo umano”.

STYLODESIGN, NASCE LA “SWATCH ITALIANA” DELLE STILOGRAFICHE

La rivoluzione della penna tra artigianalità made in Italy e stampa 3D di ultima generazione. L’idea di due designer decolla da Bassano del Grappa, nel Vicentino. “Oggetti unici, pensati per i manager e gli amanti del lusso creativo”. Boom di acquisti online per la penna top di gamma, costa 550 euro

 

La penna stilografica ha una storia centenaria, il suo fascino è intramontabile come la sua eleganza. Attorno a questo oggetto artigianale c’è un fitto popolo di collezionisti pronto a spendere cifre da capogiro per possedere certi modelli ad edizione limitata. E’ un autentico status symbol, spesso associato a una fascia d’età e di prezzo alte. Ed ecco l’idea nata a Bassano del Grappa, nel Vicentino, che rivoluziona e rinnova il concetto di penna stilografica, legata alla tradizione e alla classicità: unire la maestria artigianale italiana con la tecnologia della stampa 3D di ultima generazione per creare delle penne uniche nel loro genere, per materiale e design.

Si chiama “Stylodesign” ed è la startup nata da due creativi di Bassano del Grappa, nel Vicentino, Mirko Zen e Andrea Costi che grazie alla loro pluriennale esperienza professionale in progettazione e grafica 3D hanno realizzato una serie di penne stilografiche e biro, la cui particolarità ed unicità è l’utilizzo della resina modellata al laser con le più avanzate tecniche di stampa 3D abbinata al metallo nickel free.

Ma quali sono i vantaggi rispetto alla tradizionale penna? “Innanzitutto, la grande libertà creativa grazie agli innovativi software di progettazione, gli stessi che usa la Disney nei suoi colossal al cinema”, spiega Zen. “Abbiamo creato forme articolate ed uniche grazie alla nostra decennale esperienza nella computer grafica. Non solo, ogni elemento, dal tappo all’impugnatura, è interscambiabile e compatibile con gli altri modelli della serie e ciò dona la possibilità ai nostri clienti di mischiare la nostra creatività. Le nostre penne donano poi una esperienza tattile, evolvendo il concetto dell’impugnatura liscia voluta dalla scuola classica”.

Ad oggi hanno già prodotto 500 penne numerate in 20 modelli diversi che si ispirano alle città italiane, da Milano a Firenze fino a Caserta, abbracciando un potenziale target che va dal ventenne al cinquantenne. “Puntiamo la nuova generazione dei manager amanti del lusso e i visionari dell’arte, che vogliono avere oggetti unici sulla propria scrivania. Abbiamo già registrato un picco di vendite sulle penne nostre top di gamma”. Si chiamano Venezia e Perugia e costano 550 euro, ma ormai sono un must negli ambienti imprenditoriali alla ricerca delle nuove frontiere del lusso.

La startup dei due designer è nata nel 2018 dopo un fatto curioso. Entrambi erano lavoratori dipendenti nel ramo della progettazione, una vita passata tra designer e rapporti con architetti, una sera durante una festa di laurea a cui partecipavano, un invitato regalò al festeggiato una classica penna stilografica, ma la sua reazione fu indifferente, nessun entusiasmo, ma solo un grazie annoiato.  Ed ecco che in quell’attimo una lampadina si illuminò a Mirko e ad Andrea che si chiesero come poter rendere più attraente e attuale anche per fasce di età più giovani un oggetto così simbolico e carico di storia. La risposta fu avviare la startup Stylodesign. E così è nata l’evoluzione pop delle penne, una rivoluzione copernicana come quella degli orologi negli anni Ottanta. “Tra gli addetti ai lavori c’è chi ci ha ribattezzato la Swatch delle penne”, chiudono i due. “Paragone che ci rende orgogliosi, la sfida è aperta”.