GIORNATA NAZIONALE ANDROLOGIA, L’INDAGINE: META’ DEGLI ADOLESCENTI HA RAPPORTI NON PROTETTI

Il 21 ottobre 2021 è la prima giornata nazionale dell’andrologia promossa dalla società italiana di andrologia e medicina della sessualità. Presentata un’indagine condotta su 10.000 adolescenti nell’ultimo anno: il 30% ha riportato un consumo eccessivo di fumo o alcool e circa il 50% l’uso di sostanze illecite o rapporti sessuali non protetti. Alberto Ferlin, direttore dell’unità operativa complessa di andrologia e medicina della riproduzione a Padova: “Comportamenti che sono alla base di infertilità, l’ipogonadismo e le disfunzioni sessuali, spesso segni premonitori di patologie cardiovascolari”

 

 

Il maschio a differenza della donna tende più raramente a consultare il proprio medico curante a scopo preventivo, ossia quando sta bene. Questo si traduce frequentemente in comportamenti a rischio legati ad eccesso di alcool, al fumo e all’uso di droghe che, associati a cattive abitudini alimentari e scarsa attività fisica, possono causare l’insorgenza di patologie importanti come l’ipertensione arteriosa, l’obesità, il diabete mellito e la dislipidemia. Queste condizioni, se non individuate e corrette precocemente, solo alla base di un aumentato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari come l’infarto del miocardio e l’ictus, e metaboliche come il diabete mellito che giustificano una ridotta aspettativa di vita (circa 4-5 anni) osservata nel sesso maschile quando paragonato a quello femminile.

Da tempo la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) attraverso il portale web Amico Andrologo diffonde la cultura della prevenzione Andrologica attraverso la possibilità di interagire direttamente con esperti del settore, e se necessario, eseguire visite specialistiche dedicate. Dati recenti ottenuti su oltre 10,000 interviste e 3,000 visite, effettuate tra gli adolescenti dell’ultimo anno delle scuole medie superiori, sono estremante allarmati. Circa il 30% ha riportato un consumo eccessivo di fumo o alcool e circa il 50% l’uso di sostanze illecite o rapporti sessuali non protetti. Tali comportamenti, reiterati nel tempo, sono alla base dell’insorgenza di complicanze andrologiche importanti come l’infertilità, l’ipogonadismo e le disfunzioni sessuali, tra cui la disfunzione erettile, spesso segni premonitori di patologie cardiovascolari. Inoltre, è opportuno sottolineare che il tumore del testicolo rappresenti la neoplasia di maggiore frequenza al sotto dei 40 anni, mentre il tumore della prostata la più frequente al di sopra dei 70 anni. In entrambi i casi, la visita andrologica può permettere una diagnosi precoce migliorando la sopravvenienza dei soggetti colpiti.

Un altro tema importante è quello dell’infertilità di coppia, la cui prevalenza sta progressivamente aumentando nelle ultime decadi: si stima che circa 1 coppia su 3 abbia una difficoltà al concepimento. Questa problematica pone ancor più al centro della discussione l’importanza della visita andrologica in quanto in circa il 50% dei casi le cause dell’infertilità sono maschili, ma spesso rimangono sconosciute e questo anche dovuto al fatto che esiste una forte disparità di genere. Infatti, spesso in prima istanza si porta ad attribuire alla donna le cause di infertilità di coppia, con l’attivazione di un iter diagnostico-terapeutico molto impegnativo e costoso. Solo in un secondo tempo, e talvolta, solo se nella partner femminile non vengono riscontrate cause importanti di infertilità, si ricorre all’analisi approfondita della condizione maschile. Un percorso di prevenzione e cura delle problematiche maschili reversibili e che sono/potranno essere causa dell’infertilità migliorerebbe gli outcome riproduttivi della coppia nonché l’appropriatezza delle tecniche riproduttive proposte.

La pandemia da COVID-19, con i problemi legati al lockdown e al ritardo inevitabile delle viste specialistiche, ha ulteriormente accentuato i problemi sovra descritti. Con l’istituzione, il 21 ottobre, della giornata Nazionale della Andrologia la SIAMS, grazie al supporto e al contributo della Federazione Italiana delle Società Mediche-Scientifiche (FISM) e del Ministero della Salute, vuole sottolineare l’importanza della prevenzione e della visita andrologica al fine di mitigare le differenze socio-culturali che vedono la donna fin dall’ adolescenza frequentare periodicamente il ginecologo. È auspicabile che una progressiva modificazione della situazione corrente ed un maggior ricorso al proprio medico curante e all’andrologo di riferimento possa sensibilmente modificare la situazione contingente e le differenze in termini di morbilità e mortalità attualmente osservate tra sesso maschile e femminile.

 

Commento

“L’istituzione della giornata nazionale dell’Andrologia da parte della SIAMS ha una grande valore – sottolinea il Prof. Alberto Ferlin, Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Padova e da poco subentrato al Prof. Carlo Foresta come Direttore della UOC Andrologia e Medicina della Riproduzione dell’Azienda Ospedale-Università di Padova – per portare l’attenzione su alcune problematiche di rilevanza sociale, per le quali si fa ancora poco in termini di informazione e prevenzione. L’infertilità, le problematiche sessuali, il tumore del testicolo, la riduzione del testosterone, sono tutte patologie che non solo sono molto frequenti, ma se trascurate possono compromettere la salute generale dell’individuo. I ragazzi e gli uomini in generale sono meno propensi delle ragazze e delle donne ad andare dal medico per queste problematiche, ma sono anche meno le opportunità che hanno per fare screening di prevenzione. Pensiamo invece all’importanza della autopalpazione dei testicoli per individuare in forma precoce un tumore, ma anche ad una semplice visita andrologica di controllo, così come alla vaccinazione per l’HPV o la densitometria ossea per individuare l’osteoporosi. Tutte cose, che a differenza della donna, non sono ancora entrate nella cultura soprattutto dei giovani e parlare di andrologia e riproduzione è spesso ancora un tabù. Consideriamo però che molte problematiche dell’apparato riproduttivo e sessuale possono essere indicatori di salute generale, metabolica, come l’obesità, e cardiovascolare. Ad esempio, la disfunzione erettile è spesso il primo segnale di problematiche cardiovascolari o di un diabete in fase iniziale. Visite andrologiche regolari fin dall’adolescenza e un corretto stile di vita sono fondamentali per non perdere l’occasione di prevenire o diagnosticare in fase iniziale molti problemi, prima che la fertilità, la sfera sessuale o la salute generale siano già compromesse.

 

www.siams.info

www.amicoandrologo.it/siams

Mezza tonnellata di rifiuti raccolti nel flash-mob di Clean the Planet per ripulire gli argini del Po

Sabato 9 ottobre sugli argini del Po, in zona Gran Madre, circa centocinquanta persone si sono impegnate con entusiasmo nel flash-mob “Puliamo insieme il Po!” Come suggerisce anche il nome l’iniziativa ha visto i partecipanti, dotati di sacchi e pinze per la raccolta e con l’ausilio di un trattore, ripulire gli argini del fiume da tutti i rifiuti che lo soffocano: una situazione resa ancor più evidente dalla siccità di settembre. Non solo bottiglie e detriti ma anche biciclette, monopattini, letti, sedie e vecchi mobili che deturpano una delle risorse naturali più preziose della città, che ospita tante specie di uccelli e pesci: sono stati circa 500 i chili di rifiuti raccolti.Il flash mob di sabato è una delle iniziative di Clean the Planet, associazione senza scopo di lucro nata a Torino nel 2020.

 

(11-10-2021) Bel pomeriggio, quello di sabato 9 ottobre sugli argini del Po in zona Gran Madre. Circa centocinquanta persone – adulti e bambini, volontari dell’associazione senza scopo di lucro Clean the Planet – si sono impegnate con entusiasmo nel flash-mob “Puliamo insieme il Po!” Come suggerisce anche il nome l’iniziativa ha visto i partecipanti, dotati di sacchi e pinze per la raccolta e con l’ausilio di un trattore, ripulire gli argini del fiume da tutti i rifiuti che lo soffocano: una situazione resa ancor più evidente dalla siccità di settembre. Non solo bottiglie e detriti ma anche biciclette, monopattini, letti, sedie e vecchi mobili che deturpano una delle risorse naturali più preziose della città, che ospita tante specie di uccelli e pesci.

I volontari, partiti dal “Bar Lumen”in Corso Moncalieri, hanno raccolto a fine giornata 500 chili di rifiuti e detriti. Un bel risultato per quella che è stata la quarta iniziativa organizzata da Clean the Planetun’associazione nata proprio a Torino nel 2020 dalla volontà di un gruppo di amici, accomunati dall’idea di ripulire i percorsi che ogni weekend affrontavano in bicicletta o a piedi. Gesti di civiltà che hanno fatto proseliti e che hanno portato a organizzare iniziative come quella dello scorso 9 ottobre, che ha seguito altri flash-mob concentrati in zona Sassi, nei parchi della Pellerina e del Valentino, oltre a quello di agosto per ripulire la spiaggia di Forte dei Marmi.   Lo spirito che ispira e anima Clean the Planet, che al momento conta nove soci fondatori e una trentina di volontari regolarmente iscritti, resta sempre “più siamo, meglio stiamo”. Ed è con questo spirito che l’associazione invita tutti (torinesi e non) a unirsi alle prossime iniziative, che saranno comunicate su https://www.cleantheplanet.it/partecipa-ad-un-evento/.

La mission di Clean the Planet è un sogno che può (ancora) diventare realtà: poter lasciare alle generazioni future un pianeta più pulito e vivibile, creando empatia e compassione tra l’uomo e la Terra con le sue biodiversità. Per raggiungere questo obiettivo è necessario impegnarsi tutti insieme, pulendo “un pezzettino alla volta”. Un pezzettino che è rappresentato sia dai flash-mob, sia da una serie di corsi di sensibilizzazione per bambini e ragazzi, ospitati in numerose scuole di Torino.

Per ulteriori informazioni e comunicazioni è possibile scrivere a: info@cleantheplanet.it

Userbot lancia gli “Umani Digitali”, assistenti virtuali ultra-realistici per conversazioni ancora più evolute

Userbot S.r.l., startup innovativa italiana focalizzata su progettazione e sviluppo software di Intelligenza Artificiale applicata alle conversazioni, lancia sul mercato un innovativo prodotto che consente alle imprese di offrire una customer experience ancora più umana grazie ad avatar fotorealistici che rispondono in tempo reale alle domande dei clienti, sia online che nei luoghi fisici su schermi touch.

 

(11-10-2021) Milano – Gli Umani Digitali nascono con l’obiettivo di garantire una customer journey qualitativamente superiore e ridurre il più possibile la distanza tra uomo e macchina. Questi avatar fotorealistici vengono ricreati sulla base di video di persone reali, l’intelligenza artificiale poi sintetizza la forma del viso e i più piccoli dettagli, come il movimento degli occhi o della bocca, per ricrearne una versione digitale in grado di esprimersi esattamente come la controparte umana.

Con un Umano Digitale al proprio fianco – ha affermato Antonio Giarrusso, Founder & CEO di Userbot – le aziende saranno in grado di offrire ai clienti un’esperienza di contatto innovativa, omnicanale e davvero avvolgente, ben oltre i tradizionali chatbot.

In Userbot riteniamo particolarmente importante il ruolo dell’innovazione all’interno delle aziende e crediamo fortemente nei benefici che tecnologie così all’avanguardia possano portare nella vita quotidiana delle persone. È nostro il compito di poter fornire strumenti adeguati per una trasformazione digitale che riguardi l’intera comunità.

Questi assistenti virtuali dalle sembianze umane possono essere utilizzati per il Supporto Clienti, il Marketing o le Vendite, ad esempio per fornire informazioni agli utenti, prenotare appuntamenti o supportare i clienti nella fase di acquisto.

In chat, nei centri commerciali o negli aeroporti, le persone possono interagire a 360° con gli Umani Digitali di Userbot, grazie alla loro semplicità d’uso e a una esperienza immersiva.

Il nuovo prodotto si adatta ai più svariati settori, in ambito Healthcare può essere integrato online sul sito web o nelle cliniche sui totem; nel Retail viene utilizzato per fornire una shopping experience personalizzata e guidare all’acquisto. Nella Pubblica Amministrazione è in grado di diminuire le file agli sportelli fornendo un nuovo modo di aiutare i cittadini; o ancora nel settore delle Fiere ed Eventi può dare informazioni sugli eventi, la mappa, gli speaker o gli orari dei talk.

La nuova soluzione sarà presentata in anteprima durante l’evento SMAU che si terrà a Milano i giorni 12 e 13 Ottobre.

Per maggiori informazioni: https://userbot.ai/it/umani-digitali

Userbot è la startup italiana sull’Intelligenza Artificiale + Umana per l’Assistenza Online. Userbot ha sviluppato una tecnologia proprietaria di Artificial Intelligence per il Customer Service interamente Made in Italy. Userbot non è solo un semplice chatbot, ma la prima vera AI che automatizza le conversazioni tra aziende e persone. Userbot aiuta le organizzazioni di ogni dimensione a rispondere sempre a tutti i messaggi dei propri utenti, in modo facile, veloce e personalizzabile.

3DZ, IL SALONE DELLE MERAVIGLIE DEL 3D A CASTELFRANCO VENETO

Giovedì 14 ottobre l’azienda che ha realizzato il gigantesco David all’Expo di Dubai ospita un evento unico, una full immersion nel mondo della stampa e della scansione 3D. Dai sondini per microchip agli accessori per le auto di alta gamma, le testimonianze di 13 aziende. L’amministratore delegato di 3DZ, Andrea Simeoni: “Incentivi fiscali e vantaggi sui competitor, ecco perché la stampa 3D è il futuro dell’industria 4.0”

 

Giovedì 14 ottobre 3DZ apre le porte del suo headquarter di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, per ospitare la terza edizione del Salone del 3D. Si tratta di uno show room organizzato come una fiera, saranno messe in mostra le più evolute stampanti del settore che creano componenti industriali e oggetti dalle linee affascinanti. Il tutto accompagnato da tavole rotonde e approfondimenti. 

3DZ, che opera nel settore nella vendita dei più prestigiosi brand mondiali di stampanti e scanner 3D, è nota anche per aver stampato in 3D il David di Michelangelo in dimensioni reali, una scultura di sei metri, che rappresenta l’arte italiana all’Expo di Dubai. L’azienda, per realizzare tale opera maestosa, ha collaborato con un team tutto italiano di ricercatori, guidato dalla professoressa Grazia Tucci del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze, insieme alla Galleria dell’Accademia di Firenze, il Ministero dei Beni Culturali e Turismo e il Commissariato italiano per Expo 2020 Dubai.

 

“Questo è un momento storico per la stampa 3D, la crescita di interesse sul settore è enorme”, dichiara l’amministratore delegato di 3DZ, Andrea Simeoni. “La virtuosità del 3D nella prototipizzazione è nota da anni, adesso le tecnologie permettono gli utilizzi più innovativi e la produzione di pezzi finali. Senza dimenticare che ci sono interessanti agevolazioni fiscali per l’industria 4.0. Le imprese che investono nelle stampanti 3D sono quelle a maggior tasso di crescita, ne parleremo in uno speech durante la giornata del Salone del 3D per avvicinare gli addetti ai lavori alle ultime innovazioni”. 

Ricco il calendario degli appuntamenti, previsti una dozzina di approfondimenti sull’uso delle stampanti e degli scanner 3D. Interverranno testimonial e partner, nonché i più grandi brand come 3D Systems, Markforged, Formlabs, Nexa3D e Artec3D. L’evento è aperto al pubblico (iscrizione obbligatoria su www.3dz.it, necessario il green pass), ma è principalmente rivolto alle aziende, in particolare a imprenditori,  responsabili tecnici, responsabili di produzione, R&D manager, progettisti tecnici, project manager, specialisti di additive manufacturing, designer e altri operatori aziendali. 

Focus di questa edizione sono le applicazioni delle tecnologie 3D con la testimonianza in prima persona di aziende che le utilizzano per la prototipazione, il reverse engineering, l’attrezzaggio, la ricambistica, il metal replacement e la produzione di parti finali. 

Tra le più interessanti novità proposte, lo speech su “la stampa 3D: una risposta unica alle molteplici sfide del ciclo produttivo” nel quale si racconterà un nuovo processo produttivo: dall’engineering alla produzione di pezzi iconici con l’additive manufacturing. Alberto Gatto e Leonardo Genovese di Novation Tech spiegheranno come la loro azienda utilizza la manifattura additiva per realizzare prototipi, attrezzature meccaniche ma anche produzione di piccole serie customizzate. Novation Tech è specializzata nella produzione di componenti in carbonio, fibra di vetro e altri materiali evoluti prevalentemente destinati al comparto automobilistico di alta gamma, con un innovativo reparto interamente dedicato alla stampa 3D.

Interessante anche l’analisi sull’utilizzo dell’additive manufacturing in pezzi dalle dimensioni minime, sarà raccontata infatti l’esperienza di Telit, azienda di riferimento nella tecnologia di interscambio dati e telecomunicazioni, specializzata nel wireless machine to machine. Marco Stracuzzi spiegherà come grazie alla stampa 3D sia possibile creare le attrezzature per inserire un oggetto minuscolo come un sondino di test per microchip. I tecnici di laboratorio di Telit hanno testato la resistenza delle parti stampate in 3D alle più varie condizioni ambientali di temperature e umidità.

Ci sarà infine un focus sull’importanza della stampa 3D nel R&D e nello sviluppo di un nuovo prodotto con l’esempio di Dab Pumps (progetta e produce sistemi di pompaggio ad uso residenziale, civile, industriale ed agricolo) nella realizzazione di giranti per pompe a immersione: gli ingeneri di Dab Pumps possono eseguire i test di fluidodinamica sui pezzi già dopo poche ore grazie alla prototipazione con stampa 3D nella fase iniziale del processo di sviluppo.  

Per info e iscrizioni www.3dz.it 

 

SCHEDE

IL PROGRAMMA COMPLETO 

Ore 9.30-10.30 e 14.00-15.00 si parlerà della sfida della produzione conto terzi in tirature medio-basse: come ti aiuta la stampa 3D (testimonianza Fidema); alla stessa fascia d’orario, invece, la scansione 3D per il reverse engineering di sedie e poltrone di design (F.lli Rossetto). Dalle 10 alle 11 si affronterà la stampa 3D per la realizzazione di attrezzature di produzione: l’esempio di Eureka. Dalle 10.00 alle 11.00 e poi dalle 14.30 alle 15.30 “L’industria 4.0: nuovi incentivi fiscali 2022 per l’acquisto di una stampante 3D”. Ore 10.30-11.30 e 15.00-16.00: “L’additive manufacturing per la prototipazione: il caso Asem”; ed anche “I vantaggi della stampa 3D a metallo: DZ Metalcolor”. “La stampa 3D, una risposta unica alle molteplici sfide del ciclo produttivo: l’esempio di Novation Tech” se ne parlerà dalle 11.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 16.30; agli stessi orari: “Può la stampa 3d essere un’opportunità per gli imprenditori oggi? Come la stampa 3D ti permette di affrontare le sfide nel mercato moderno”. Ore 11.30-12.30 focus sul settore occhialeria con la testimonianza di Pinoptik. Ore 11.30-12.30 e ore 16.00-17.00: “La stampa 3D per le attrezzature di produzione di precisione: il caso Telit”. Ore 12.00-13.00 e ore 16.30-17.30: “L’importanza della stampa 3D nel R&D e nello sviluppo di un nuovo prodotto: il racconto di Dab Pumps”; alla stessa fascia oraria anche il tema: “Dalla polvere alle prestazioni” trattato da Zeiss. E infine, dalle ore 14.30 alle 15.30 si parlerà della produzione di pezzi finali in pochi minuti con la stampante Nexa3D.

 

3DZ COMPANY PROFILE

A Castelfranco Veneto ci sono i leader nella consulenza sull’adozione della stampa 3D nelle imprese e nella vendita dei più prestigiosi brand mondiali di stampanti e scanner 3D: l’azienda è la “3DZ”, fondata nel 2011. Una realtà che ha raggiunto una dimensione globale con l’apertura di 13 filiali tra Italia, Europa e Middle East, capace di servire 2.400 clienti con 1.600 stampanti 3D installate, oltre a scanner e software 3D. Si tratta di prodotti molto tecnici, per questo il gruppo, che oggi si basa su un centinaio di dipendenti, ha come fiore all’occhiello la professionalità dei suoi 33 tecnici specializzati nella gestione di stampanti 3D che operano nel territorio e nei più svariati settori: industriale, meccanico, aerospaziale, automotive, beni culturali, dentale, formazione, gioielleria e medicale. L’headquarter è in via dei Pini 32, due piani dove le ultime tecnologie in ambito di stampanti 3D sono ospitate su 2.500 metri quadri, una sorta di enorme show room dove si possono vedere all’opera le ultime stampanti 3D prodotte nel mondo, da quelle di dimensioni desktop a quelle che hanno quasi le misure di un’automobile; e poi spazi espositivi di pezzi realizzati che rendono lo show room una sorta di expo delle novità su tutti i miracoli della fabbricazione additiva. 

 

Torna Reinventing, Terzo Settore riunito a Milano per dare energia alla solidarietà

Il 7 e 8 ottobre sesta edizione del grande evento dedicato ai “professionisti del bene”: più di 25 appuntamenti di formazione e oltre 60 relatori d’eccezione. In occasione dell’iniziativa verrà presentata una dettagliata fotografia dello stato di salute della solidarietà in Italia e si parlerà di strumenti creativi e innovativi per migliorarla. Tra gli ospiti speciali Cristina Parodi e Antonella Ferrari.

 

(07-10-2021) Raccogliere le idee e mettere a sistema le migliori competenze per restituire al mondo la speranza di un futuro migliore dopo un anno profondamente segnato da crisi ambientali, umanitarie, sociali e sanitarie. I protagonisti del Terzo Settore si riuniscono a Milano per dare energia alla solidarietà e trovare insieme il modo migliore per fare bene il Bene, senza mai dimenticare il forte valore dell’innovazione e della creatività.  L’occasione è la sesta edizione di Reinventing Non Profit: due giorni di confronto e alta formazione dedicati ai professionisti del mondo Non Profit. L’iniziativa, promossa dall’agenzia di consulenza e comunicazione specializzata nel Terzo Settore Atlantis Company, è in programma il 7 e 8 ottobre al Palazzo delle Stelline di Milano (Corso Magenta 61).

Condividere know how e best practice su comunicazione, raccolta fondi e Corporate Social Responsibility (CSR) è da sempre il principio ispiratore di Reinventing, che punta a “far girare la solidarietà” e infondere energie positive al mondo non profit. «In una fase storica così complessa come quella che stiamo vivendo, sentiamo ancora più forte il bisogno e la responsabilità di diffondere la cultura del dono e della solidarietà. Ci stiamo lasciando alle spalle mesi terribili, ma è giunto il momento di andare avanti: il terzo settore non può esimersi dall’obbligo morale di guardare al futuro, perché ha il dovere di costruire un mondo migliore», sottolinea Francesco Quistelli, Ceo di Atlantis Company e fondatore di Reinventing.   Il riferimento è all’emergenza COVID-19, che ha visto molte organizzazioni in prima linea nella lotta alla pandemia e nel sostegno ai soggetti più fragili colpiti dalla crisi economica. «Il Terzo Settore – aggiunge Quistelli – ha dimostrato ancora una volta la centralità del proprio ruolo in situazioni di emergenza sociale e ha vissuto per questo momenti di forte esposizione mediatica. È da qui che bisogna ripartire, capitalizzando l’esperienza e la visibilità acquisite per crescere e migliorare, con lo sguardo sempre rivolto al futuro».

L’impegno delle organizzazioni durante la pandemia sarà oggetto della plenaria di apertura di Reinventing, che vedrà la partecipazione dei protagonisti delle campagne che più hanno catalizzato l’attenzione nella prima fase dell’emergenza. Nel corso incontro, in particolare, rappresentanti dell’organizzazione non profit Fondazione Cesvi, dell’Ospedale San Raffaele e di GoFundMe – la piattaforma di crowdfunding attraverso cui sono stati raccolte più donazioni a marzo 2020 – racconteranno perché comunicare il non profit è stato un valore aggiunto e un dovere verso la comunità. La plenaria vedrà anche la partecipazione di Cristina Parodi, ambasciatrice e madrina di Fondazione Cesvi scesa in campo in prima persona anche in occasione dell’emergenza Covid-19.

Le responsabilità del Terzo Settore, però, non si fermano qui. «Il 2020 – ricorda Quistelli – ha visto esplodere il fenomeno della disintermediazione della donazione, con l’attivazione di numerose raccolte fondi aperte da privati cittadini che hanno fortemente catalizzato, non sempre in maniera positiva, l’attenzione pubblica. Questa tendenza chiama i professionisti del Terzo Settore a riaffermare il ruolo delle organizzazioni non profit nel processo della raccolta fondi come garanzia di trasparenza, sostenibilità ed eticità. In tale contesto, poter contare su professionalità e competenze solide è fondamentale, per questo la sesta edizione di Reinventing, per la prima volta, focalizzerà l’attenzione anche sull’importante tema delle risorse umane».

Il ricco programma di Reinventing offre ai partecipanti ampia scelta per formarsi e aggiornarsi sui temi più pressanti e gli ultimi trend di settore. Previsti più di 25 momenti di approfondimento e oltre 60 relatori d’eccezione, tra accademici, esperti del mondo profit e non profit e ospiti speciali. Tra i relatori anche il creativo Paolo Iabichino, firma di numerose campagne di comunicazione di successo; Fausto Colombo, docente dell’università Cattolica del Sacro Cuore; Massimo Ciampa, segretario generale di Mediafriends Onlus; Claudia Fiaschi, portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore e Roberto Natale, Responsabilità Sociale RAI. In programma anche momenti di intrattenimento, come una speciale performance della scrittrice, attrice e ambasciatrice AISM Antonella Ferrari, che a Sanremo 2021 ha emozionato tutti con un monologo sulla sclerosi multipla, con cui convive da anni.

In occasione dell’evento verrà, inoltre, presentata una dettagliata fotografia dello stato di salute della solidarietà in Italia attraverso l’analisi dei dati dalla IXX indagine sull’andamento delle raccolte fondi degli enti non profit dell’Istituto Italiano della Donazione e del terzo rapporto sul dono in Italia.

«Reinventing – conclude Quistelli – ha l’ambizioso obiettivo di aiutare tutti i professionisti del Terzo Settore a lavorare ogni giorno con i piedi ben piantati nel presente, ma senza distogliere lo sguardo dal futuro; a lavorare tenendo sempre conto delle conoscenze ed esperienze del passato, ma senza mai considerarle dogmi insuperabili. Molti degli strumenti che oggi consideriamo irrinunciabili sono nati come affascinanti scommesse, non dimentichiamolo quando ci troviamo di fronte a nuove sfide».  

Per consultare il programma e iscriversi:  https://www.reinventingnonprofit.it/

Riciclare plastica senza sprechi e inquinamento: da un’azienda emiliana il sistema di filtraggio che lo rende possibile

CleanChanger© , il sistema messo a punto dall’emiliana BD Plast, consente di recuperare il 100% del materiale. Il Ceo Boicelli: «Ottimizziamo e innoviamo l’intera filiera dell’estrusione»

 

(06-10-2021) Processare plastica riciclata senza spreco di materiale, e senza, quindi, disperderlo nell’ambiente, e garantendo un livello di pulizia pari a quello della plastica nuova. A renderlo possibile è CleanChanger© , il nuovo sistema cambiafiltri messo a punto dall’emiliana BD Plast.

Filtrare la plastica riciclata è un passaggio essenziale per il suo riutilizzo. Una delle principali sfide del settore è rendere questo sistema il più efficiente possibile, riducendo gli sprechi e garantendo un elevato grado di purezza e pulizia delle plastiche recuperate. I sistemi cambiafiltri vengono utilizzati proprio per ottimizzare i processi di estrusione. Studiati per un filtraggio completo del termoplastico, questi sistemi garantiscono alle aziende e agli utilizzatori finali eccellenti risultati sui rigenerati, consentendo un processo di lavorazione di alta qualità su materiali con un elevato grado di prezza.

BD Plast, azienda attiva da anni nello sviluppo di nuovi sistemi per l’estrusione, ha creato CleanChanger© , un cambiafiltri idraulico autopulente e continuo. Si tratta di una vera e propria svolta innovativa per il settore, perché il sistema automatico di espulsione dei residui permette un’autonomia particolarmente elevata. CleanChanger©  consente inoltre il recupero del 100% del materiale di estrusione, senza sprechi per le aziende e ripercussioni sull’ambiente.

Oggi il mercato richiede molti sistemi cambiafiltri a flusso continuo, capaci di una perfetta continuità nel flusso di polimero, e in grado di ridurre al minimo gli sprechi – spiega il Ceo di BD Plast, Dante Boicelli – La nostra azienda è sempre stata attenta a intercettare le esigenze del mercato. Puntiamo moltissimo su Clean Changer, perché non è solo un nuovo prodotto, ma una soluzione in grado di ottimizzare e innovare l’intera filiera produttiva dell’estrusione”.

“La nostra è una realtà che non lavora per stravolgimenti, ma segue logiche di miglioramento continuo – aggiunge Boicelli – Per questo stiamo lavorando anche sugli impianti tradizionali, per renderli più efficienti e sicuri». BD Plast realizza circa 1400 impianti all’anno. «Abbiamo una linea di sistemi cambiafiltri affidabili, grazie a un’attenzione all’intero processo: dalla progettazione della macchina, al montaggio direttamente presso il cliente”.

BD Plast è una family company fondata nel 1986 a Bondeno, in provincia di Ferrara, dedicata alla produzione e alla vendita di cambiafiltri per linee d’estrusione della plastica, che ha consolidato nel tempo la propria posizione in Italia attraverso la tecnologia downstream. L’azienda emiliana impiega oggi una cinquantina di dipendenti altamente formati e qualificati, capaci di contribuire alla crescita della società attraverso la progettazione e la realizzazione di nuove linee di macchine e di prodotti come adattatori, curve e colli d’estrusione, consolidando nel tempo importanti partnership internazionali e potenziando il service, inteso come un vero e proprio valore aggiunto per la massima soddisfazione della clientela.  Trentacinque anni d’innovazione, sviluppo d’idee e proposte di soluzioni all’avanguardia hanno caratterizzato l’approccio di BD Plast al mercato, con una propensione al rinnovamento non solo per quanto riguarda l’offerta di impianti, ma anche per scelte strategiche volte a rispondere ai vari cambiamenti del contesto produttivo.

Più informazioni:
CleanChanger
BD Plast
www.bdplast.com
BD PLAST FILTERING SYSTEMS SRL
via Copernico 32, 44012 Bondeno – Ferrara, Italy
T. +39 0532 888811

TORRE UNIPOLSAI DI MILANO, IL “NIDO VERTICALE” IN ACCIAIO ZINCATO A PORDENONE

Oltre mille tonnellate di acciaio lavorate nella Zincheria B&B di Bordignon Group, che ha sede principale nel Vicentino. L’amministratore delegato, Walter Bordignon: “Orgogliosi di aver partecipato a questo progetto. La zincatura a caldo sempre più al centro delle maxi opere”

 

La Torre UnipolSai è un grattacielo in costruzione nel quartiere di Porta Nuova all’incrocio tra via Melchiorre Gioia e via Fratelli Castiglioni. L’opera è sotto i riflettori da mesi, cambierà per sempre lo skyline di Milano. I lavori sono iniziati nel 2017 con le palificazioni delle fondamenta. La torre comprenderà 23 piani fuori terra e 3 piani interrati, una superficie totale di 33.000 metri quadrati e una altezza complessiva di 126 metri. Il grattacielo avrà una struttura a X, che ricorda un nido; i materiali utilizzati per la costruzione saranno vetro, legno e acciaio. 

Il rivestimento della struttura in acciaio è realizzato dall’azienda trevigiana Maeg costruzioni SpA. Ma per rendere perfetta ed eterna la struttura, si è deciso di zincare l’intera struttura reticolare esterna. Si tratta di 1.100 tonnellate di acciaio che sono state lavorate nello stabilimento di Montereale Valcellina (Pordenone) della Bordignon Group, la Zincheria B&B; i lavori sono stati possibili grazie ad una enorme vasca della lunghezza di 16 metri, larga un metro e mezzo e profonda 3,2 metri dove è stato possibile inserire i singoli pezzi della struttura in acciaio, che poi sono stati montati sul posto.

“Siamo orgogliosi di partecipare alla realizzazione di questa opera che rappresenta una delle strutture più all’avanguardia in Italia e in Europa”, dice Walter Bordignon, amministratore delegato di Bordignon Group. Il Gruppo, che ha sede principale a Rosà, nel Vicentino, fattura 39 milioni di euro e impiega quasi 300 persone capaci di zincare a caldo oltre 100 mila tonnellate all’anno grazie alla vasca di zincatura più grande d’Europa, costruita nel 2014 per megastrutture come ponti autostradali e ferroviari. 

“Noi abbiamo lavorato per realizzare la facciata continua della torre, proteggendo mediante zincatura a caldo l’involucro della costruzione in calcestruzzo, che somiglia come forma ad un nido di uccello: sarà poi la struttura che reggerà le vetrate”, spiega ancora Bordignon. “È una struttura in acciaio zincato a caldo, lavorato a griglia diagonale senza colonne di sostegno, un reticolo di elementi tubolari che sono stati saldati sul posto senza nessun bullone che, una volta concluso, sarà una sorta di pelle per l’edificio”.

Non è peraltro la prima volta che Bordignon Group incide sullo skyline di Milano. La torre Gioia 22, soprannominata «Scheggia di Vetro», è un grattacielo che nella propria anima strutturale avrà acciaio zincato nel Vicentino, un edificio noto per essere orientato al green con oltre seimila metri quadri di pannelli fotovoltaici e una riduzione dell’emissione di anidride carbonica di 2.260 tonnellate rispetto all’edificio precedente.

“E’ la conferma ulteriore che la zincatura a caldo è un sistema perfetto per creare opere eterne”, conclude Bordignon. “Per questo stiamo lavorando da anni per cambiare le norme e permetterne l’utilizzo anche sui ponti stradali e ferroviari, aumentando il loro ciclo di vita e minimizzando i disagi creati dalle interruzioni per lavori di manutenzione. Molto c’è ancora da fare, ma il futuro delle maxi opere è nella zincatura a caldo”.

 

LA STORIA DI BORDIGNON GROUP Fondata nel 1972 a Rosà, la Zincheria Valbrenta, che oggi fa parte del Bordignon Goup, si estende su un’area di 50 mila metri quadri, con una superficie coperta di 12.000. Nel 1993 il gruppo acquisisce la Zincheria Se.Ca di Ala in provincia di Trento (azienda galvanica attiva dal 1980). Nel 2005 viene fondata DMW Logistic Srl, azienda di trasporti funzionale alle attività aziendali che oggi si basa sul lavoro di sette mezzi. Nel 2012 viene fondata la Zincheria SA a Bucarest, in Romania: il nuovo stabilimento occupa un’area di 25 mila metri quadrati, di cui 5.200 dedicati alla linea di produzione. Nel 2020 è stata acquisita in Friuli Venezia Giulia Zincheria B&B, un’azienda nata nel 1983, a Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone che si sviluppa in un’area di 150.000 metri quadri, di cui 7.000 completamenti coperti. L’azienda è in possesso di una vasca della lunghezza di 16 metri, larga un metro e mezzo e profonda 3,2 metri. Grazie all’ultima acquisizione, Bordignon Group oggi ha una capacità produttiva, nei quattro impianti, di 20 mila tonnellate al mese di acciaio zincato a caldo. Il gruppo dà lavoro a circa 300 persone e vanta una rete commerciale che copre tutta l’Europa centro-orientale e un fatturato che oggi ha raggiunto i 45 milioni di euro (in crescita del 26% sul 2019).

LA RICERCA La zincatura a caldo non ha ancora applicazioni in Italia nel campo dei ponti stradali e ferroviari. Il motivo è la mancanza di studi specifici sul comportamento a fatica di dettagli strutturali zincati a caldo per immersione. Per questo motivo Bordignon Group ha incaricato un team di studiosi di portare avanti campagne di indagini sperimentali per analizzare il comportamento sotto carichi ciclici dei particolari strutturali più comuni nei ponti di acciaio. Iniziati prima con l’Università di Trento e poi proseguiti con quella di Padova, gli studi proseguono da dieci anni e sono stati portati avanti da due vicentini, ex docenti dell’Università di Padova, l’ingegner Francesco Mutignani e dal collega Filippo Berto, che oggi insegna al dipartimento di ingegneria meccanica e industriale dell’università di scienza e tecnologia Ntnu, in Norvegia. Si aprono quindi scenari interessanti per gli addetti ai lavori, ma anche per gli enti pubblici. Recentemente è stato fatto il primo passo: all’interno della normativa EN1090, che regola progettazione e costruzione delle strutture metalliche, sono stati introdotti in modo chiaro i coefficienti di attrito per i giunti zincati a caldo, permettendo a progettisti ed ingegneri l’utilizzo di questa soluzione. L’impiego della zincatura a caldo sulle strutture metalliche può garantire valori di protezione alla corrosione sensibilmente superiori a quelli della maggior parte dei cicli di verniciatura.

 

AL VIA IL CONCORSO CREATIVITY START UP DELL’ANNO, PREMI PER OLTRE 50 MILA EURO

Aperte le candidature per il premio dedicato a tutti i creativi d’Italia lanciato da Treviso Creativity Week 2021. Il founder Gianpaolo Pezzato: “Cerchiamo idee innovative per lo sviluppo del territorio in una logica di circular economy.” La finalissima venerdì 5 novembre nella sede della Provincia di Treviso

 

Dopo il successo di adesioni della scorsa edizione, Innovation Future School, promotrice della Treviso Creativity Week (dal 2 al 7 novembre 2021), rilancia il “Premio Creativity Start Up dell’anno” per trovare le migliori idee e soluzioni innovative che possano apportare un beneficio significativo e che sia riconducibile ad uno o più dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Grazie ad una autorevole rete di partnership nel settore dell’innovazione, quest’anno i premi ammontano ad oltre 50 mila euro. Il founder Gianpaolo Pezzato: “Il Premio rivolto alle start up è uno dei cavalli di battaglia della Treviso Creativity Week perché porta alla luce le idee e le visioni dei migliori talenti del nostro Paese capaci di dare un vero valore aggiunto alla nostra economia territoriale. La creatività è targata Italia”. 

 

Le categorie a cui candidarsi sono le tre F del Made in Italy (Fashion, Food and Forniture), Social Innovation, Mobilità, Turismo & Cultura. Al concorso possono partecipare le neoimprese di tutta Italia avviate al massimo entro 6 mesi dalla data di pubblicazione del bando, i progetti d’impresa i cui promotori intendono collocare una sede operativa in territorio nazionale e quelli in cui almeno uno dei promotori vi è nato o domiciliato. Per la candidatura gli aspiranti startupper devono inviare il file di presentazione a: startup@trevisocreativityweek.it. Le candidature devono pervenire entro le ore 24.00 di 22 ottobre 2021. Entro venerdì 29 ottobre una giuria tecnica selezionerà le dieci startup finaliste del premio che saranno chiamate ad esporre i propri servizi e prodotti nella finalissima della mattina del 5 novembre dalle ore 9.00 alle 11.00 presso l’auditorium della Provincia di Treviso. 

 

Il primo classificato conquista il premio IMPACTHUB, un percorso di mentorship personalizzata presso la sede di Impact Hub Milano. Grazie al coinvolgimento di un team dedicato, il vincitore sarà supportato nella fase di lancio della startup, con un particolare focus sul tema dell’accelerazione d’impresa e dei Business Angel. Tra i premi speciali, c’è “A4W – Angels For Women” alla startup con team al femminile o a forte impatto sulla questione di genere, il “premio” LABOMAR , alla startup che avrà proposto una soluzione/idea particolarmente interessante ed innovativa nel miglioramento del Benessere delle persone, il premio “YARIX”, alla startup che proporrà una soluzione particolarmente innovativa nell’ambito del settore della ciber security ed il premio “Sellalab” alla startup che proporrà una soluzione particolarmente innovativa nell’ambito del settore digital. Come ad ogni edizione della Treviso Creativity Week non manca la partecipazione attiva del pubblico che potrà votare i dieci progetti finalisti sulle pagine Social del festival e proclamare così il vincitore “popolare”.

UN TERMOARREDO CON L’IMMAGINE DEL “FERO” DI UNA GONDOLA VENEZIANA

A realizzarlo è l’impresa specializzata Maarmo, sul modello di un vero “fero da próva” risalente a 100 anni fa. Sabato 9 ottobre alle 11.00 l’inaugurazione della nuova sede aziendale a Villotta di Chions (PN)

 

VILLOTTA DI CHIONS (PN) – VITTORIO VENETO (TV)

Sabato 9 ottobre alle 11.00 ci sarà l’inaugurazione della nuova sede di Maarmo,  azienda che realizza termoarredi e scaldasalviette con processi produttivi improntati a riciclo e sostenibilità. Il nuovo stabilimento, 2 mila mq di spazio totale, al suo interno avrà anche uno spazio adibito a showroom. Si trova a Villotta di Chions (PN), in via Cadore, n. 20 

Con l’occasione sarà ufficialmente presentata al pubblico anche la grande novità della collezione di Maarmo. Il nuovo termoarredo di altissimo design denominato VENEZIAA. Un pannello radiante con il simbolo di una gondola veneziana, il ferro da prua (“fero da próva” in veneziano), realizzato grazie all’utilizzo di uno pezzo storico originale. 

L’idea è nata dall’incontro con Arzanà, associazione non-profit veneziana che ha come fine statutario lo studio, il restauro e la conservazione delle imbarcazioni tradizionali della laguna di Venezia (arzana.org). C’era l’idea di realizzare un termoarredo ispirato a Venezia e l’associazione ha dato concretezza a quest’idea fornendo l’oggetto a cui ispirarsi. Un “fero da próva” originale di 100 anni fa messo a disposizione da uno degli associati di Arzanà. Si tratta di Gianfranco Munerotto, storico ed artista, da trent’anni impegnato nello studio delle imbarcazioni tradizionali ed autore di diversi volumi, saggi e articoli sul tema. Il prezioso oggetto è stato utilizzato come modello da riprodurre realizzando una stampa da applicare su questo nuovissimo termoarredo. Anche i colori in cui viene realizzato si ispirano a Venezia: il nero di “Gondola” (nero color pece tipico dell’imbarcazione veneziana), l’azzurro di “Laguna” e il marroncino di “Lido” (il colore della sabbia del lido). Le finiture saranno realizzate invece in corten, materiale ferroso molto elegante. Il modello di termoarredo VENEZIAA è realizzato cona la stessa filosofia cui si ispira tutta l’attività di Maarmo, azienda che punta tutto sulla sostenibilità. “E’ prodotto infatti con il solo utilizzo di polvere di marmo riciclata – fanno sapere dall’azienda – senza necessità di cottura e verniciato a mano solo con colori ad acqua. Un oggetto testimone di quella che è la “più antica città del futuro”. Infine, in abbinamento al termoarredo, i clienti di Maarmo potranno acquistare anche il volume “La Gondola nei Secoli. Storia di una continua trasformazione tra architettura navale e arte” scritto dallo stesso Gianfranco Munerotto. Si tratta insomma di un vero e proprio tributo a Venezia e alla sua gondola.

Il modello di termoarredo VENEZIAA sarà presente in un apposito spazio all’inaugurazione di sabato 9 ottobre. All’evento parteciperanno anche i 10 artisti autori delle stampe con cui è possibile decorare la linea di termoarredo liscio di Maarmo. E’ la Temporary Collection “MioByMaarmo”, una selezione di tutte le proposte creative arrivate da giovani artisti internazionali, tra cui francesi, inglesi e giapponesi. Si tratta di Anna Marmolada, Nicolas Sterin, Giorgia Ricci, Cristiano Coppe, Donatella Ottolini, Elisa Rossetto, Greta Bernini, Jason Mitchell, Marie Astrid, Makiko Asada.

L’inaugurazione è aperta al pubblico. Per accedere è necessario essere muniti di Green Pass.

 

SCHEDA DI APPROFONDIMENTO: MAARMO

Maarmo come materia prima riutilizza e ricicla gli scarti della lavorazione del marmo, recuperati grazie ad un certosino lavoro di selezione nelle cave dell’area veronese. La formula, sviluppata e perfezionata con pazienza nel reparto di Ricerca e Sviluppo di Vittorio Veneto, nel Trevigiano, ha permesso di generare una linea di termoarredi di design, che non necessita di una fase di cottura, ma di una dolce fase di stagionatura, che dura dalle quarantotto alle settantadue ore. Si passa poi alla verniciatura, realizzata esclusivamente con vernici a base d’acqua, e all’imballaggio, composto di materiali provenienti da cartone riciclato e certificato. L’azienda inaugura ora la propria sede centrale in via Cadore, 20 a Villotta di Chions, in Provincia di Pordenone. “Tutti i nostri prodotti, sia la versione elettrica che idronica, a fine vita, una volta tolti gli elementi strutturali riscaldanti (ad esempio il rame o le resistenze elettriche) possono essere rimacinati per rientrare nel ciclo produttivo”, spiegano dall’azienda. “In questo senso Maarmo agisce creando flussi circolari di materia, capaci così di rigenerarsi. Inoltre, essendo tutti i processi produttivi eseguiti a basse temperature, le quantità di energia usate sono minime. Per chiudere il ciclo green, per ogni radiatore venduto piantiamo un albero grazie alla partnership con la piattaforma Treedom. Così la terra può respirare meglio grazie a noi”. Un modello produttivo unico nel suo genere, che adesso si sta imponendo all’attenzione dei mercati. Dopo una fase iniziale di studio, il 2021 ha visto il rafforzamento della compagine societaria, con l’ingresso di nuovi imprenditori sia dell’area pordenonese (Alain Bottos, Stefano Mascarin e Andrea Del Ben), che dell’area trevigiana (Marco Caliandro e Gianpaolo Pezzato), per sostenere il progetto di crescita e sviluppo in Italia e nei mercati esteri. Per maggior informazioni www.maarmo.com

POLÌ PRESENTA L’ALGORITMO PER LA CREMA PERFETTA

La ricercatrice bresciana Barbara Poli annuncia la nascita della crema realizzata scientificamente in base al film idrolipidico della pelle di ognuno. “L’ho chiamata OH!, è la rivoluzione democratica del beauty. Ogni donna a casa potrà crearsi il trattamento personale dopo essersi fatta da sola il test”. L’idea sarà presentata alla Experience Lab di Esxence, la fiera dei profumieri artistici

 

Tutto sta nel trovare la crema perfetta per il film idrolipidico della pelle. Detta in altri modi: tutti dovremmo sapere esattamente conoscere la nostra pelle, così da utilizzare una crema da pelle secca, mista o grassa. Per la beauty routine è fondamentale, ma spesso si va ad intuito.

La risposta scientifica al dilemma arriva dal Bresciano, precisamente da Barbara Poli. Scienziata, manager, profonda conoscitrice della chimica e visionaria delle beauty experience, ha fondato la Polí – Scientific Beauty a Muscoline. È lei a presentare l’algoritmo che ha elaborato in sette anni di studi, un calcolo matematico che parte da una strumentazione scientifica che analizza la pelle e finisce con un composto di sostanze personalizzato che si adatta perfettamente ad ogni persona.  Un test che non si basa sullo stress ossidativo, spesso fallace perché collegato all’invecchiamento della pelle, bensì sull’analisi dell’idratazione oggettiva. 

“Abbiamo definito l’esistenza di cinque skin type differenti, in base alla tipologia di pelle”, spiega Poli. “Dopo, abbiamo progettato un algoritmo che definisce gli elementi che servono alla pelle in base alla sua percentuale di lipidi e di sostanze idratanti. Una volta definito il valore esatto, consegniamo due boccettine di “siero crema” dai quali prendere quattro gocce per trasformarli nel prodotto personalizzato. La crema così creata può essere usata di mattino e di sera, ma il suo utilizzo può essere esteso a tutta la beauty routine, perché può fungere anche da siero, contorno occhi, maschera e scrub”.

L’innovazione che propone Polí – Scientific Beauty si chiama “OH!” ed è stata selezionata per la Experience Lab, fiera dedicata alle creme all’interno di Esxence, la fiera dei profumieri artistici alla quale parteciperanno, nella prossima edizione del marzo 2022, solo 40 aziende selezionate da una severa giuria. Due creme da miscelare a gocce e lo strumento per realizzare lo skintest, il futuro della beauty routine passa da qui, usando due boccettine (che Poli ha ribattezzato di “siero crema”) dalle quali prendere quattro gocce che, unite, diventano la tua crema personalizzata. 

È questo l’ultimo risultato di una vita, quella di Poli, spesa a formulare la miglior crema secondo quattro principi. Perché dopo i sette anni spesi ad elaborare l’algoritmo, ce ne sono voluti altri 13 di test per portarlo alla sua perfezione. “Innanzitutto garantisco la concentrazione efficace d’uso”, dice. “Investo per garantire in ogni prodotto la presenza di principio attivo nella quantità che assicura la massima efficacia, il principio attivo è fondamentale. Poi utilizzo solo materie sebosimili, ossia con sostanze già presenti nella pelle: ciò garantisce assorbimento perfetto e il fatto che già durante un normale ciclo di crescita cellulare di 28 giorni si possano vedere i primi risultati. I profumi sono poi tutti senza allergeni. Infine, la sicurezza è totale: ho la qualifica di valutatrice della sicurezza nella cosmetica. Scelgo io le materie prime, so che non posso mettere a rischio la salute dei miei clienti”. 

Va infine evidenziata l’anima green di Polí – Scientific Beauty, che da sempre ama l’essenza, investe in qualità e combatte gli sprechi: per questo non investe in packaging costosi. Questa scelta permette a Polí di presentare prodotti di alta cosmesi a prezzi accessibili e di sposare una politica di eco-sostenibilità, evitando perciò lo spreco di materiali per la realizzazione di astucci o confezioni non necessarie. “Il mio fine ultimo è democratizzare la cosmetica”, conclude Poli. 

SCHEDA ALGORITMO Il tutto è basato sullo studio accurato del film idrolipidico, quello strato sottilissimo composto di acqua e sostanze oleose che riveste la pelle e la protegge naturalmente dalle aggressioni esterne. Quando si perde l’equilibrio fra queste sostanze, per ripristinarlo si deve per prima cosa scoprire quale tipo di sostanza dobbiamo reintegrare e in quale percentuale. L’apparente semplicità di questo metodo è frutto di uno studio iniziato da Barbara Poli, titolare di  Polí – Scientific Beauty, nel 2000, che è stato poi sviluppato e perfezionato grazie alla collaborazione di oltre 100 fra spa, beauty center, farmacie, profumerie, centri di medicina e chirurgia estetica. I prodotti delle linee Polí FEEL e TOUCH sono divisi in SKIN TYPE (0-1-2-3-4) cioè in cinque tipologie, ognuna delle quali è caratterizzata da determinate sostanze in concentrazioni adeguate. Informazioni su www.policosmesi.it

SCHEDA BARBARA POLI Dopo aver conseguito la laurea in chimica nel 1996, Barbara Poli decide di trasferirsi in Spagna dove, in qualità di ricercatrice presso l’Università Autonoma di Madrid, matura esperienza nella sintesi delle molecole organiche. Tornata in Italia, nel 2000 consegue la specializzazione in Scienza e Tecnologia Cosmetiche ed è chiamata a svolgere l’attività di valutatore della sicurezza dei prodotti di bellezza per conto di importanti industrie cosmetiche. Dopo un’importante esperienza come direttrice tecnica di un’azienda farmaceutica, matura l’idea di creare un’azienda innovativa, ispirata ai valori che da sempre le stanno a cuore. Per questo motivo, nel 2007, dopo aver frequentato un master in Gestione della Piccola e Media Impresa, decide di dar vita nel Bresciano a Polí – Scientific Beauty.